Gavirate (VA), 19 Aprile 2018
Minacce, percossa ed urla. Questi i maltrattamenti all’asilo nido “Imparare è un gioco” di Gavirate, in provincia di Varese che hanno portato a due misure cautelari. Una maestra e la titolare della struttura sono accusate di maltrattamenti aggravati nei confronti di bambini tra i sei mesi ed i cinque anni.
Caso di maltrattamenti all’asilo nido Imparare è un gioco di Gavirate
Le indagini sono partite con la segnalazione di alcuni genitori pochi mesi dopo l’inizio dell’anno scolastico 2017/2018. Le intercettazioni audio e video installate dagli inquirenti hanno presto confermano le preoccupazioni dei genitori. Percosse ed urla per oltre 40 episodi di violenza documentati. In un video diffuso dalle forze dell’ordine si vede bene la maestra che si toglie una ciabatta per lanciarla contro un bambino.
Le misure cautelari
I Carabinieri notificano a due educatrici le ordinanze di misura cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Varese e richieste dal PM Giulia Floris. La maestra e titolare dell’asilo, 32 anni, viene condotta agli arresti domiciliari. Per la sua collaboratrice, la cuoca di 38 anni, è invece disposto l’obbligo di firma davanti alla polizia giudiziaria con divieto di avvicinarsi alla struttura. Nella scuola lavora anche una persona in “nero”, per questo, oltre la presenza di Carabinieri e NAS, al momento dell’arresto era presente anche l’Ispettorato del Lavoro. Vengono comminate sanzioni amministrative per 12mila euro ed ammende per 23mila euro.
Il racconto della mamma che ha denunciato
“Non voglio risarcimenti – dice la mamma che ha denunciato – ma solo che venga fatto un processo. E che venga applicata fino in fondo la pena“. Nel Febbraio 2018 è lei la prima a denunciare ai Carabinieri di Besozzo assieme ad una giovane collaboratrice dell’asilo nido. Ad insospettirla è stato un episodio in casa il cui racconto si legge su VareseNews: un giorno cercava di dare l’antibiotico alla sua piccola e il fratellino, che aveva frequentato anche lui lo stesso nido, dice “È come all’asilo, come fanno con gli altri bimbi per farli mangiare“. Dopo questa vicenda un giorno prende la bambina da scuola in lacrime e con un segno rosso sulla faccia. Dopo le risposte di circostanza ed un consiglio da un amico carabiniere ritira la bambina dall’asilo e presenta regolare denuncia.
La manifestazione dei genitori
“Vogliamo una legge che autorizzi l’uso di telecamere negli asili nido e scuole materne. I nostri figli devono essere protetti“. Così i genitori di Gavirate annunciano la manifestazione che hanno organizzatato per il 19 Maggio 2018 alle 17:00.
La revoca dei domiciliari
Il 18 Maggio 2018 viene revocata la misura degli arresti domiciliari per l’educatrice titolare dell’asilo nido. Resta invece l’interdizione dall’esercizio della professione.
La richiesta di incidente probatorio
Nel Novembre 2018, ancora in fase di indagini, il difensore della maestra chiede l’incidente probatorio. Il Gip Giuseppe Fertitta accoglie la richiesta e la donna verrà sottoposta ad un esame psicologico. L’intento dell’avvocato difensore è dimostrare che la donna soffriva di sindrome da burnout.
La sindrome da burnout
“Una condizione che produce comportamenti di distacco e indifferenza dall’attività lavorativa svolta – spiega l’Avvocato Battaglia – Elementi che sono emersi dal fatto che essa stessa, rivedendo quelle immagini delle telecamere nascoste, si è meravigliata del suo comportamento: è questo un altro profilo della patologia che rende inconsapevoli quanti ne sono affetti“.
La richiesta di rinvio a giudizio
Chiuse le indagini nel Febbraio 2019 il PM deposita la richiesta di rinvio a giudizio per la cuoca e la responsabile della struttura. Il 12 Marzo 2019 è la data prevista per l’udienza nella quale si saprà se parte o meno il processo. Il Gup è Alessandro Chionna, trentuno le persone offese.
Due riti diversi per cuoca e direttrice
A Marzo 2019 la direttrice sceglie il rito abbreviato, la sentenza (con sconto di pena) potrebbe arrivare a Maggio 2019. La donna è sottoposta a perizia psichiatrica dalla quale emerge “stressata e quindi parzialmente incapace di intendere e volere“. La cuoca decide invece per il rito ordinario, così si attende la decisione del giudice tra rinvio a giudizio o archiviazione.
La richiesta di condanna: 4 anni
Per direttrice e maestra il PM Giulia Floris chiede quattro anni di pena. L’udienza dinanzi al Gup Alessandro Chionna è rinviata al 9 Aprile 2019.
La richiesta di risarcimento
Nel Maggio 2019 la difesa delle parti civili chiede il risarcimento del danno quantificandolo tra i 15 ed i 20mila euro. L’udienza è rinviata al 4 Giugno 2019. Per la maestra, che ha scelto il rito abbreviato, la sentenza potrebbe arrivare il 18 Giugno 2019.
La condanna della direttrice
La sentenza del 16 Luglio 2019, emessa dal Gup di Varese Alessandro Chionna, condanna la direttrice a tre anni e quattro mesi per i maltrattamenti all’asilo nido Imparare è un gioco di Gavirate. La donna è altresì condannata a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e al pagamento di 2.500 euro di spese legali più 5.000 euro di provvisionale per ciascuna delle quattordici parti civili. La seconda imputata è rinviata a giudizio all’8 Novembre 2019.
La sentenza della Corte d’Appello
Nel Dicembre 2021 i giudici della Prima sezione penale della Corte d’Appello di Milano condannano Maria Antonella Petullo, educatrice e responsabile del nido privato “Imparare è un gioco” da 3 anni e 4 mesi ricevuti in abbreviato a 2 anni e 4 mesi.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.