Capoterra (CA), 29 Luglio 2017
Il caso di maltrattamenti all’asilo “Casa dei bambini Maria Montessori” di Capoterra, in provincia di Cagliari, vede coinvolte madre e figlia, titolari della struttura. Secondo le indiscrezioni dei giornali pare che le due donne percuotessero i bambini talmente forte da farli addirittura cadere sul pavimento o sbattere nel muro. Al momento non sono state applicate misure cautelari nei confronti delle due donne.
Caso di maltrattamenti all’asilo Casa dei bambini Maria Montessori di Capoterra
Le indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Liliana Ledda, sono partite dalla denuncia di una ex dipendente. Il quadro che emerge a carico delle due indagate sarebbe davvero molto grave. Bambini sollevati di peso, scaraventati da una parte all’altra della stanza o costretti sulla sedia pare fosse il modus operandi sia di Eulalia Demontis, 31 anni, che di sua madre, Atena Salonis, 57.
La finestra di indagine, ovvero il periodo durante il quale si sarebbero protratte le verifiche da parte degli inquirenti, si estenderebbe complessivamente per circa tre anni. Infatti gli episodi sotto accusa riguarderebbero un arco temporale dal Gennaio 2012 all’Ottobre 2013 e poi nel periodo tra Maggio e Giugno del 2014.
Testimonianze e video
Dimostrare gli episodi di violenza che accadono all’interno di strutture scolastiche ed assistenziali è spesso un problema non da poco. Per questo negli ultimi anni, là dove si indaghi per il reato di maltrattamenti (572 c.p), si è ricorsi con sempre maggiore costanza all’ausilio delle intercettazioni ambientali.
Il caso di maltrattamenti all’asilo Casa dei bambini Maria Montessori di Capoterra non è da meno. Infatti, secondo le indiscrezioni dei giornalisti, tutte le metodologie violente ai danni dei piccolissimi ospiti della struttura sono state confermate, oltre che dalle numerose testimonianze, anche dai video che lascerebbero pochi dubbi.
I video confermano i racconti dei genitori
Nelle pagine del fascicolo di indagine i Carabinieri hanno raccolto numerosi racconti rilasciati dai genitori. Ma non solo. Le intercettazioni ambientali dimostrerebbero che “ai bambini venivano tirati i capelli, venivano privati dell’acqua, della merenda e di tutte o di parte delle pietanze del pranzo. Erano costretti a mangiare separatamente dagli altri, a stare seduti per lungo tempo e a dormire anche contro la loro volontà, lasciati a piangere nei loro lettini“.
Alcuni dei genitori, rappresentati dall’Avvocato Antonella Piredda, hanno informato la stampa, tramite il loro difensore, che qualora venissero confermate le condotte delle due indagate sarebbero pronti a costituirsi parte civile.
Altri genitori, rivolgendosi alla nostra associazione, hanno espresso il desiderio di capire se, ed eventualmente come, i loro figli possano essere rimasti coinvolti nella vicenda.
La titolare della scuola nega ogni addebito
Eulalia Demontis, titolare dell’asilo, nega gli sculaccioni nella scuola e respinge ogni accusa.
“Sono serena – ha dichiarato la donna all’Unione Sarda – queste accuse sono state messe in piedi da una nostra ex dipendente che agiva contro gli interessi della scuola, garantendo servizi privati alle famiglie a danno dell’istituto. Questa da sei anni è ritenuta da tutti una scuola d’eccellenza: abbiamo piena fiducia nella giustizia“.
La proprietaria de La Casa dei Bambini non è nuova agli scandali
Già nel Marzo del 2011 l’asilo era stato chiuso per presunte irregolarità (clicca QUI per la fonte).
Nell’articolo si legge come, sebbene la Demontis avesse presentato “la dichiarazione autocertificativa di inizio attività“, tutte le attestazioni le erano state negate per mancanza dei requisiti minimi di legge. In quel caso le autorità misero i sigilli lasciando alla proprietaria i canonici 60 giorni per mettersi in regola.
Sul sito della struttura piena solidarietà alle indagate
Nella Home Page della Casa dei Bambini è comparso un Comunicato secondo il quale “La Frejya Società Cooperativa che gestisce dall’attuale anno scolastico (fino al 2016 c’era un’altra gestione) le scuole: ‘Casa dei Bambini M. Montessori’ di Capoterra e ‘L’Asilo Arcobaleno’ di Assemini esprime solidarietà nei confronti delle dipendenti chiamate in causa e piena fiducia nella magistratura.”
Nel comunicato Alessio Melis, presidente della cooperativa attualmente responsabile delle due strutture, si dice certo che lo scandalo sia solo da imputare ad una sorta di rivendicazione da parte di una ex dipendente.
Il processo
L’8 Febbraio 2019 il caso di maltrattamenti all’asilo Casa dei bambini di Capoterra approda in tribunale davanti al giudice Giampiero Sanna. Le imputate sono difese dall’Avvocato Guido Manca Bitti. Nell’udienza è stata esaminata una delle madri che aveva denunciato i maltrattamenti ma la sua versione è di fatto cambiata. Nell’udienza del 9 Aprile 2019 sarà sentita l’ultima delle mamme chiamate al processo come parti offese, due insegnanti ed una stagista. Successivamente saranno esaminati i testi della difesa.
La teste principale dell’accusa è un’ex dipendente della struttura
Da quanto è emerso pare anche che la mamma di un bambino abbia telefonato all’asilo chiedendo dove si trovasse il figlio. Come risposta ha ricevuto un “E’ qui che mangia con gli altri“. In realtà il bambino era tornato a casa da solo. A suo tempo l’insegnante in questione è stata licenziata, denunciata ed indagata per abbandono di incapace ma poi l’accusa è caduta. La donna però è diventata la teste principale di questo caso in quanto ha denunciato i maltrattamenti che avvenivano all’asilo Casa dei bambini M. Montessori di Capoterra. La testimonianza della donna potrebbe quindi avere un peso decisivo nel processo. A tal proposito Eulalia Demontis ha sempre respinto ogni accusa che, a suo dire, sarebbero state “messe in piedi da un’ex dipendente che agiva contro gli interessi della scuola, garantendo servizi privati alle famiglie in danno dell’istituto“.
Il PM e l’avvocato di parte civile, Antonella Piroddi, dovranno cercare di ottenere dalla testimone le prove dei fatti al centro del dibattimento.
Ad oggi non è ancora dato sapere come si stia sviluppando la vicenda.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.