Rimini, 22 aprile 2016
Bambini minacciati e strattonati per il solo fatto di non riuscire a tirarsi su i pantaloni. Loredana Pacassoni, 61 anni, è un’insegnante non nuova a episodi del genere. Aveva già un precedente. Il 22 Aprile 2016 riceve la notifica della misura cautelare finendo ai domiciliari con l’accusa di maltrattamenti alla scuola materna “Il Delfino” di Rimini.
Maltrattamenti alla scuola materna Il Delfino di Rimini
Le indagini per i maltrattamenti alla scuola materna Il Delfino di Rimini partono a Febbraio 2016 grazie alla segnalazione di un’insegnante della stessa scuola d’infanzia che racconta di aver assistito a una serie di episodi aggressivi e violenti nei confronti dei piccoli affidati alla collega.
I Carabinieri del Nucleo operativo di Rimini, coordinati dal PM Davide Ercolani e il Gip Fiorella Casadei, raccolgono le eloquenti scene attraverso sistemi di intercettazione video-ambientali. In Aprile eseguono l’ordinanza di custodia cautelare.
Il Dirigente Comunale ripercorre i precedenti
Ripercorrendo la storia lavorativa dell’indagata, il dirigente comunale Fabio Mazzotti, responsabile dei Servizi educativi, ricorda che la donna lavora nelle scuole dal 1975 e che nel 2010 era stata già sospesa per aver messo in castigo un bambino di 5 anni che si era fatto la pipì addosso.
In quella circostanza la donna era stata spostata ai musei per evitare contatti con i bambini. Successivamente, anche grazie ad alcune manifestazioni di solidarietà da parte di alcuni genitori dell’Asilo La Vela, era stata riassegnata all’incarico.
Bambini minacciati e vessati
Le immagini documentate sembrano non lasciare dubbi sui comportamenti dell’insegnante indagata. Oltre che sulla condizione di timore dei bambini minacciati e vessati per lungo tempo.
Una situazione di disagio fisico e psicologico che, secondo il perito, potrebbe causare danni irreparabili nelle relazioni comportamentali e sul sistema cognitivo e di apprendimento dei bambini minacciati e vessati.
La difesa della maestra
Durante l’interrogatorio di garanzia la donna, difesa dagli Avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, rigetta le accuse definendo i propri comportamenti registrati dalle telecamere nascoste come “atteggiamenti che rientrano nell’azione educativa dei bimbi, alcuni dei quali anche problematici”. Al termine dell’interrogatorio, la maestra, ribadendo che non è vero che ci sono stati bambini minacciati e vessati, scoppia in lacrime.
Il precedente della maestra
La maestra era in attesa di un procedimento penale per abuso di mezzi di correzione dopo la denuncia del 2010 quando insegnava all’asilo La Vela. E nonostante ciò, era stata reintegrata a scuola dopo appena 10 giorni di sospensione e un breve “dirottamento” ai musei comunali. I genitori insorgono su questo punto e chiedono di accertare le responsabilità del Comune.
Il Tribunale del Riesame: Fare burbero ma regole giuste
Il 7 Giugno 2016 il Tribunale del Riesame deposita le motivazioni sulla decisione di revoca della misura cautelare richiesta dagli avvocati della difesa di Loredana Pacassoni. Nelle motivazioni si legge:
“…quanto si è potuto constatare visionando i filmati è un modo di fare dell’indagata a tratti burbero, caratterizzato anche dal ricorso ad una certa energia fisica utilizzata per spostare, sollevandoli letteralmente di peso, i piccoli, finalizzato però, sempre a indurli a rispettare quelle che sono comuni regole igieniche come lavarsi le mani dopo aver fatto i bisogni fisiologici, o di disciplina, come rimettere a posto i giochi dopo il loro utilizzo, o mantenere una postura composta quando si è a tavola”.
