
Il Secolo XIX: “Per noi è stato uno Tsunami”
Genova – «Quello che ci è successo è stato uno tsunami che ha completamente raso al suolo tutte le nostre certezze». A distanza di quasi due anni da quanto accaduto nell’asilo Cip e Ciop di Pistoia, Ilaria Maggi, mamma di uno dei bimbi coinvolti, parte civile al processo e presidente dell’associazione `La via dei colori´, racconta, ai microfoni di Radio19, la terribile esperienza vissuta e si oppone, assieme ad altri genitori, alla richiesta di archiviazione chiesta dalla procura di Genova per altre due maestre, indagate in un secondo filone dell’inchiesta che nel dicembre 2009 portò all’arresto della responsabile della struttura pistoiese Anna Laura Scuderi e la sua collaboratrice Elena Pesce per maltrattamenti nei confronti dei bambini del nido.
Un esposto presentato dagli stessi genitori , nel quale si chiedeva di ampliare le indagini sull’asilo, aveva fatto scattare il nuovo filone dell’inchiesta che aveva portato al coinvolgimento dello stesso sindaco di Pistoia Renzo Berti, per il quale è stato poi chiesta l’archiviazione, di una funzionaria comunale e di una cuoca della struttura, per le quali la procura ha invece chiesto il rinvio a giudizio, e per altre quattro persone.
Fra quest’ultime figurano le due maestre per le quali ora la procura chiede l’archiviazione. Secondo i pm, come spiegato dai genitori, i fatti precedenti non avrebbero un sufficiente supporto di prove.
«Ci opponiamo perchè secondo noi la struttura dell’asilo- spiega Ilaria Maggi – non permetteva alle persone di non capire cosa accadeva e chi ha taciuto per noi è responsabile nello stesso modo di chi ha commesso le violenze».
«Mio figlio è ancora in terapia – racconta la donna – indossa ancora il pannolino e alterna momenti di depressione a momenti di iperattività in cui diventa estremamente aggressivo per attirare l’attenzione su di lui».
Assurdo che un bambino identifichi le botte come un segno d’affetto, eppure è proprio quello che è successo al figlio di Ilaria Maggi. «La terapeuta e noi stiamo cercando di insegnargli che non è quella la via giusta per interpretare la vita».
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