Pavia, 14 Aprile 2022
Da una chat tra colleghe lasciata aperta sul computer della scuola una mamma scopre il suo bambino di 8 anni bullizzato da tre maestre alla scuola primaria Carducci di Corso Cavour a Pavia. Chat e messaggi vocali sono ora al centro di un esposto presentato dalla famiglia dello studente con disabilità. Intanto le tre insegnanti sono sospese in via cautelare.
Caso del bambino bullizzato dalle maestre alla scuola elementare Carducci di Pavia
Tutto ha inizio ad Ottobre 2021 quando la mamma del bambino si accorge che il figlio è diventato stranamente insofferente e nervoso. Il piccolo fa capire che il problema è legato ad alcune maestre ma la donna pensa ad un normale periodo critico passeggero. Da prima la madre non aveva dato grosso peso a questo cambiamento del bambino ma i fatti hanno assunto tutt’altra connotazione a fine Novembre 2021 quando una delle tre docenti del figlio chiede di parlarle.
L’insegnante avrebbe informato la madre d’esser stata “costretta” a lasciare il figlio fuori dalla classe per qualche minuto a causa del suo comportamento poco corretto.
I genitori, chieste spiegazioni circa l’episodio alla coordinatrice e alla maestra di ruolo, avevano espresso il parere che quanto fatto non fosse un corretto ed efficace “metodo educativo”.
A conferma di questo, la maestra aveva addirittura regalato al bambino una “spilletta dell’amicizia” quale suggello di pace fatta. «Ancora oggi – racconta la mamma – la custodisce gelosamente nella vetrinetta di casa».
Archiviato questo spiacevole episodio la famiglia è intenzionata ad andare avanti serenamente ma poco tempo dopo pare che spariscano alcuni fogli contenenti appunti personali e di famiglia che erano in uno dei quaderni del bambino erroneamente portato a scuola.
La scoperta della chat
Verso la fine di Febbraio 2022 la mamma dell’alunno, a sua volta docente nella stessa scuola elementare nel Pavese, intercetta una chat tra tre colleghe lasciata sbadatamente aperta su uno dei computer della scuola.
«Una collega mi ha chiesto di dare un’occhiata a un computer perché stava dando dei problemi. Come spesso accade, si è aperta l’applicazione WhatsApp Web, lasciata attiva. In un gruppo in cui interagivano una docente, referente della dirigenza, e altre due colleghe, ho letto il cognome di mio figlio e ho voluto approfondire».
I dialoghi della chat di WhatsApp scoperti dalla madre del bambino con disabilità negli uffici scolastici l’hanno lasciata di stucco. Al centro dei discorsi c’era il proprio figlio apostrofato con epiteti quali “pirla” o “bambino di merda”. Ma non solo. Messaggi vocali e foto ritraevano il piccolo con lo sguardo basso relegato in punizione o seduto al banco a braccia incrociate. Il tutto condito da risate e toni volgari.
Da quanto raccontato dalla madre nella chat incriminata ci sarebbero addirittura i suggerimenti che una maestra darebbe all’altra su una possibile modalità di “giustificazione” circa l’accaduto. Il tutto da mettere in campo qualora la famiglia avesse chiesto spiegazioni sulla punizione esagerata nei confronti del bambino: “Dici per esempio che lo hai messo lì per farlo rilassare“.
Nell’intervista rilasciata al rotocalco Vanity Fair la donna descrive con esattezza quanto sia stato fortuito il caso di scoprire la chat ma anche quanto il suo contenuto l’abbia sconvolta. Già da tempo infatti fra le colleghe, che hanno postato foto, messaggi e vocali su WhatsApp, e la mamma del bambino deriso era noto ci fossero delle tensioni, sebbene non gravi, legate al lavoro soprattutto con una delle tre.
I racconti della mamma
“Mi sono pietrificata”, racconta la madre del bambino bullizzato dalle maestre in un’intervista riportata sul Corriere della Sera. “Ho fatto lezione, e quando i bambini sono andati via, ho guardato tutte le chat. Ho continuato a farlo per i tre giorni successivi. Mi è bastato digitare il nome di mio figlio: decine di messaggi, vocali zeppi di insulti da novembre dello scorso anno”. Ma non solo: “Mio figlio descritto come un bambino sporco, che arrivava a scuola senza essere lavato e con gli abiti sudici; un incapace che non riusciva a stare al passo con i compagni e che si limitava a frignare. Sono sconvolta, anche se il sostegno di una psicologa ci sta aiutando a superare la vicenda”.
