Milano, Maggio 2014
Quattro condanne tra i due anni e sei mesi ed i sette anni ed otto mesi di carcere. Queste le pene a margine della sentenza di primo grado nel processo per maltrattamenti sui cinque malati di Alzheimer della Casa di Cura San Giorgio a Milano. La decisione, proveniente dalla nona sezione penale del tribunale di Milano, ha accolto in buona sostanza le richieste che il PM Giancarla Serafini aveva fatto per i quattro operatori. Operatori così tanto spregiudicati e senza ritegno da vantarsi al telefono degli abusi commessi.
Il Presidente del Collegio Anna Introini ha invece deciso di assolvere, per non aver commesso il fatto, l’operatrice Diana Arias Vinueza Chiesti e Mariuccia Rossini.
Tutta la vicenda sul caso di maltrattamenti nella Casa di Cura San Giorgio a Milano
L’inchiesta era partita nel Febbraio 2012 grazie alle denunce presentate da alcuni tirocinanti impiegati nella struttura all’inizio dell’anno. A valle di interrogatori su alcuni membri del personale l’indagine aveva portato alla luce percosse, sevizie e insulti contro quattro donne ed un uomo. Tutti affetti da Alzheimer e pazienti dell’RSA. Alcuni di loro, nella Casa di Cura al tempo convenzionata con il Comune di Monza, avevano addirittura dovuto subire abusi di natura sessuale.
Secondo quanto emerso dalle indagini gli anziani venivano offesi e spinti con la sedia a rotelle contro le sbarre dei letti. In più venivano insultati e zittiti con i cuscini premuti sulla faccia. In uno dei casi a verbale pare addirittura che uno degli operatori avesse mimato un atto sessuale con uno dei pazienti. Per questo l’operatore è stato accusato di tentata violenza sessuale.
Secondo l’accusa, Mariuccia Rossini, responsabile della struttura per conto di Segesta, dopo essere venuta a conoscenza delle indagini in corso e della probabile conseguente installazione di microcamere al fine di comprovare le accuse mosse dai tirocinanti, avrebbe obbligato tre operatori a rassegnare le dimissioni con l’aiuto di terze persone. Ma per questo la Rossini è stata prosciolta “perché il fatto non sussiste”.
Josè Montealegre è stato condannato a sette anni ed otto mesi. Giuseppe Cialdella a sei anni e sei mesi. Quattro anni invece per Cesar Araujo ed infine Giuseppe Vidale condannato a due anni e sei mesi.
Le provvisionali riconosciute dai giudici alle parti civili vanno fino a 30mila euro. I risarcimenti al Comune di Monza ed alla Segesta invece dovranno essere quantificati in sede civile.