Varzi (PV), 28 Marzo 2019
La titolare della struttura, una maestra cinquantenne, è finita agli arresti domiciliari accusata di maltrattamenti all’asilo nido Zuccherino di Varzi, in provincia di Pavia. Due collaboratrici sono invece indagate a piede libero.
Caso di maltrattamenti all’asilo nido Zuccherino di Varzi
Le indagini partono da alcune voci nel paese in cui si diceva che la maestra maltrattasse i bambini. Così, dopo le segnalazioni, scatta l’operazione della Guardia di Finanza di Voghera e vengono installate le telecamere all’interno dell’asilo nido. Le telecamere riprendono punizioni, schiaffi, sculacciate, spinte e strattoni. Le punizioni consistevano anche nel negare il pranzo ai bambini che in questo modo saltavano uno o tutti i pasti della giornata oppure, al contrario, potevano essere costretti a mangiare con la forza. Il tutto contornato da minacce come “Se vomiti ti metto fuori” o “Adesso quando la mano è bordeaux forse capirai che la devi smettere“.
Una maestra arrestata e due indagate
La donna accusata di maltrattamenti all’asilo nido Zuccherino di Varzi è Monica Figheti e nel Marzo 2019 viene posta agli arresti domiciliari. Due collaboratrici, Antonella Ruiu, 45 anni, e Sonia Catenacci, 24 anni, sono indagate a piede libero per abuso dei mezzi di correzione.
A metà mattina del giorno dell’arresto molte famiglie ritirano i bambini dalla struttura. “Ci chiediamo tutti da quanto tempo andassero avanti questi episodi – dice a Il Giorno una mamma il cui bambino frequentava l’asilo fino a due anni fa – La mia esperienza allo Zuccherino è stata positiva, proprio vero non puoi mai sapere dove capitano certe vicende“.
La maestra chiede di risarcire i bambini e poi di patteggiare
Nel Settembre 2019, durante l’Udienza Preliminare al Tribunale di Pavia, la titolare dell’asilo nido chiede al Giudice di poter risarcire le 9 famiglie che si sono costituite parte civile e poi patteggiare. La donna, ai domiciliari dal Marzo 2019 e difesa dall’Avvocato Maria Rosa Carisano, avrebbe inoltre chiesto la revoca della misura cautelativa. Subordinata a questa possibilità la titolare del nido chiede di essere giudicata con rito abbreviato condizionato all’acquisizione di filmati e testimonianze.
Le due insegnanti imputate per maltrattamenti chiedono il rito abbreviato
Le due insegnanti invece hanno chiesto di essere processate con rito abbreviato ovvero la formula processuale che permette alle imputata, in caso di condanna, di poter ottenere uno sconto di pena pari ad un terzo. Hanno chiesto inoltre che il tutto fosse condizionato all’acquisizione di un CD di foto che ritraggono i bambini all’asilo. Il giudice si è riservato e ha rinviato l’udienza al 9 Dicembre 2019.
Le famiglie non sono presenti in aula ma vogliono la verità
Ai giornalisti de Il Giorno, l’Avv. Luca Angeleri che rappresenta cinque delle nove famiglie costituitesi parte civile ha dichiarato che i genitori “Si sono costituiti solo per amor di verità, per dare un contributo attivo allo svolgimento del processo perché ritengono che le condotte sui loro bambini da parte delle maestre meritino di essere vagliate dai giudici. (…) Chiediamo che sia fatta giustizia“.
Due maestre condannate e un patteggiamento respinto
Nel Dicembre 2019 le maestra Antonella Ruiu viene condannata ad 1 anno, 5 mesi e 10 giorni, mentre la maestra Sonia Catenacci ad 1 anno, 6 mesi e 20 giorni. Entrambe con rito abbreviato. Inoltre dovranno anche versare una provvisionale di mille euro a cinque parti civili che si sono costituite contro di loro. Il Gup ha invece respinto il patteggiamento a due anni, con sospensione condizionale della pena, richiesto dalla ex titolare dell’asilo Monica Figheti perché la pena è stata ritenuta troppo bassa.
Patteggiamento accettato
L’8 Settembre 2020 il Gup di Pavia ha accolto la stessa richiesta di patteggiamento presentata nel Dicembre 2019 ma rigettata da un altro giudice. Monica Figheti patteggia così a 2 anni con sospensione condizionale della pena e 1000 euro di risarcimento per ognuna delle famiglie costituite parte civile. Ad oggi la donna ha lasciato l’insegnamento e lavora in un altro settore.
“Inquietante pensare che un magistrato non ritenga congrua la proposta di pena perché troppo bassa e nove mesi dopo senza che nulla sia cambiato a livello processuale un altro magistrato la consideri adeguata. – Spiega l’Avv. Luca Angeleri che assiste le famiglie dei bambini – La richiesta è stata avanzata dalle parti perché, essendo accusata di un reato ostativo per i servizi sociali, con una pena superiore ai due anni la ex maestra sarebbe dovuta sicuramente andare in carcere“.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.