Ariccia (Roma), 8 Gennaio 2019
Bambini colpiti alla testa, scaraventati a terra, strattonati ed umiliati. Così emerge dalle indagini che hanno portato all’arresto di tre maestre ed una collaboratrice scolastica con l’accusa di maltrattamenti all’asilo San Giuseppe di Ariccia a Roma.
Caso di maltrattamenti all’asilo San Giuseppe di Ariccia
Le indagini sono partite ad Ottobre 2018 con la denuncia di alcuni genitori che avevano il sospetto nella scuola d’infanzia dei loro piccoli si verificassero dei maltrattamenti. I Carabinieri installano subito delle telecamere nascoste e con l’ausilio delle intercettazioni ambientali vengono registrati diversi episodi di violenza quotidiana. Bambini colpiti alla testa, offesi verbalmente, scaraventati a terra e strattonati quotidianamente da tre maestre e da una collaboratrice scolastica. Tutte tra i 55 ed i 65 anni. Gli inquirenti parlano di “sopraffazione sistematica” su bambini fra i 3 ed i 5 anni da parte delle quattro donne.
Gli arresti domiciliari
Nella mattina dell’8 Gennaio 2019 le donne vengono raggiunte da ordinanza di misura cautelare prima di uscire di casa (a Velletri, Albano, Ariccia e Formia). Finiscono tutte agli arresti domiciliari.
La dichiarazione del Comune di Ariccia
“Le scuole del territorio sono sicure – afferma Elisa Refrigeri, assessore comunale di Ariccia, incontrando i genitori dei bambini strattonati nel video – dopo questa importante operazione dei Carabinieri che ha individuato alcune persone con temperamento violento assicurandole alla giustizia, i bambini possono sentirsi al sicuro, sia in quel plesso che negli altri dove lavorano persone oneste serie e motivate dalla passione per i più piccoli. L’amministrazione comunale vigilerà sempre in tal senso“.
Il racconto di una mamma
“Il 3 ottobre il primo segnale… Mio figlio è caduto nel cortile della scuola, l’ho visto io dalla finestra che affaccia proprio sul giardino. Piangeva e aveva la faccia sporca di sangue, sono corsa sotto e le sue maestre nemmeno se n’erano accorte“. Così racconta Michela al Messaggero, una delle mamme che hanno denunciato per prime. Racconta di quel giorno e anche di un altro episodio avvenuto una settimana dopo: “Mi chiamano da scuola questa volta. Il bambino ha la bocca piena di sangue. Mi dicono che è caduto ancora. Ma lui mi ripeteva: «Maestra picchia». E poi un compagno me lo ha confermato: Gli ha dato le botte la maestra“. Suo figlio non è l’unico ad essere ferito. Sono diversi i bambini che tornano a casa con lividi e ferite.
La fatica e il coraggio del silenzio durante le indagini
Dopo il coraggio di denunciare alle famiglie è chiesto il coraggio del silenzio. Gli inquirenti devono indagare con telecamere e microfoni nascosti e tra mamme non si può parlare o si rischia di vanificare tutto. Così racconta Michela: “Mi ha chiamato un’altra mamma prima, in lacrime, dopo avere visto anche il suo bambino nel video dei carabinieri. Mi ha chiesto perché non l’avessi avvisata, ma non potevo perché c’erano le indagini in corso. Il mio, col grembiulino azzurro, veniva lanciato per terra dalla maestra“. Due mesi di silenzio sono ora ripagati: la verità è venuta fuori.
Una maestra torna libera
Il 31 Gennaio 2019 il Tribunale del Riesame di Roma accoglie l’istanza dell’Avv. Daniele Camerota, difensore di S.S., insegnante residente a Formia che torna libera. Viene così annullata l’ordinanza di misura cautelare e disposta l’immediata liberazione della donna.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.