Mondaino (RN), 13 Dicembre 2018
Malnutrizione e somministrazione di medicinali scaduti. Accusata e finita in manette per i maltrattamenti nella casa di riposo La Collina a Mondaino, in provincia di Rimini, è la titolare della struttura. La donna è già stata indagata per lo stesso reato nel 2001 e la struttura è stata messa sotto sequestro preventivo.
Caso di maltrattamenti nella casa di riposo La Collina a Mondaino
Le indagini partono a seguito di un’ispezione dell’Ausl nella casa di riposo in cui gli ispettori sanitari segnalano il caso ai NAS nel Giugno 2018. Gli inquirenti scoprono così che nell’ultimo anno e mezzo circa 50 anziani ricoverati nella struttura sono andati al Pronto Soccorso della zona per cadute accidentali.
Il blitz
Nel Dicembre 2018 un blitz di 40 militari trova ben 36 ospiti in stato di abbandono e un odore nauseabondo nella struttura. Subito i pazienti chiedono del cibo. Emergono così i gravi maltrattamenti nella casa di riposo La Collina di Mondaino. