Cardito (NA), 15 Aprile 2019
Sono maltrattamenti in famiglia quelli che portano alla morte del piccolo Giuseppe a Cardito di Napoli. Dalle indagini però emerge che a scuola sapevano che lui e i suoi fratellini subivano violenze dal compagno della madre e non hanno fatto niente. Dirigente scolastica e 2 maestre sono citate a giudizio per omessa denuncia.
Caso di maltrattamenti in famiglia a Cardito: dirigente e maestre citate a giudizio per omessa denuncia
Il 27 Gennaio 2019 a Cardito si sentono delle urla di un uomo. I vicini chiamano la polizia. Le forze dell’ordine trovano in casa tre bambini: uno ha sette anni ed è morto, una di otto anni viene ricoverata d’urgenza col volto tumefatto e una piccola di tre anni è illesa. La madre è in stato di choc e non spiega come siano andate le cose. La bambina ricoverata dice subito che il compagno della madre li ha picchiati con una mazza di scopa.
L’arresto dell’uomo per omicidio aggravato
L’uomo non è in casa ma presto confessa: “Ho perso la testa quando mi sono accorto che i bambini avevano rotto la sponda del letto. Era un letto nuovo, con la mia compagna lo avevamo appena comprato facendo tanti sacrifici e loro, a furia di saltarci sopra, lo hanno spaccato. Non ho capito più niente. Li ho presi a calci e a pugni ma no, non ho usato nessuna mazza di scopa per colpirli. Poco prima per la rabbia ne avevo spezzata una, ma non l’ho mai usata contro di loro“. T.E.B. di 24 anni viene arrestato per omicidio aggravato e tentato omicidio.
L’arresto della mamma
L’11 Aprile 2019 viene arrestata la mamma dei bambini per concorso in omicidio. La donna, 30 anni, “rimaneva inerte mentre il compagno colpiva i figli con efferata violenza“ e “non riferì immediatamente che Tony era stato l’autore di quello scempio, negava piuttosto la violenza già perpetrata all’indirizzo dei bambini“. La donna si sarebbe limitata a pulire il sangue dei suoi figli con un asciugamani e a nascondere le ciocche di capelli strappate alla piccola.
Le maestre sapevano delle violenze
Dall’ordinanza di arresto della madre emergono intercettazioni che mostrano che le maestre sapevano delle violenze subite dai bambini e non avevano fatto niente. Infatti non avrebbero mai denunciato i maltrattamenti in famiglia nonostante le richieste di aiuto da parte dei bambini. Secondo il Gip Antonella Terzi il 18 Gennaio 2019 avrebbero inviato una segnalazione alla dirigente ma “debole e tardiva” e la dirigente “non riteneva di dare ricorso“.
Le richieste di aiuto
Eppure la sorella di Giuseppe avrebbe in più occasioni detto che i segni dei maltrattamenti con cui andava a scuola erano per mano del compagno della madre. Un giorno avrebbe mostrato i tagli all’orecchio mettendo appositamente i capelli indietro ma anche in quel caso le maestre sarebbero rimaste indifferenti. Ancor prima, nel Novembre 2018, la piccola era andata a scuola con una ecchimosi sotto l’occhio. Aveva pianto e le maestre anche. Ma nessuno fece ancora niente. Ricordiamo che per la Cassazione chi tace è responsabile dei maltrattamenti.
Le maestre intercettate in commissariato
Il 27 Gennaio 2019, poco dopo la notizia della morte di Giuseppe, mentre sono già in atto quelli che il giudice chiama “frenetici e ignobili tentativi di reciproca copertura“, le maestre si sentono al telefono. Il nome di Giuseppe non è ancora stato diffuso ma loro hanno capito e parlano di una morte annunciata. Poi sono convocate in commissariato ad Afragola e attendono di essere sentite. Non sanno di essere intercettate. Prima ridono, poi stabiliscono una linea comune di difesa in cui i bambini avevano detto di essere caduti e loro ci avevano creduto. Decidono di mentire e rispondere con strafottenza: “Io faccio la faccia di cazzo” dice una maestra.
Gli ispettori del Miur a scuola di Giuseppe
Il Ministero dell’Istruzione decide di inviare i suoi ispettori nella scuola di Giuseppe e di sua sorella. Occorre fare chiarezza sulla responsabilità di insegnanti e dirigente.
Le intercettazioni, le violenze e l’agonia del bambino
Il 17 Aprile 2019 la trasmissione Chi l’ha visto ricostruisce le intercettazioni delle maestre. Fra di loro, col compagno di una di loro e col fratello. “Tutti i giorni venivano con il volto tumefatto“, dicono, e ancora “L’ha ucciso a palate, ma tutti i giorni lo faceva, l’altro giorno la sorellina è venuta con un pezzo di orecchio mancante“. “Però il bambino non parlava, io chiamavo scimmiottella, e lui diceva “no scimmia no”. Sapevano bene che le violenze subite dai bambini fossero quotidiane, e terribili. Persino il medico che visita la sorellina afferma di “non aver mai visto nulla di simile“. Il piccolo Giuseppe, dopo essere stato picchiato, pare sia stato lasciato per ore in agonia sul divano “curato solo con una pomata“.
La sospensione della dirigente e delle maestre
A fine Agosto 2019 il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, annuncia la sospensione della dirigente scolastica e le maestre del piccolo Giuseppe: “Riteniamo sacrosanta la sospensione della dirigente scolastica e delle maestre della scuola frequentata dal piccolo Giuseppe, il bambino di 7 anni ucciso di botte mesi fa dal patrigno a Crispano. Il procedimento a loro carico per omessa denuncia servirà a chiarire la loro posizione sotto il profilo penale ma, per il momento, è giusto che il Miur abbia irrogato delle sanzioni di carattere disciplinare“.
Dirigente e maestre citate a giudizio
Nel Novembre 2019 dirigente e maestre vengono citate a giudizio. Il sostituto procuratore di Napoli Nord, Paola Izzo, ha ipotizzato per loro il reato di omissione di denuncia. L’udienza si terrà davanti al giudice monocratico del Tribunale di Napoli Nord e non è ancora stata fissata.
Ad oggi non si sa ancora come sia andata a finire la vicenda.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.