Nei bambini vittime di maltrattamenti infrastrutturali può capitare che si manifesti il mutismo selettivo. Scopriamo insieme di cosa si tratta e se può essere considerato un vero e proprio campanello di allarme.
Cos’è il Mutismo Selettivo
Secondo il DSM-V, il Mutismo Selettivo è un disturbo dell’infanzia caratterizzato da una incapacità di parlare in determinate circostanze. In particolare, si tratta dell’incapacità nel parlare in particolari situazioni sociali in cui, al contrario, ci aspetteremmo che il bambino si esprima (American Psychiatric Association, 2013). Per esempio, un bambino può esprimersi verbalmente nel proprio ambiente familiare, ma diventa incapace nell’ambiente classe.
Quando si può manifestare il mutismo selettivo
Le ricerche effettuate in questo ambito, ritengono che tale comportamento sia una forma di fobia sociale spesso non riconosciuta prima del 5° anno di età, ma che compare tra il 1° e il 3° anno di vita.
Il Mutismo Selettivo si manifesta attraverso dei segnali ben precisi. Il primo in assoluto è quando un bambino normalmente loquace in casa, all’esterno si esprime con monosillabe o attraverso gesti (Wasssom, 2010). Per giungere ad una diagnosi accurata del disturbo il medico deve escludere ogni forma di problema fisico legata al mutismo. Il disturbo tuttavia è associato a comportamenti collerici o ad eccessiva timidezza o isolamento sociale (McKay & Storch, 2011).
Cause, fattori di rischio e criteri diagnostici:
Il disturbo è associato ad un forte stato d’ansia. Le ricerche evidenziano che un bambino affetto da Mutismo Selettivo abbia subito un forte trauma, violenze, abbandono.
Secondo il DSM-V, i criteri che devono essere soddisfatti sono i seguenti:
- Il bambino non parla in situazioni sociali specifiche (ad esempio a scuola) nonostante si esprima normalmente in altra situazione (a casa);
- Il disturbo interferisce con risultati scolastici o lavorativi o con la comunicazione sociale;
- La durata del disturbo è di almeno 1 mese;
- L’incapacità di parlare non è imputabile a una mancanza di conoscenza della lingua né ad altri fattori di tipo fisico (sordità);
- Il disturbo non è legato ad altre patologie quali il disturbo dello spettro autistico, la schizofrenia o un altro disturbo psicotico.
Come si cura il mutismo selettivo
Inizialmente è consigliabile uno screening completo alla fine del quale (e con esito negativo) ci si potrà rivolgere ad un professionista psicologo. Bisognerà poi indagare sullo stato psicologico del bambino e si chiederà ai genitori di descrivere l’intera giornata del bambino. Seguiranno domande più specifiche rispetto a paure, situazioni spiacevoli, traumi a cui il bambino è stato sottoposto. Il professionista dovrà programmare in seguito un colloquio di follow-up con il bambino ben consapevole che quest’ultimo sarà probabilmente poco comunicativo.
Il trattamento migliore con diagnosi di Mutismo Selettivo è quello di riduzione dell’ansia del bambino. Per questo motivo sarà di fondamentale importanza individuare la causa di quest’ansia. L’obiettivo non sarà quello di “far parlare il bambino” ma quello di metterlo a proprio agio e di consentirgli di rilassarsi. Tale atteggiamento deve essere seguito anche dai genitori i quali spesso rispondo al disturbo con soluzioni punitive e arrabbiandosi con il bambino.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) prevede l’individuazione di pensieri ansiosi che possono contribuire al comportamento “silenzioso” del bambino e gli insegna ad identificare tali pensieri negativi per sostituirli con pensieri positivi (Viana, Beidel & Rabian, 2009).
Prima verrà diagnosticato il disturbo, migliore sarà la prognosi. È evidente che più a lungo un bambino rimarrà nel suo mutismo e più lunga sarà la terapia psicologica. Di positivo c’è che la prognosi per questo disturbo è eccellente: molti bambini risolvono completamente il disturbo grazie ad un trattamento adeguato.
Referenze e bibliografia di riferimento:
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
- McKay, D.:& Storch, E.(eds) (2011). Handbook of Child and Adolescent Anxiety Disorders.Springer: N.Y.
- Viana, A.; Beidel, D. & Rabian, B. (2009). Selective Mutism: A review and integration of the last 15 years. Clinical Psychology Review: Vol. 29; Iss. 1.
- Wassom,M (2010).“Selective Mutism”. Journal of Developmental and Behavioral Pediatric.Vol. 31, Iss. 8.