Imola, 17 Dicembre 2018
Una maestra è finita ai domiciliari per insulti razzisti e maltrattamenti in un asilo statale di Imola. L’insegnante di 55 anni avrebbe maltrattato i bambini per tre anni, dal 2015 al 2018. Le piccole vittime maggiormente prese di mira sono bambini di colore ed hanno tutti un’eta compresa tra i 3 ed i 5 anni.
Caso di insulti razzisti e maltrattamenti in un asilo statale di Imola
Le indagini sono partite in seguito ad un esposto presentato nel Luglio 2017 da un gruppo di genitori. Gli stessi che già nel 2016 avevano fatto una segnalazione alle autorità scolastiche che però avevano ritenuto “la non sussistenza di elementi concreti e circostanziali tali da supportare l’eventuale apertura di un accertamento ispettivo”. Ma i genitori non si sono arresi e questa volta il quadro appare subito grave dal fatto che i bambini tornano spesso a casa con dei lividi. Chiaro campanello d’allarme di violenze fisiche.
Gli insulti razzisti
Le intercettazioni ambientali effettuate dagli inquirenti permettono di confermare il quadro indiziario. Minacce, violenze fisiche e morali, insulti ed umiliazioni razziste come “Perché lei non sta ferma… lei butta giù tutto. Anche quando mangia, fa il ballo dell’Africa… dell’Africa nera! Il ballo del qua qua!“, “Dal Marocco, dalla Tunisia, dall’Algeria… Venite qui a fare… delle idiozie!“. Oppure “Se i tuoi genitori facevano un po’ di scuola erano molto più intelligenti invece di trattarti così… ti riducono come una larva, che non hai voglia di fare niente! Solo disturbare la quiete pubblica, fortuna che c’è la polizia! Al loro Paese!“. Ad una bidella invece dice: “Io da sola non faccio più niente. Quei pochi italiani vengono poco perché c’ho della gentaglia“. In un’altra occasione ancora avrebbe detto guardando due bambini che rientravano dalla palestra: “Oddio arrivano i terroristi“. Ovviamente non mancano episodi sui bambini italiani come: “Basta, sei esaltato, stati diventando pazzo come quelli della tribù dell’Africa“.
I maltrattamenti con pugni in testa e flauti in faccia
Dalle indagini risultano anche episodi di violenza fisica come una bambina con le mani in bocca che viene punita con una mossa stile karate sulle manine. E poi ancora un colpo di karate ad un altro bambino sulle ginocchia, un pugno in testa ad un altro per aver fatto cadere dei giochi e un altro viene colpito al viso con il flauto per aver sbagliato i tempi durante una canzone.
Le minacce
“Se quando arriva la tua mamma… quando gli vai incontro e gli dici ‘lei mi ha fatto’, ‘lei mi ha detto’, io ti prendo e ti attacco al soffitto“. Così minacciava i bambini affinché tacessero sulle violenze subite. Immancabili poi le umiliazioni con botte e offese annesse: “stupido”, “disgraziato”, “idiota”, “deficiente”.
Maestra ai domiciliari
“La sequenza ininterrotta di vessazioni fisiche e morali fa desumere che l’esercizio di violenza fisica e le aggressioni verbali, anche a sfondo razzista costituiscano il nucleo essenziale del metodo deviante“. Così scrive il Gip nell’ordinanza che dispone la custodia cautelare ai domiciliari. La donna finisce in manette il 17 dicembre 2018 con l’accusa di maltrattamenti aggravati e lesioni personali. “Abbatte sotto ripetuti colpi – afferma ancora il giudice – i principi fondamentali su cui è fondata la Repubblica (articoli 2 e 3 della Costituzione), oltre a contrastare con l’articolo 34 della Costituzione che prescrive una scuola ‘aperta a tutti’“.
Il Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale
“Le istituzioni funzionano“, assicura Giovanni Schiavone, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, chiamato ad intervenire per via della segnalazione del 2016. Schiavone precisa: “Si trattava di una segnalazione relativa a un diverbio, avvenuto all’uscita da scuola, tra la maestra e i genitori“.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.