
Ancora un rinvio nel processo per i maltrattamenti all’Asilo Mazzanti
Una mamma: “è un pugno al cuore e allo stomaco”.
Nulla di fatto. Ancora un rinvio nel processo al 30 gennaio 2014. Oggi alle ore 9:30 nel Tribunale di Ravenna ha avuto luogo la seconda udienza del Rito Abbreviato contro due (Aba Nigro e Monica Medri) delle quattro maestre imputate per i maltrattamenti scoperti all’asilo Mazzanti di Conselice.
L’avv. Raffaele Coletta che difende Aba Nigro ha chiesto l’assoluzione completa mentre l’avv. Andrea Visani che difende Monica Medri ha spiegato che: “se i video fossero stati della stessa entità del Cip e Ciop di Pistoia lui non avrebbe mai difeso la sua imputata e che i fatti non sussistono. L’incidente probatorio inoltre non è stato eseguito a dovere”. Provati, dalla presenza delle imputate in aula, i genitori si sono detti “determinati ad andare avanti anche se sentire parlare le maestre non è stato facile”.
La voce di una mamma
“Voler sminuire a tutti i costi le varie fasi del processo è un pugno al cuore e allo stomaco per tutti noi genitori” spiega Irene, una delle mamme che hanno avuto il coraggio e la forza di denunciare le violenze, rappresentata dall’avvocato Giulio Canobbio del Foro di Genova. “Durante la scorsa udienza – conclude Irene – la maestra Medri ha chiesto scusa a tutti i genitori, questo purtroppo non basta per cancellare mesi di dolore”.
L’Avv. Canobbio
“Solo in seguito all’incidente probatorio richiesto da solo due di queste si è arrivati alla contestazione dell’aggravante di cui al secondo comma di cui all’art. 572 c.p., con conseguenze rilevanti in punto pena e prescrizione del reato.” Così l’avv. Canobbio, direttore del comitato scientifico de La Via dei Colori. “è stata la perseveranza di poche parti ad aver, perlomeno allo stato, impedito una definizione del processo in forme molto più semplificate. In tal senso credo che tutti i genitori e i bambini coinvolti debbano essere grati a questi soggetti. Ricordo che talune delle imputate avevano richiesto la definizione del procedimento mediante applicazione della pena, circostanza poi non accolta dal P.M., penso proprio anche in seguito alla modifica dell’imputazione. Allo stato siamo fiduciosi e in attesa della sentenza della Dr.ssa Guidomei.”
(A cura di Benedetta Maffia)