Conselice (RA), 7 Gennaio 2011
Maltrattamenti all’asilo nido Mazzanti di Conselice, in provincia di Ravenna. Bambini picchiati, chiusi in bagno, infilati di testa nel water. Così emerge dall’inchiesta della Procura di Ravenna partita dalla denuncia di un ex dipendente dell’asilo e seguita dall’esposto del sindaco.
Tutta la vicenda sul caso di maltrattamenti all’asilo nido Mazzanti di Conselice
Le indagini partono dalla denuncia di un ex dipendente dell’asilo nido Mazzanti (appoggiata dal padre, maresciallo in pensione) unitamente a un ausiliare in servizio nella struttura. Successivamente, e precisamente il 7 Dicembre 2010, il sindaco Maurizio Filippucci, assieme ad altre tre persone, si reca in Questura e presenta a sua volta un esposto.
“Avevamo raccolto delle voci su situazioni poco chiare nelle condotte educative di uno o due insegnanti. Così abbiamo ritenuto opportuno informare la Procura”.
Le indagini si avvalgono anche di intercettazioni video. Dall’11 ottobre al 16 novembre vengono installate telecamere nascoste nei locali dell’asilo. A novembre, le due educatrici, Monica Medri e Michela Brunetti, vengono sottoposte a procedimento disciplinare da parte della Cooperativa Zerocento di cui sono dipendenti. Prima la sospensione, poi a dicembre, la risoluzione del rapporto di lavoro.
Le misure cautelari
L’8 gennaio 2011 viene notificata alle due maestre l’ordinanza di custodia cautelare. Non solo, viene disposto anche il sequestro di documenti negli uffici del Comune di Conselice, di cui è dipendente una delle educatrici, e negli uffici della cooperativa ZeroCento. Entrambe vengono condotte nel carcere di Forlì.
Le accuse di maltrattamenti all’asilo nido Mazzanti di Conselice: bambini con la testa nel water
L’accusa è di maltrattamenti all’asilo nido Mazzanti su circa 50 bambini di età compresa fra gli 11 e i 36 mesi. Sarebbero stati oggetto di strattonamenti, scappellotti, offese, nomignoli e vessazioni. Inoltre sarebbero stati rinchiusi in bagni e sgabuzzini, costretti a mangiare con la forza, anche cibo vomitato, infilati di testa nel water. Comportamenti assimilabili alla tortura, come sottolinea in un articolo Ilaria Cucchi, sorella di Stefano.
Le altre indagate nell’Asilo Mazzanti di Conselice
Pochi giorni dopo, una terza maestra 41enne, Aba Nigro, che non compare nelle video riprese registrate dai carabinieri, viene indagata a seguito delle deposizioni testimoniali rese da alcune colleghe. Difesa dagli avvocati Filippo Poggi e Maria Grazia Guardigli, racconta così la sua versione dei fatti.
“Sì, ammetto di aver dato qualche lieve scappellotto sulla fronte di qualche bambino, di aver forse strattonato qualcun altro che puntava i piedi e anche di avere alzato i toni. Ma sono estranea a qualsiasi forma di quelle gravi condotte descritte nell’ordinanza”.
Il 5 agosto anche Alba Alberti viene indagata per favoreggiamento.
Il primo caso de La Via dei Colori (e una storia di amicizia)
A circa sei mesi dalla nascita de La Via dei Colori sul sito arriva una mail di Irene. Una mamma dell’asilo di Conselice. Una telefonata fiume a discutere di paure, smarrimento e lotta. Dopo qualche giorno arriva anche la telefonata di Annalisa. Un’altra mamma dello stesso asilo che domanda a Ilaria Maggi: “Dopo un anno e mezzo, come avete fatto a non impazzire?”. “Non ne ho idea – risponde – Ma siamo la prova che è possibile“.
Il 18 febbraio 2012 La Via dei Colori partecipa alla Presentazione ufficiale dell’ Associazione Genitori a Scuola – Conselice.
