In Abruzzo, terra tristemente famosa per essere stata martoriata dal terremoto del 6 aprile del 2009, si materializza una realtà esemplare. L’idea è di creare un’opportunità partendo dalla necessità di ricostruire da zero gli edifici scolastici per farne un’esperienza innovativa di cui il nostro Paese ha estremamente bisogno. Gettare le basi per la scuola del futuro.
La scuola del futuro si ricostruisce in Abruzzo
I nuovi edifici per la scuola del futuro verranno costruiti non solo rispettando i criteri antisismici e di messa in sicurezza ma progettandoli anche secondo i più moderni principi educativi. Con spazi interni in grado di favorire l’apprendimento e permettere una più facile integrazione delle tecnologie e dei linguaggi digitali.
E’ stato siglato in tal senso un protocollo nell’ambito del Piano “Scuole d’Abruzzo – Il Futuro in Sicurezza” finalizzato alla riparazione, ricostruzione e messa in sicurezza delle scuole danneggiate dagli eventi sismici del 2009. Il tutto tra il settore Edilizia scolastica dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del cratere, l’Ufficio Scolastico regionale dell’Abruzzo ed INDIRE, l’Istituto Nazionale Documentazione e Ricerca Educativa.
Si tratta di interventi su oltre 155 edifici scolastici danneggiati dal sisma, 100 soggetti attuatori, dei quali 96 sono Comuni e 4 Province, escluso il Comune dell’ Aquila.
L’ex Presidente della Provincia de l’Aquila
La senatrice del PD, Stefania Pezzopane, ex Presidente della Provincia de l’Aquila che si trovò ad affrontare l’emergenza terremoto, esprime la sua felicità per questo progetto che “Costituisce un ponte tra il dolore degli ultimi anni e il futuro della regione Abruzzo“. E riconosce alla base di questo ponte proprio le scuole che rappresentano una delle basi per la vita sociale, per le famiglie e un importante esempio per tutta la nazione.
L’Istituto Nazionale Documentazione e Ricerca Educativa
Per questo grande passo in avanti è necessario anche l’adeguamento dei metodi di insegnamento riqualificando anche il corpo docente. Infatti Indire si occuperà anche di organizzare seminari e momenti d’incontro, sia online che in presenza, rivolti al personale delle scuole riqualificate per formare i docenti ad insegnare in ambienti didattici innovativi.
Il Presidente di Indire, Giovanni Biondi, sottolinea:
“Tutti gli studi a livello internazionale concordano sul fatto che l’organizzazione dello spazio è una componente essenziale per il miglioramento della didattica“.
Si complimenta con le Istituzioni locali che si dimostrano lungimiranti nel voler creare una scuola che segua i più moderni criteri educativi ed offra agli studenti locali una formazione migliore, più naturalmente adatta alla fisiologia umana.
“Dobbiamo superare la concezione classica dello spazio didattico. Quello della riorganizzazione delle scuole è quindi un tema generale ed è legato alla necessità di una didattica diversa in quanto la società e soprattutto i ragazzi sono cambiati. In Italia abbiamo un’edilizia scolastica che è difficile da riconvertire alle nuove esigenze della didattica. Questa idea di collegare l’edilizia alla didattica del futuro è una scommessa mondiale. Oggi abbiamo le aule perché ci si basa su un modello di lezione frontale. Anche gli arredi servono per stare seduti e prendere appunti. Bisogna cambiare gli spazi immaginando come sarà la didattica del futuro. Per la scuola del futuro è necessario portare a sistema le migliori esperienze che si stanno facendo. L’obiettivo è quello di coinvolgere i ragazzi nello sviluppo delle competenze, farli innamorare dello studio e dell’imparare. Ciò è possibile grazie alle nuove tecnologie ed opportunità offerte“.
Saranno interessati gli Istituti Superiori dove saranno previsti spazi individuali di approfondimento per le diverse esigenze e spazi comuni (Agorà) dove creare interazione tra studenti e tra studenti e docenti senza le classiche barriere. Di orari, aule, banchi, cattedre sul modello nordeuropeo. Mentre per le scuole materne si guarderà al modello di Reggio Children, esperienza tutta italiana esportata a livello mondiale da ormai diversi anni.
Per questa splendida Good News ci complimentiamo con tutti gli enti coinvolti certi che sarà un’importante fucina per la scuola del futuro.
(A cura di Silvia Bruciamonti)