I dissapori con le colleghe della scuola
Durante l’intervista rilasciata al Corriere della Sera il giornalista chiede alla madre se per caso ritenga che il comportamento delle colleghe verso il ragazzo fosse una sorta di ritorsione nei suoi confronti a valle dei dissapori che avevano avuto.
«Ne sono certa. – dice la madre del bambino coinvolto – Lo bullizzavano per ripicca. Il bersaglio ero io che avevo preso le distanze da certi loro comportamenti che non mi appartengono, come coprire uscite per commissioni in orario lavorativo, o il mancato rispetto di certe regole, soprattutto in periodo Covid in cui io ero referente d’istituto. A giorni metterò tutto nero su bianco dai carabinieri. Ora mi sono limitata ad un esposto, perché non bisogna nascondere episodi simili».
Inoltre nelle chat che sarebbero allegate all’esposto pare che le colleghe sapessero molti dettagli della vita di questa famiglia. Dettagli anche extra scolastici: «Non solo offendevano il bambino, – racconta la mamma – ma anche me e mio marito che era solito andare ai colloqui. Guardavano cosa pubblicavamo su Facebook e WhatsApp per poi deriderci. Le abbiamo bloccate, ma hanno continuato ad impicciarsi con altri numeri e profili. Si accordavano su cosa dire per evitare problemi qualora avessimo chiesto spiegazioni».
Questo avvalorerebbe la tesi che, secondo quanto riportato dalla famiglia, all’origine del comportamento riservato dalle colleghe al figlio ci sarebbero screzi e tensioni con i genitori.
Il comportamento pareva essere abituale
Ripercorrendo quanto dichiarato ai giornali dalla famiglia coinvolta emerge che questo tipo di comportamenti, come spesso accade, non fossero fatti solo a danno del bambino in questione ma anche di altri.
«Quando ho scoperto quanto accadeva a mio figlio – racconta la mamma – altre due mamme mi hanno riferito di aver spostato di classe i loro, proprio a causa delle maestre in questione. Noi abbiamo cambiato casa, e di conseguenza mio figlio ha iniziato a frequentare la scuola in cui insegno, per comodità. Ebbene, in un vocale si sente chiaramente che la collega intende indagare sul motivo di questo cambiamento, e addirittura sull’iter all’asilo del bambino».
Gli esposti della famiglia
La famiglia del bambino bullizzato dalle maestre al centro della chat incriminata, difesa dall’Avvocato Luisa Flore, ha scelto di presentare un esposto alla dirigente scolastica dell’istituto, all’Ufficio Scolastico Regionale e provinciale, al Difensore civico di Regione Lombardia, un garante dei diritti dei cittadini, e alla diocesi di Pavia.
Il 15 Aprile 2022 il Ministero dell’Istruzione comunica che l’Ufficio scolastico della Lombardia ha disposto i dovuti approfondimenti sulla vicenda. L’intervento dell’Ufficio scolastico va ad aggiungersi a quello intrapreso dal Provveditorato locale avviando una procedura interna di valutazione e verifica al termine della quale non si esclude possa esserci anche un’ispezione ministeriale.
Il 19 Aprile 2022, al ritorno dalle vacanze pasquali, le tre insegnanti non si sono presentate a scuola comunicando che saranno in cattedra fino alla fine dell’anno scolastico o comunque fino alla conclusione del procedimento disciplinare a loro carico.
Nel pomeriggio ha avuto luogo l’incontro richiesto dai genitori per confrontarsi in merito alla vicenda. Livianna Speciale, Dirigente scolastica dell’Istituto Carducci, ha spiegato loro che le docenti di musica, religione, italiano e matematica saranno sostituite da alcune supplenti.
A valle di questa riunione la mamma del bambino dichiara ai giornalisti: «Abbiamo chiesto sanzioni severe e tutela per nostro figlio».
La famiglia ha inoltre fatto sapere che entro fine Aprile 2022 ha intenzione di depositare l’esposto anche in questura. L’accusa che la famiglia recrimina è quella di aver reso il proprio figlio vittima di una ritorsione a causa di conflittualità caratteriali tra le docenti e sua madre.
La denuncia
Secondo quanto riportato dal sito di Rai News nel pomeriggio del 16 Aprile 2022 i genitori si presentano in caserma dei Carabinieri per presentare una denuncia formale. I militari avrebbero aggiunto a quanto raccontato dalla madre anche le chat di WhatsApp comprensive di tutti i media audio e foto allegati alla stessa e scoperti per caso.