I campanelli di allarme
“Come tanti genitori, anch’io ho appreso la notizia dalla tv e fino ad allora non avevo avuto nessun sospetto…” Spiega Irene. “Però c’erano tanti segnali che non sapevo identificare ma che mi facevano intuire che mia figlia non stava bene. Aveva iniziato a non dormire più volentieri nella sua cameretta, si svegliava in continuazione e per la paura degli incubi arrivava anche a vomitare nel lettino. Aveva iniziato a tirarsi i capelli, a mordersi. Se veniva ripresa si buttava all’indietro a peso morto facendo un tonfo sul pavimento. Un altro segnale importante erano le parole che mia figlia aveva cominciato a dire a casa come “cicciona”, “puzzona”, “culona”. Termini che noi non avevamo mai utilizzato, men che meno in sua presenza. La mia piccola riportava nel gioco quello che viveva ogni giorno a scuola e così, spesso la vedevo chiudere nello sgabuzzino le sue bambole.”
Aggiunge anche: “Mi sono confrontata spesso con le maestre, ma invano”.
La prima udienza
Il 21 Giugno 2012 alle 9:30, nel Tribunale di Ravenna, si svolge la Prima Udienza. Alcuni genitori si costituiscono parte civile. Altri si ritirano e accettano un risarcimento dalla cooperativa. Questo crea un clima di amarezza. Fuori dall’aula i genitori attivi nel processo indossano magliette con la scritta Guai a chi molla. Ilaria Maggi è presente in aula: “Anche noi abbiamo vissuto una prima udienza e sappiamo bene quanta tensione ci sia e quanto sia difficile il momento di entrare in aula e sentire tanti “estranei” parlare del dolore vissuto da tuo figlio, dei traumi, delle botte“.
L’Avv. Giulio Canobbio, del Foro di Genova, assume l’incarico per due famiglie del caso Mazzanti.
L’incidente probatorio
L’Avv. Canobbio durante la seconda udienza chiede e ottiene l’incidente probatorio, le perizie sono fondamentali per valutare i danni subiti dai bambini. Il Tribunale nomina la dottoressa Maria Zirilli che parla di “esposizione violenta” paragonabile a “situazioni di terrore come in casi di guerra“. L’esito delle perizie porta il pm a modificare i capi d’imputazione da maltrattamenti a maltrattamenti aggravati con modifiche negli anni di pena (Leggi l’intervista a Ilaria Maggi).
La scelta dei riti processuali
Il 27 settembre 2013 davanti al GUP Antonella Guidomei si conoscono i riti scelti dalle quattro maestre. Michela Brunetti e Alba Alberti saranno processate con rito ordinario il 9 giugno 2014. La prima è accusata di maltrattamenti e la seconda, già in pensione, è accusata di favoreggiamento per aver coperto le colleghe durante i maltrattamenti nell’asilo Nido Mazzanti di Conselice. Aba Nigro e Monica Medri scelgono di essere processate con rito abbreviato. Nel corso di questa udienza, l’educatrice del comune Alba Alberti, chiede e ottiene di essere sottoposta a esame del Giudice per chiarire la propria estraneità ai fatti.
Le prime condanne
Dopo due udienze di rito abbreviato si rinvia al 30 gennaio 2014. Arriva così la sentenza di primo grado per Aba Nigro e Monica Medri. Tre anni e due mesi a Monica Medri con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Un anno e otto mesi con sospensione condizionale per Aba Nigro (leggi l’approfondimento). Il 9 giugno 2014 Michela Brunetti, accusata di maltrattamenti, patteggia un anno e 8 mesi.
Chi tace acconsente: una condanna esemplare
Alba Alberti, inizialmente accusata di favoreggiamento, viene condannata il 27 novembre 2014 per concorso in maltrattamenti per omissione. Condanna esemplare per la coordinatrice comunale dell’asilo che aveva taciuto i maltrattamenti delle tre colleghe. Il giudice Corrado Schiaretti la condanna a un anno di reclusione per concorso in maltrattamenti derivati dall’aver omesso la denuncia del reato.
“Come dipendente pubblico aveva l’obbligo di segnalare, invece è stata totalmente assente, arrivando al punto di negare. Una stagista, in poche settimane di permanenza estiva – ha sottolineato il pm – aveva riscontrato i maltrattamenti, bambini coperti con le lenzuola e schiaffeggiati quando non dormivano. La Alberti, in un asilo così piccolo, non poteva non aver visto. Bastava lavorarci, per vedere“.
L’appello
Il 4 aprile 2017 si svolge l’udienza di appello per Aba Nigro e Monica Medri. La Corte d’appello dichiara di non doversi procedere per i reati contestati per cui è già intervenuta la prescrizione. La pena viene così rideterminata. Tre anni di reclusione a Monica Medri e un anno e sei mesi per Aba Nigro. Derubricazione del reato, invece, nell’appello di Alba Alberti che viene condannata a una pena pecuniaria di 300 euro per omessa denuncia.
