In caso di maltrattamento a scuola, cosa fare, e soprattutto cosa non fare, diventano i primi dubbi lancinanti di ogni genitore o familiare coinvolto. Il primo istinto resta sempre quello di chiedere aiuto, ma a chi?
Nelle numerosissime chiamate al nostro Numero Verde (800-98.48.71) la stragrande maggioranza delle persone (per non dire la totalità) coinvolte in dubbi su maltrattamenti infrastrutturali ha avuto almeno per un istante il pensiero di chiedere conferma alle insegnanti o alla dirigente della struttura, alle insegnanti non direttamente coinvolte, o addirittura alla stessa insegnante sulla quale si hanno dubbi.
È un istinto naturale ma purtroppo se ci fermiamo anche solo un istante a pensare comprendiamo bene che non sia la scelta più idonea.
Scopriamo allora insieme come comportarci davanti al dubbio di essere in presenza di maltrattamenti a scuola: cosa fare ma soprattutto cosa NON FARE.
Cosa fare in caso di maltrattamento a scuola
Parlare con Dirigenza e personale scolastico NON sempre è la scelta migliore
Dirigenti ed insegnanti, nell’esercizio delle loro funzioni, sono pubblici ufficiali. Questo vale anche per il personale operante all’interno di strutture educative e di cura, che sono incaricati di pubblico servizio.
Per la legge italiana quindi, sia gli uni che gli altri, sarebbero obbligati a sporgere denuncia in presenza di una notizia di reato.
Nonostante questo, e nonostante quanto deciso dalla Suprema Corte di Cassazione in merito a chi assiste un maltrattamento e non lo denuncia, soltanto il 3% delle denunce di maltrattamento infrastrutturale proviene da operatori o dirigenti.
Questo è probabilmente dovuto alla mancanza di un protocollo che agevoli la gestione di segnalazioni da parte di colleghi o ausiliari, resta comunque un elemento da non sottovalutare. In caso di maltrattamenti a scuola quindi, cosa fare?
Gran parte delle indagini provenienti da denunce avvenute a seguito di colloqui con dirigenti e insegnanti sono state inficiate da una fuga di notizie che di fatto ha reso vane le seguenti intercettazioni ambientali.
Ecco perché se si sospetta fortemente un maltrattamento a scuola, la cosa da fare è prima di tutto salvaguardare la segretezza dell’eventuale indagine nei confronti del/dei possibile/i responsabile/i.
Prima di confrontarti con il personale scolastico o con la dirigenza, prova a comprendere l’entità e la fondatezza dei tuoi dubbi chiedendo aiuto a professionisti specializzati che possano guidarti verso la strada più idonea al tuo caso.
Mille domande ma attenzione a farle sul Web!
Ogni giorno al Numero Verde, i nostri operatori accolgono le domande di decine di genitori o parenti impauriti e pieni di dubbi, spesso comuni. E ogni volta la telefonata comincia con qualcosa tipo:
“Sospetto un maltrattamento a scuola, cosa posso fare?”
Ecco perché abbiamo raccolto quelle più frequenti di carattere psicologico e giuridico in modo da poter dissipare in maniera chiara e puntuale ogni perplessità.
Chiedere aiuto sul web va bene purché sia anonimo
Spesso, non sapendo cosa fare, si tende a chiedere informazioni sul web o a confidarsi sui Social Network. Questo può trasformarsi in un boomerang davvero pericoloso.
Qualunque cosa tu scriva sul web potrebbe essere screenshottata contro di te.
(cit. Veronica Benini)
Siamo presenti in molti gruppi di mamme come consulenti in merito ai maltrattamenti infrastrutturali. Fino a pochissimo tempo fa (ma succede ancora), le mamme scrivevano i propri messaggi “in chiaro”: postandoli nel gruppo col proprio nome e cognome, magari esplicitando la scuola o altri dettagli. Ricorda: anche senza citare strutture o maestre, un post del genere potrebbe essere salvato e usato dalla controparte per denunciarti di diffamazione.
Piuttosto, scrivi in privato agli amministratori dei gruppi e chiedi di “Pubblicare in anonimo” la tua richiesta di aiuto. Se questa non contiene dettagli relativamente alla scuola, può essere una buona idea. La miglior cosa da fare resta tuttavia far riferimento a professionisti specializzati che possano tutelare la tua privacy.
In caso di maltrattamenti a scuola, quali sono i sintomi del disagio ed i campanelli di allarme?
Ci sono segnali da non sottovalutare. A volte sono sintomi di un disagio, altre volte sono veri campanelli di allarme, come spieghiamo in questo post di approfondimento. Per questo, se sospetti un potenziale caso di abuso o maltrattamento, rivolgiti a professionisti specializzati in maltrattamento che possano valutarne l’effettiva entità e fondatezza.
Se pensi che un tuo caro sia vittima di maltrattamenti non tacere rendendoti complice delle violenze. Contattandoci all’ 800 98 48 71 o inviando una mail a sos@laviadeicolori.org avrai la possibilità di ricevere un consulto immediato con uno dei nostri professionisti specializzati in maltrattamenti e, nel caso in cui il dubbio venga confermato, potrai sottoporre il tuo caso alla nostra Commissione Tecnica, composta da avvocati, periti e psicologi, per ricevere una valutazione sulla strada più giusta da percorrere.
Come parlare con i bambini in caso di maltrattamento a scuola
Sicuramente la prima cosa che istintivamente viene da fare è cercare conferma ai propri dubbi provando a parlare con i bambini o comunque con la presunta vittima di maltrattamenti. Questo è un momento molto delicato da gestire con cura ed attenzione per evitare che quello che si fa, mossi dalle migliori intenzioni, diventi controproducente.
