Se abbiamo il dubbio che un bambino sia vittima di maltrattamenti o se, più semplicemente, vogliamo accertarci che stia bene a scuola, possiamo parlargli. Ma come parlare ai bambini? Ecco alcuni consigli per un dialogo efficace.
Come parlare ai bambini per un dialogo efficace
Parlare e domandare è il primo istinto ma si tratta di un momento estremamente delicato che va gestito con attenzione e cura o potrebbe diventare controproducente.
8 consigli per un dialogo efficace e rispettoso
- Evitiamo domande dirette o ‘chiuse’ alle quali si possa rispondere solo “sì” o “no”.
- Sono da evitare anche domande suggestive. Il bambino deve sentirsi libero di raccontare la propria realtà per come l’ha vissuta.
- No ad archi temporali estesi. Apriamo il dialogo su momenti particolari della giornata, come il pasto, il riposo pomeridiano o il gioco. Esempi:
SI: “Com’è andato il pranzo?”; “A cosa avete giocato oggi?”
NO: “Come è andata a scuola?”; “Ti sei divertito oggi?”
SI: “Com’è andato oggi il riposino? Come hai dormito?”
NO: “Come sono state le maestre oggi?”; “Qualcuno ti mette in punizione?” - Non incalziamo il bambino con domande insistenti. Lasciamo che inizi il discorso spontaneamente, magari invitandolo a raccontare qualcosa di specifico della sua giornata.
- Se il bambino si ferma nel racconto o ha difficoltà a proseguire, non pressiamolo. Proviamo, con voce calma e il più possibile serena, a chiedere di raccontarci qualche dettaglio in più di uno degli episodi detti in precedenza.
- Qualora il bambino racconti qualcosa di anomalo accaduto a scuola, mantenendo un tono calmo, ripetiamo ciò che ha detto per dimostrare che lo stiamo ascoltando e che è importante per noi ciò che lui racconta. Poi chiediamogli un dettaglio in più.
Es: – “La maestra mi ha dato uno schiaffo”
– “Ah la maestra ti ha dato uno schiaffo. E dove te lo ha dato?“ - Se non comprendiamo qualcosa del suo racconto non interpretiamolo. Chiediamo piuttosto che ce lo rispieghi in altro modo.
- Se il bambino parla di gesti violenti compiuti da qualcuno chiediamogli di mimarli. Es: “Adesso io faccio te e tu fai la maestra, ok? Vediamo, com’era questo schiaffo?“
I libri sono un aiuto al dialogo
A volte per aprire il dialogo con il bambino può essere utile le lettura condivisa di un libro. Nel nostro progetto Biblioteca a Colori selezioniamo e sperimentiamo albi illustrati che siano importanti canali proprio su come parlare ai bambini. Uno dei principali che consigliamo molto spesso alle famiglie quando ci chiamano per sospetti maltrattamenti è “Ti voglio bene anche se” di Debi Gliori.
Registrare il dialogo con il bambino
Nel caso in cui nutriamo forti sospetti di un maltrattamento potremmo registrare la conversazione con il bambino (svolta secondo le modalità di cui sopra). Dobbiamo però assicurarci che il bambino non si accorga di questa operazione o perderemo la naturalezza e la verità del suo parlare. Mai (mai!) chiedere ad un bambino di ripetere ciò che ha detto per avere l’opportunità di registrarlo. Se ha detto qualcosa di importante annotiamola riferendo le sue esatte parole ed il contesto in cui le ha pronunciate.
I bambini non mentono
Nei casi di maltrattamenti accade spesso che i bambini non vengano creduti. I bambini non mentono e non inventano. Occorre dunque prestare sempre molta attenzione a ciò che dicono. Soprattutto quando riferiscono di cose o usano termini e toni che non sono usuali nell’ambiente familiare.