Corigliano-Rossano (CS), 19 Luglio 2022
Tre persone, due donne ed un uomo, sono state arrestate, e poste ai domiciliari, in via cauzionale a valle di un’indagine per maltrattamenti in un centro diurno per disabili a Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza. Almeno 7 le persone offese vittime dirette del reato. Sotto accusa figurerebbero anche una quarta e quinta persona.
Caso di maltrattamenti in un centro diurno per disabili a Corigliano-Rossano in provincia di Cosenza
L’inchiesta parte nell’autunno 2021 e si protrae fino all’Aprile 2022 diretta dal PM Veronica Rizzaro con il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D’Alessio. Le indagini, condotte dal Reparto Territoriale di Corigliano Rossano, oltre a servizi di osservazione, comprenderebbero anche intercettazioni ambientali che hanno permesso di svelare un ricorso sistematico ad atti intimidatori e violenti al fine di mantenere la calma fra i giovani pazienti disabili.
Secondo la ricostruzione effettuata dalle informazioni rilasciate dall’Agenzia ANSA le persone indagate per i maltrattamenti nel centro diurno per disabili sono responsabili di aver vessato i ragazzi ospitati maltrattandoli in modo reiterato sia fisicamente che psicologicamente.
Il clima di terrore e crudeltà
Secondo gli inquirenti nel Centro Diurno per disabili finito nell’inchiesta, il clima di terrore e crudeltà era una realtà quotidiana e fortemente impattante per il benessere psicofisico dei ragazzi ospiti della struttura gestita da una Onlus. Mortificati, percossi e vessati, oltre che umiliati. I ragazzi venivano terrorizzati ogni giorno con atti che “acquistano maggiore gravità, in quanto realizzati proprio da coloro che avrebbero dovuto tutelare persone caratterizzate da particolare fragilità psichica“.
Alessandro D’Alessio, procuratore di Castrovillari, descrive in una nota le tre persone indagate come persone “i cui tratti di violenza e crudeltà hanno ingenerato un vero e proprio clima di terrore tra i ragazzi, al fine di consolidare il proprio potere all’interno della struttura, alternando minacce, aggressioni vere e proprie, nonché la famigerata ‘terapia del dolore’, utilizzata in particolare su una delle vittime, non solo per scopi educativi ma per sfogare – da parte di uno degli arrestati – i propri istinti sadici.”
I tre indagati finiscono sotto accusa. Non solo per aver compiuto violenze, sia fisiche che psicologiche, ma anche per non essere intervenuti impedendo ai colleghi di perpetuare le violenze pur avendone l’obbligo giuridico. Inoltre l’accusa pare rilevare e sottolineare come i comportamenti maltrattanti agiti dagli operatori sui ragazzi fossero tutt’altro che sporadici essendo presente una sconcertante abitualità che permette quindi di contestare il reato di maltrattamenti.
Altre due persone indagate
In un articolo del Corriere della Calabria figurerebbero anche una quarta e una quinta persona sotto accusa. Rispettivamente M.S. e T.G.
La misura cautelare ai domiciliari
Nel Luglio 2022 il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Castrovillari firma l’ordinanza di misura cautelare richiesta verso 2 operatori sociosanitari e un educatore che lavoravano nel Centro Diurno per disabili a Rossano. Nell’ordinanza il GIP descrive minuziosamente la drammaticità delle condizioni in cui le vittime erano costrette a stare evidenziando un sistema di atteggiamenti violenti e crudeli che definisce “piegato agli istinti personali e sadici di uno degli indagati“.
Nella mattina del 19 Luglio 2022 gli indagati, Francesco Ritacco, Luciana Antoniotti e Grazia Fusaro, vengono raggiunti dalla misura cautelare e condotti nelle proprie abitazioni dopo la burocrazia del caso. Il regime degli arresti domiciliari è stato disposto per evitare che durante la prosecuzione delle indagini gli indagati non possano fuggire, reiterare il reato o inquinare le prove, restando contestualmente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Tutti e tre gli indagati sono ritenuti responsabili, in concorso, a vario titolo, di reiterate condotte di maltrattamenti nei confronti di persone disabili.