TdR: Nessun turbamento alla serenità dell’ambiente
E ancora: “Le modalità di relazionarsi della cautelata coi bambini, come documentate da tali registrazioni sono state anche brusche, ma non sono mai trascese in condotte violente o denotanti una particolare aggressività della donna. Anche se il tono di voce con cui la Pacassoni si rivolgeva ai bambini era sostenuto non è mai trasmodato in urla, né la donna ha apostrofato i piccoli con espressioni ingiuriose. L’inquisita inoltre non è mai ricorsa alle percosse per mantenere la disciplina nella classe. Leggendo le frasi riportate risulta ictu oculi che la maestra non ha mai impiegato espressioni offensive, ingiuriose nei confronti dei bambini affidatile. Dalla visione dei filmati risulta inoltre che il loro atteggiamento, dopo aver udito tali frasi, non era certo quello che hanno i bambini fatti oggetto di condotte vessatorie e umilianti. Ritiene il Tribunale che, se nell’arco di un mese di videoriprese le condotte ritenute dagli inquirenti penalmente rilevanti hanno occupato un tempo pari a poco più di un minuto, risulta facile assumere che durante la massima parte delle giornate trascorse dai bambini all’asilo la Pacassoni abbia serbato si un contegno rigoroso, senza però turbare, nel complesso, la serenità dell’ambiente”
La maestra torna in libertà
Il 7 Giugno 2016, dopo essere stata liberata, Loredana Pacassoni dichiara:
“Ho sempre avuto fiducia che la vicenda sarebbe stata chiarita e il provvedimento del Tribunale di Bologna mi restituisce la serenità che avevo perso. In questi 40 anni di insegnamento ho sempre e solo agito nell’interesse dei miei alunni e ancora oggi tanti di loro mi manifestano la loro riconoscenza. Ringrazio le persone che mi sono state vicino e che mi hanno sempre creduto“.
La Cassazione: provvedimento annullato
Il 6 Ottobre 2016 la Cassazione annulla il provvedimento del Tribunale del Riesame di Bologna col quale veniva rimessa in libertà l’educatrice. Nonostante la Cassazione dia torto al Tdr questo non provoca il ripristino dei domiciliari per la donna.
La richiesta di rinvio a giudizio
Il 17 gennaio 2017 si concludono le indagini preliminari. Nella notifica all’indagata ci sono 24 episodi contestati. Nel Maggio 2017 la Procura chiede il rinvio a giudizio per Loredana Pacassoni. Comparirà davanti al giudice per l’udienza preliminare l’8 Novembre 2017. Momento in cui le famiglie potranno costituirsi parte civile. Nella richiesta di rinvio a giudizio si parla di “strattonamenti, minori sollevati da terra e trattati in modo violento, schiaffi sulle mani“. E poi grida, minacce e, in un caso, “forti sculaccioni” nei confronti di un alunno. In un’altra occasione avrebbe invece sollevato di peso un alunno con entrambe le mani, “per poi spingerlo con forza contro un mobile, costringendolo a mettere a posto delle cose“. I bambini sarebbero stati tenuti dunque “in un continuo stato di soggezione e paura a causa del suo atteggiamento violento e vessatorio“.
Il Comune citato come responsabile civile
In udienza preliminare, l’8 novembre 2017, il giudice Vinicio Cantarini accoglie la costituzione a parte civile di 18 genitori. Accetta la richiesta presentata dall’Avv. Canobbio di citare il Comune di Rimini come responsabile civile in quanto datore di lavoro della Pacassoni.
La Via dei Colori offre sostegno alle famiglie
Otto famiglie sono seguite dalla nostra associazione. Dal 2009 al 2018 ci siamo occupati di oltre 100 processi per maltrattamenti e abusi con speciale riferimento a quelli avvenuti all’interno di strutture educative ed assistenziali.
Il processo
Il 25 Ottobre 2018 inizia il processo vero e proprio per i maltrattamenti alla scuola materna Il Delfino di Rimini. I legali della maestra accusata presentano un’eccezione sull’indeterminatezza del capo di imputazione chiedendone l’annullamento. Il giudice la respinge. Udienza rinviata al 17 Gennaio 2019. Nell’udienza del 9 Settembre 2021 vengono visionati in aula i video integrali registrati dalle telecamere nascoste. Ai genitori dei bambini maltrattati è stato chiesto se riconoscevano i loro bambini e notavano maltrattamenti nei loro confronti. La prossima udienza è fissata al 15 Dicembre 2021.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.