Oggi facciamo un paio di esperimenti per introdurre il diritto alla lentezza dei bambini ed al giusto tempo che devono avere per tutto.
Il Diritto alla Lentezza dei bambini: il giusto tempo di fare tutto che dovremmo concederli
Proviamo a mettere una maglietta della taglia di un adulto addosso a un bambino di tre anni. Una maglietta taglia 44 a un bimbetto diciamo di tre anni e vediamo che effetto ci fa. Che effetto ti fa vedere un bimbo vestito così, con le maniche a penzoloni? Gli sta grande quella maglietta, vero? E non so a te, ma a me viene una voglia matta di toglierla subito di dosso quella maglietta. Perché non è una maglietta adatta a lui, non è assolutamente della sua taglia.
Facciamo un altro esperimento. Mettiamo un bambino di due anni davanti a un piatto di pasta diciamo “normale”. Quanto sarà un piatto di pasta normale per un adulto? 80 grammi? Di fronte a un piattone così il bambino inizierà a fare “no” con la testa. O almeno questo è quello che fanno le mie figlie quando mi sbaglio mettendole a tavola davanti a piatti di spaghetti troppo grandi per loro. Mi dicono: «No grazie, è troppo grande per me!».
Facciamo un ultimo esperimento e ti prometto che è l’ultimo. Proviamo a guardare con un pò di attenzione la giornata dei nostri bambini. Tutte le cose che hanno da fare, da mattina a sera, a tempo di marcia, come soldati.
La sveglia al mattino, il latte trangugiato in fretta per non fare tardi a scuola, la vestizione cronometrata, che poi alla fine (lo facciamo tutte noi mamme, non diciamoci balle) li vestiamo noi i bambini, perché loro da soli ci metterebbero troppo. Poi la corsa in macchina nel traffico (col bimbo allacciato nel seggiolino di dietro mentre magari la mamma o il papà ascoltano il giornale radio) saluti e abbracci di fretta davanti a scuola, e poi in aula a far lezione. Poi la ricreazione (che dura sempre pochissimo) e poi in mensa. Quanto tempo hanno in mensa i bambini per mangiare? Pochino mi sa. E poi? Dopo la mensa e un altro pochino di ricreazione che si fa? Il riposino e un po’ di relax? Figuriamoci! Macchè! E allora via di nuovo in classe a imparare altre cose, un paio d’altre ore almeno.
Nel pomeriggio finalmente qualcuno arriva a ritirare il bel pacchettino a forma di bambino. E lo porta a casa? Magari!
Invece no, di solito lo porta all’altro capo della città a pianoforte, o a danza, in piscina, o al tennis, o anche a fare le arti circensi (certi madri, come la sottoscritta lo ammetto, vogliono sempre strafare ed anche le attività scolastiche devono essere diverse dagli altri).
Subito dopo di corsa a casa per la cena che non c’è tempo da perdere. Infine un cartone e in fretta infiliamo il pigiamino. Una passata di spazzolino e via a letto entro le nove in punto perché domani si ricomincia. E’ un altro giorno bello pieno di cose da fare!
Scusa, ma a te queste sembrano giornate tagliate su misura per i bambini? A me sembrano giornate tagliate su ritmi adulti e non su ritmi per i piccolini. E non chiedermi come fare a rallentare, perché io una risposta purtroppo non ce l’ho.
Eppure mi rendo conto che dovremmo concedere ai nostri figli il diritto alla lentezza e al trovare il loro giusto tempo per fare tutto.
(A cura di Barbara Galli)
10 comments
L’ha ribloggato su Ma la notte no!.
Grazie Lucia
Vero, verissimo. Tocchi un nervo scoperto perchè mi sto interrogando proprio in questi giorni sui ritmi che impongo al nano….ma come fare? Vorrei anche io una risposta..
Mamma Avvocato, la risposta non c’è mai perché non siamo liberi di scegliere se è quanto lavorare che ritmi tenere e quindi quali ritmi imporre ai nostri bambini e comunque il senso di colpa è qualcosa che fa parte della maternità secondo me, ti si insinua dentro appena aspetti un bambino. Neanche io lo so, come fare neanche se è 17 anni che faccio la mamma e ho accumulato 4 figlie, non è una cosa che dipende dall’esperienza. Ciao B.
Hai ragione purtoppo! La soluzione è difficile da trovare…
Io e mio marito ci stiamo alternando nello stare a casa dal lavoro per stare più tempo con i nostri figli e concedere loro ritmi più umani, ma quando maternità, paternità ed aspettative varie termineranno non so come faremo. Purtroppo abbiamo bisogno di lavorare entrambi…
Sono arrivata qui dal blog di Mamma Piky..mi fa piacere averti conosciuta!!
Ciao Koko,
io credo che bisogna rassegnarsi un po’ alla lunghezza che ha questa coperta, che non è proprio perfetta a volte è un po’ corta, ma credo anche che i bimbi siano molto più forti di quel che crediamo e se cerchiamo di fare al meglio anche se non siamo perfetti -ché i genitori perfetti non ci sono- però se cerchiamo di metterci il massimo dell’impegno secondo me quello, ai nostri bambini, credo che possa bastare. Ciao Barbara
…. hai ragionissima. Io cerco di rallentare almeno nei WE o comunque di riconoscere con loro che fare le cose lentamente non è un limite.. anche se ha volte purtroppo il tempo è realmente tiranno!
Ecco Vittore hai ragione rallentare almeno nei week end, farli prendere fiato, ché se i ritmi dei giorni lavorativi ci sono imposti almeno il fine settimana si del ritmo giusto. ciao
B.
vengo dal blog di mamma Piky e devo dire che ne è valsa la pena. hai scritto in maniera egregia quello che è un po’ il tema caldo su molti blog in questi giorni. io sul mio ne parlai più volte tempo fa ma ancora una volta mi rendo conto che non c’è soluzione: una mamma che lavora (e di questi tempi per fortuna) fa sempre ricadere sui propri bimbi ansie e fretta e fa vivere loro la giornata come un adulto.può rallentare, ritagliare qualche spazio in più, ma la situazione cambia ben poco.
Mammamedico, la coperta è corta, è innegabile, non tutte le madri possono stare a casa dal lavoro e io ti confesso, anche potendo ad esempio, non lo so se lo vorrei, per me stessa dico: ho bisogno di lavorare. Una soluzione, io proprio non ce l’ho. Ciao B.