Stimolare il dialogo con i bambini è forse una delle cose più difficili da fare per noi genitori. Eppure è anche la forma più basilare ed utile di “prevenzione” nelle nostre mani. Ecco perché sarebbe utile che imparassimo ad utilizzare tutte le possibili strategie a nostra disposizione. Abbiamo dunque deciso di condurti passo passo attraverso strumenti che possano facilitare questo difficile compito.
Come stimolare il dialogo con i bambini attraverso un libro
Questo libro ci è stato presentato da una carissima amica de La Via dei Colori di nome Alessandra. Anche lei lo ha scoperto per caso ed anche lei ne è rimasta affascinata. La cosa che colpisce è il significato profondo misto alla semplicità con la quale in poche pagine questa lettura riesce a metterti in contatto con i tuoi figli.
“Ti voglio bene anche se… sei un piantagrane”
“Ti voglio bene anche se” è un libro con immagini delicatissime e molto dolci. Molto breve e scritto in rima. Scritto da Debi Gliori e pubblicato da Mondadori è disponibile in due versioni. Cartonato o nel formato leggermente più grande con pagine in carta. Queste sue caratteristiche di base lo rendono molto attraente anche per i bambini più piccoli che potranno seguire la storia attraverso le figure. Nella nostra esperienza però, anche per i bimbi più grandi, ovvero almeno fino ai 10 anni, specialmente qualora abbiano avuto trascorsi di abuso, questo libro diventa una piccola “Calamita Calmante”. I bambini infatti trovano nelle pagine di questo libro le rassicurazioni di cui hanno bisogno rispetto al ruolo dei loro adulti di riferimento.
Perché la storia di Mini e Maxi è un valido aiuto per stimolare il dialogo coi bambini
“Ti voglio bene anche se” parla di una Mamma Volpe (Maxi) e del suo Volpacchiotto (Mini) che come tutti i bambini si diverte a combinare qualche guaio. Niente di strano fin qui, ma la cosa bella è ciò che si nasconde dietro questa specie di filastrocca.
“Sono un Mini piantagrane e nessuno mi vuol bene!“. Il piccolo Mini sa di essere bricconcello a volte ed ha l’enorme paura che, per le sue birichinate, la mamma smetta di volergli bene. Ma come può una storia del genere stimolare il dialogo fra adulti e bambini?
Il dialogo fra gli adulti ed i bambini è basato prima di tutto sulla fiducia e sulla stima che il bambino ripone nell’adulto di ferimento. Essere compreso ed essere creduto è una necessità di ogni bambino ed è proprio su questo fattore che, in alcuni casi, gli adulti abusanti fanno leva.
“…e lo sai, ti voglio bene anche se sei un piantagrane!”
Cosa succede nella testa dei nostri figli ogni giorno? Cosa accade quando vengono rimproverati magari troppo aspramente o senza capirne la ragione?
Spesso noi genitori tendiamo a pensare che i nostri figli siano sicuri del bene che vogliamo loro. Spesso crediamo che il nostro bene per loro sia “scontato” ma questo non è affatto vero.
Quando il bambino è sereno sia in famiglia che a scuola i suoi dubbi sono piccoli piccoli.
Ma cosa accade quando un bambino viene messo a disagio da un adulto che reputa affidabile? Oppure quando riceve una punizione eccessiva che però crede (sbagliando) di meritare?
I bambini per natura tendono ad avere una fiducia smisurata in primis della famiglia con la quale crescono. Subito dopo la famiglia i bambini si fidano delle persone che vengono loro presentate “di fiducia” (Insegnanti, parenti, baby sitter…). Quando una (o più) di queste persone tradiscono la sua fiducia spesso il bambino tende a trovarne una causa in se stesso.
“Chi avrebbe creduto mai ad un bambino?”
Nel momento in cui il bambino si sente a disagio per qualcosa che sta vivendo tenderà a trovare una giustificazione in se stesso. Solitamente questo accade qualora riceva una punizione “esagerata” o apparentemente immotivata. Questo accade anche qualora venga vessato, umiliato, o costretto a far cose che lo fanno sentire “strano”.
Ecco dunque che se il bambino pensa di meritare una certa punizione (anche se gli pare esagerata), avrà difficoltà a raccontarlo a casa. Questo nella maggior parte dei casi accade perché l’adulto maltrattante tende a giustificare il maltrattamento o il sopruso colpevolizzando la piccola vittima.
- “Se lo racconti a casa la mamma non ti vorrà più bene”;
- “Se lo racconti a casa mamma e papà moriranno“;
- “Se lo racconti a casa non ti crederanno ed i bambini bugiardi vengono abbandonati“;
- “Se lo racconti a casa capiranno quanto sei stato cattivo e ti puniranno anche loro“.
Queste sono spesso le frasi che hanno accompagnato i maltrattamenti di cui ci siamo occupati. Il bambino tende ad omettere ciò che accade, non perché non lo faccia soffrire, ma perché ha il terrore di peggiorare una situazione già dolorosa. “Chi avrebbe creduto mai ad un bambino?” disse Andrea dopo l’arresto delle sue maestre nel tragico caso dell’Asilo Cip Ciop di Pistoia.
Come può esserci utile il libro di Debi Gliori
“Ti voglio bene anche se” è un libro che nella sua semplicità racchiude molte delle cose necessarie per stimolare il dialogo e consolidare il rapporto adulto bambino. Seguendo l’esempio di mamma Maxi, la cosa migliore da fare fin da piccoli ed anche quando tutto va meravigliosamente bene, è rassicurare i nostri figli del fatto che niente potrà mai cancellare l’amore che proviamo per loro. Nessuna marachella, nessuna brutta cosa accaduta potrà mai farci aver voglia di abbandonarli. Ma soprattutto niente e nessuno potrà mai impedirci di credere a ciò che ci dicono. La cosa migliore, fin da piccoli, è stimolare un dialogo onesto dove loro si sentano sereni di poter raccontare senza essere giudicati.
Sarà importantissimo che loro sentano di poter trovare nel nido familiare un porto sicuro dove poter parlare delle proprie paure. E’ importante che siano certi che nessuna paura verrà derisa o sottostimata e che insieme sarà sempre possibile trovare una soluzione.
Cosa può fare un genitore per stimolare il dialogo coi propri figli
Spesso i genitori che contattano il Numero Verde de La Via Dei Colori Onlus ci chiedono cosa fare quando vedono i loro figli cambiare improvvisamente. A volte gli adulti intuiscono il problema ma i bambini non vogliono o non sanno raccontare ciò che li turba. Abbiamo spiegato spesso quali possano essere i campanelli di allarme che ci devono far drizzare le antenne ma spesso questa è una fase già avanzata.
Il consiglio che diamo sempre allora è questo: comincia a rassicurarli sul fatto che li ami e che li amerai qualunque cosa accada. Rassicurali sul fatto che anche se hanno fatto i birboni nessuno ha il diritto di far loro del male. Digli che non esistono persone che abbiano il diritto di umiliarli. Digli che, qualora questo per caso accada, potranno parlarne apertamente con te perché gli credi sempre. Spiegagli che non c’è cosa che non faresti per dar loro una mano. Non stancarti di ripetere che non c’è problema così grosso che non si possa affrontare insieme.
Questo libro ti aiuterà sicuramente tantissimo in questo difficile compito. Lo abbiamo consigliato spassionatamente a tante famiglie in difficoltà. Siamo sicuri infatti che possa essere un valido sostegno ed una dolcissima buonanotte per tutti i bambini di tutte le età.
In fondo a chi non fa piacere sentirsi dire “Ti voglio bene anche se”?