Piccoli trucchi per un dialogo efficace e rispettoso
- Evita domande dirette o cosiddette “chiuse” alle quali si possa banalmente rispondere con un “SI” o con un “NO”;
- Allo stesso modo evita domande suggestive che condizionino la risposta. Il bambino deve sentirsi libero di raccontare la propria realtà per come l’ha vissuta;
- Evita anche di far riferimento ad archi temporali troppo estesi. Apri il dialogo su momenti particolari della giornata, per esempio il pasto, il riposo pomeridiano o il gioco:
- SI: “Com’è andato il pranzo?”; “A cosa avete giocato oggi?”
- NO: “Come è andata a scuola?”; “Ti sei divertito oggi?”
- SI: “Com’è andato oggi il riposino? Come hai dormito?”
- NO: “Come sono state le maestre oggi?”; “Qualcuno ti mette in punizione?”
- Non incalzare il bambino con domande insistenti ma lascia che inizi il discorso di sua spontanea volontà. Magari invitalo a raccontare qualcosa di specifico della sua giornata;
- Non insistere con domande pressanti nel caso in cui il bambino si fermi nel racconto o abbia difficoltà a proseguire. In questi casi puoi provare, con voce calma ed il più possibile serena, a chiedere di raccontarti qualche dettaglio in più di uno degli episodi che ti ha detto in precedenza;
- Non interpretare le parole o i discorsi che non riesci a comprendere. Può capitare che il bambino si esprima con parole o concetti di difficile interpretazione. In questo caso, meglio chiedere che te lo rispieghi in altro modo.
Se vuoi approfondire i consigli per un dialogo efficace leggi il nostro post di approfondimento.
Fai mente locale su cosa ha fatto sorgere i tuoi dubbi rispetto al maltrattamento
Abbiamo notato, con tutti gli utenti del Numero Verde, che è di grande aiuto scrivere la storia legata ai propri dubbi. Come sono cominciati, fatti, campanelli di allarme, nomi ed episodi cui magari lì per lì non si era dato peso ma col tempo hanno acquisito importanza.
Maltrattamento a scuola: cosa fare?
Fermarsi un istante e scrivere un racconto accurato aiuta anzitutto chi ha un dubbio a far chiarezza nelle idee e razionalizzarle. Secondariamente il racconto può aiutare la persona a riportare le proprie perplessità alle forze dell’ordine o, ancora meglio, ad un professionista che possa interpretarle e indicare la giusta strategia da seguire.
Sottolineare i cambiamenti riscontrati nella presunta vittima, date ed eventuali riscontri (accessi al pronto soccorso, visite, libretti sanitari), contribuirà a dar corpo e fondatezza (o differentemente a razionalizzare) l’ipotetico dubbio iniziale.
Cosa fare e non fare in caso di maltrattamenti infrastrutturali
Il nostro team interdisciplinare può essere un aiuto.
Come accedere alla valutazione della nostra Commissione Tecnica
La Via dei Colori offre un servizio di consulenza in casi dubbi o accertati di maltrattamento e abuso con particolare specializzazione per quelli avvenuti in strutture educative e di cura.
Per ottenere la valutazione da parte della nostra Commissione Tecnica formata da avvocati e psicologi specializzati in maltrattamenti puoi chiamarci al Numero Verde 800 98 48 71 o scriverci alla mail sos@laviadeicolori.org. Se hai il dubbio di un maltrattamento a scuola cosa fare o non fare te lo diciamo noi.
Ti preghiamo di indicare tutti i tuoi dati di contatto e di scrivere un racconto dettagliato della tua storia allegando eventuali documenti che ritieni utili alla valutazione.
Qualora tu non sia ancora iscritto all’associazione (scopri cliccando QUI come fare), al fine di poter trattare i tuoi dati personali indicati durante l’eventuale contatto telefonico, o via mail, velocizzando così la valutazione della Commissione Tecnica, autorizza l’associazione al trattamento dei tuoi dati che RESTERANNO RISERVATI e NON daranno in alcun modo seguito ad ALCUNA segnalazione senza il tuo consenso.
Compila il modulo per l’autorizzazione alla privacy cliccando QUI.
Perché rivolgerti a noi se hai già sporto una denuncia alle forze dell’ordine
La Via dei Colori mette a disposizione di tutti i soci il supporto legale e psicologico specializzato in tutti i casi di maltrattamento a scuola e abuso infrastrutturale e non.
Essere accompagnati da professionisti di lunga esperienza già in fase di indagine permette alla persona offesa ed alla sua famiglia di ricevere informazioni accurate e puntuali sulle fasi processuali. Oltre che il supporto morale necessario ad affrontare un percorso sicuramente delicato. Infatti in caso di maltrattamenti a scuola sapere bene cosa fare e non fare diventa essenziale.
Sebbene il vivo dell’azione penale avvenga con la costituzione di parte civile, negli oltre 180 processi gestiti nei primi 10 anni dal Comitato Scientifico de La Via dei Colori, ci siamo resi conto di quanto sia possibile fare per agevolare e velocizzare le operazioni d’indagine. Fornire il racconto dei fatti in maniera accurata e tecnicamente corretta permette di far luce meglio e prima su eventuali dettagli utili all’indagine che altrimenti potrebbero non aver modo di emergere.
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I CAMPANELLI DI ALLARME
Esistono alcuni sintomi che possono identificare la presenza di un possibile maltrattamento. Scopri quali sono e come riconoscerli!
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