La Cassazione
Il 2 Febbraio 2018 la Corte di Cassazione accoglie il ricorso di parte civile e annulla le statuizioni civili della sentenza di appello per la Alberti. Atti rinviati al giudice civile competente per valore. La Cassazione stabilisce dunque il nesso causale tra l’omessa denuncia e i danni riportati dai bambini. Chi tace è responsabile. (Leggi il comunicato.)
La condanna definitiva
Il 21 Aprile 2018 la Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi. Confermate dunque le condanne in via definitiva. Andranno in galera, Monica Medri e Aba Nigro. Dovranno scontare rispettivamente tre anni e un anno e sei mesi di reclusione. La Corte Suprema le ha altresì condannate al pagamento delle spese processuali. Monica Medri viene condotta in carcere il 10 Maggio 2018. (Leggi il comunicato.)
Tre maestre risarciscono il Comune
Nel Gennaio 2022 il Tribunale di Ravenna condanna, con sentenza civile, le tre ex maestre dell’asilo nido Mazzanti al pagamento di 70mila euro all’amministrazione comunale. Nello specifico dovranno rimborsare all’amministrazione locale 30mila euro per il danno non patrimoniale e altri 40mila per quello patrimoniale.
La Vicenda Giudiziaria in breve
- 7 gennaio 2011: Disposta custodia cautelare per due maestre accusate di maltrattamenti all’asilo nido Mazzanti di Conselice.
- 8 gennaio 2011: Il Gip Anna Mori firma la conferma delle ordinanze di custodia cautelare per Monica Medri e Michela Brunetti.
- 12 gennaio 2011: Aba Nigro, una terza maestra dell’Asilo Mazzanti di Conseilce, viene indagata.
- 13 gennaio 2011: La Nigro racconta la sua versione al Gip.
- 5 agosto 2011: Alba Alberti viene indagata per favoreggiamento.
- 21 giugno 2012: Prima Udienza.
- Settembre 2012: L’Avv. Canobbio chiede e ottiene che vengano svolti gli incidenti probatori su 3 bambini vittime dei maltrattamenti. Il PM Roberto Ceronidi decide per la modifica del capo di imputazione da “Maltrattamenti” a “Maltrattamenti Aggravati”.
- 27 settembre 2013: Si scelgono i riti processuali. Ordinario per Michela Brunetti e Alba Alberti, abbreviato per Aba Nigro e Monica Medri.
- 11 novembre 2013: Il PM chiede una pena di 4 anni per Monica Medri e 1 anno e 8 mesi per Alba Nigro.
- 9 Dicembre 2013: Seconda udienza del Rito Abbreviato. Ancora un rinvio al 30 gennaio del nuovo anno.
- 30 Gennaio 2014: Sentenza di primo grado per Aba Nigro e Monica Medri. 3 anni e 2 mesi con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni a Monica Medri. 1 anno e 8 mesi con sospensione condizionale per Aba Nigro.
- 09 Giugno 2014: Udienza preliminare del procedimento contro Michela Brunetti e Alba Alberti. Brunetti patteggia 1 anno e 8 mesi. Per la seconda inizia il processo.
- 27 Novembre 2014: Sentenza di primo grado per Alba Alberti. Inizialmente a processo per favoreggiamento, viene condannata dal giudice Corrado Schiaretti a 1 anno di reclusione per concorso in maltrattamenti derivati dall’aver omesso la denuncia del reato.
- 4 Aprile 2017: La Corte d’Appello dichiara di non doversi procedere per i reati in prescrizione e condanna Monica Medri a 3 anni e Aba Nigro a 1 anno e 6 mesi.
- *** – Sentenza di Appello per Alba Alberti rivede il giudizio di primo grado condannandola per favoreggiamento ad una pena pecuniaria di 1000 euro.
- 1 Febbraio 2018: Udienza di Cassazione per Alba Alberti. Annullate le statuizioni civili della sentenza d’appello.
- 21 Aprile 2018: La Cassazione dichiara i ricordi inammissibili. Monica Medri e Aba Nigro sono condannate in via definitiva.
- 10 Maggio 2018: Monica Medri viene condotta nel carcere di Forlì.
- Gennaio 2022: Tre maestre vengono condannate al risarcimento di 70mila euro all’amministrazione comunale.