“Ci hanno detto che tratteranno la vicenda con tutta l’attenzione” dichiara subito all’uscita dalla caserma l’avvocato della famiglia Luisa Fiore.
La scoperta delle chat non ha turbato solo la famiglia coinvolta nei fatti ma anche moltissime delle famiglie con figli iscritti alla Scuola Primaria Carducci di Pavia. Non tutti però concordano con la scelta della mamma circa il clamore mediatico e la denuncia. “Alcune famiglie nella classe di mio figlio hanno smesso di salutarci, vogliono che torni in classe una delle insegnanti. Una madre mi ha detto che avrei dovuto condividere con il gruppo le chat e decidere tutti insieme cosa fare, invece di agire di testa mia”.
La madre non è d’accordo perché ritiene che tale comportamento abbia inficiato anche sul benessere e sull’esempio dato ai compagni di suo figlio: “Comportandosi così, hanno autorizzato anche gli altri a comportarsi da bulli”.
Le speranze per il futuro
Ovviamente la famiglia vorrebbe potersi lasciare alle spalle questo orribile periodo augurandosi che il bambino bullizzato dalle maestre possa ritrovare la serenità perduta.
“Da tempo lamentava malesseri e nervosismo in relazione al rapporto con queste maestre”.
“Vorrei che venissero presi provvedimenti disciplinari nei confronti di queste insegnanti – sottolinea duramente la mamma – che come educatrici hanno miseramente fallito”.
La mamma è certa di aver fatto la cosa giusta nonostante alcuni dei genitori le si siano rivolti contro. “Io ho deciso di andare avanti perché vorrei semplicemente che capiscano che cosa è successo, perché non si ripeta più […]. Con i loro comportamenti hanno tradito non me ma uno dei loro bambini, che avrebbero dovuto accudire”.
Le conseguenze delle scelte istintive: anche la mamma viene denunciata
Nonostante le ottime intenzioni e le ragioni che inizialmente hanno spinto i genitori a chiedere giustizia il caso sta prendendo una piega inaspettata. Infatti nei primi di Luglio 2022 su vari quotidiani, tra cui La Repubblica, appare la notizia che anche sulla mamma penderebbe una denuncia. Il caso sarebbe dunque passato all’esame della Corte d’appello di Milano, competente per i reati informatici.
Secondo quanto riportato la madre sarebbe stata denunciata per essersi introdotta abusivamente nella conversazione telematica sebbene questa fosse stata lasciata aperta sul computer della scuola. Questo difatti violerebbe la corrispondenza della collega.
Questa storia, oltre ad aver portato alla sospensione cautelare delle tre docenti che nella chat schernivano il loro alunno, ha portato anche la madre a finire sotto l’occhio degli inquirenti.
La mamma racconta quanto la notizia di questa denuncia a suo carico l’abbia colta di sorpresa: «L’ho scoperto con un messaggio vocale dell’avvocato, che aveva ricevuto una telefonata da un giornalista. Io mi sono seduta e ho pensato che fosse un risvolto allucinante di questa vicenda. Lo confesso, mi sono messa a piangere e ho pensato: che coraggio hanno avuto queste qui. Anche se me lo aspettavo, da quel giorno mi è venuta l’ansia e dormo poco».
Attraverso la sua avvocata fa sapere che “Ha scelto di tutelare il figlio” nonostante le possibili ripercussioni.
“La signora si difenderà nelle sedi opportune” – continua l’avvocato Luisa Flore – “Era una circostanza che era stata messa in conto, ma che non l’ha comunque fermata”.
La vicenda in breve
- Ottobre 2021: Inizia il cambiamento nel bambino con la comparsa di irritabilità e nervosismo apparentemente immotivati giustificati da un cattivo rapporto con le insegnanti.
- Febbraio 2022: La madre scopre la chat in cui il bambino veniva bullizzato dalle maestre.
- Aprile 2022: La famiglia fa esposto al Ministero e rilascia interviste.
- 15 Aprile 2022: Interviene l’ufficio scolastico regionale.
- 16 Aprile 2022: La famiglia presenta esposto alla questura.
- 4 Luglio 2022: La madre denunciante viene a sua volta denunciata per aver violato la privacy della collega leggendo la sua corrispondenza.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.