L’interrogatorio di garanzia
Il 22 Luglio 2022 si sarebbe dovuto tenere l’interrogatorio di garanzia sui due dei tre indagati. Davanti a Simone Falerno, GIP del Tribunale di Castrovillari, l’educatore e le due operatrici devono rispondere dell’accusa di maltrattamenti a danno dei pazienti disabili a loro affidati.
Al momento dell’incontro, Francesco Ritacco, difeso dagli avvocati Roberto Laghi e Giuseppe Vena, e Luciana Antoniotti, operatrice della onlus, difesa dall’avvocato Giovanni Bruno, si sono dichiarati estranei ai fatti.
Secondo quanto riportato dall’Eco dello Jonio Luciana Antoniotti ha risposto a tutte le domande in un interrogatorio fiume descrivendo dettagliatamente tutte le modalità usate al fine di svolgere le attività lavorative all’interno del centro e anche all’esterno. Inoltre l’operatrice indagata ha anche evidenziato come nella sua carriera lavorativa, di 5 anni all’interno della struttura, nessuno prima di adesso avesse mai lamentato o riportato ferite o problemi analoghi a quelli contestati.
Invece il difensore di Grazia Fusaro, Francesco Calabrò, ha richiesto al Giudice di poter visionare i video che incriminerebbero la propria cliente e i suoi due colleghi. L’avvocato ha giustificato la richiesta motivandola con la necessità della propria cliente di prepararsi adeguatamente alle eventuali domande del magistrato. Avendo il GIP accettato la richiesta, predisponendo la consegna dei filmati, l’interrogatorio di Grazia Fusaro, difesa dall’avvocato Livio Calabro, è stato differito a Lunedì 25 Luglio 2022.
La memoria difensiva dell’educatore accusato di maltrattamenti
Come riportato dall’Agenzia ANSA, i difensori dell’educatore Francesco Ritacco hanno depositato – contestualmente all’interrogatorio – anche una memoria difensiva al fine di richiedere la revoca o quantomeno la riduzione della misura cautelare dei domiciliari.
Nello specifico, proprio su Ritacco gravano, oltre le accuse di aver maltrattato gli utenti disabili a lui affidati, anche quella di aver agito con “sadismo nei confronti di alcuni ospiti del centro“.
I difensori dell’educatore evidenziano come i rapporti di lavoro fra Ritacco e la Onlus “Gocce di Memoria” sia cessato il giorno 30 Giugno. Impedendo quindi la reiterazione potenziale del reato definendo “l’assenza di prove di reità, e comunque che l’ipotesi contestata, maltrattamenti di cui all’articolo 572 del codice penale, appare eccessiva rispetto all’entità obiettiva e subiettiva dei fatti“.
Nello scritto, i legali dichiarano inoltre come il loro assistito “oltre a essere incensurato, è persona priva di qualsivoglia carico penale pendente: in vita sua si è sempre comportato in modo corretto“.
Ricordiamo come la misura cautelare venga disposta in caso di “gravi indizi di colpevolezza” qualora vi siano pericolo di fuga, reiterazione del reato o inquinamento delle prove. Nella loro memoria i legali sottolineano che si possa revocare “non potendosi intravedere nella vicenda né un motivo di recidivanza, né un pericolo di inquinamento delle prove“.
La PM Veronica Rizzaro si è riservata di esaminare l’istanza dell’educatore al fine di poter formulare il proprio parere. Il GIP si è riservato di provvedere almeno fino al giorno dell’interrogatorio della terza indagata.
Di fatto viene quindi tutto riservato almeno fino a lunedì 25 Luglio 2022. Giorno in cui l’intero collegio difensivo potrà avere il quadro completo e l’accesso alla totalità del materiale probatorio di cui ha bisogno al fine di decidere relativamente alla revoca o riduzione delle misure cautelative.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.