Diamante (CS), 2 Luglio 2019
Una maestra di sostegno è accusata di maltrattamenti nella scuola elementare all’Istituto Comprensivo statale di Diamante, in provincia di Cosenza. La donna avrebbe ripetutamente chiamato un bambino di 8 anni con sindrome di Down: “Mongoloide“.
Caso di maltrattamenti dalla maestra di sostegno all’Istituto Comprensivo di Diamante
A denunciare questa vicenda è il padre del bambino che scrive una una lettera a Fanpage. “Mi assumo ogni responsabilità delle mie dichiarazioni, consapevole di ritrovarmi, come sempre, solo. Solo con il peso del mio dovere e il dovere della mia fede“. Così dichiara Francesco Liserre, avvocato penalista, nel raccontare la storia di suo figlio.
I fatti risalgono al 2017, anno in cui il bambino aveva otto anni e frequentava la seconda elementare nell’Istituto Comprensivo di Diamante. Nel Marzo 2017 un suo compagno vide al telegiornale la notizia di una maestra arrestata per maltrattamenti e scoppiò a piangere raccontando cosa accadeva in classe.
La maestra dava del “mongoloide” al bambino
Il bambino raccontò che l’insegnante di sostegno maltrattava un suo compagno disabile con strattoni, tirate d’orecchio, trascinamenti, urla e lo offendeva dicendogli “mongoloide”. Dopo di lui anche altri bambini raccontano la stessa cosa. Intanto il piccolo coinvolto non aveva detto niente ai genitori, viste anche le sue difficoltà di linguaggio, ma aveva manifestato segni di disagio, primo fra tutti l’alopecia.
L’incidente probatorio
“Per me non è possibile che fatti del genere, di una gravità inaudita, possano restare nell’oblio investigativo – afferma Liserre – Siamo arrivati a un incidente probatorio dopo circa due anni dalla commissione di questi fatti, sebbene abbia più volte sollecitato l’allora pubblico ministero, essendo io un avvocato penalista, perché sono fatti che vanno immediatamente cristallizzati per evitare che ci sia una dispersione legata all’età evolutiva e alla fragilità dei minori che possono rimuovere il ricordo“.
L’archiviazione
Dopo l’audizione dei bambini il PM chiede l’archiviazione: “Del tutto normale pare infatti imprimere un po’ di forza per sollevare un bambino da terra, senza che ciò implichi necessariamente una violenza fisica“. Nel Luglio 2019 il Gip accoglie la richiesta e a due anni di distanza arriva la sentenza di archiviazione del Tribunale di Paola.
Parlare per rispettare la dignità
Il bambino intanto frequenta un’altra scuola e sta meglio. Il padre annuncia di non volersi fermare: “Ho deciso di scrivere al Csm, al ministro della Giustizia e alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Porterò questa questione ai massimi livelli, non potevo più tacere per rispettare la dignità mia e di mio figlio ma anche affinché tutto questo non si verifichi nei confronti di altri bimbi i cui genitori non hanno la forza di riportare questi fatti“.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.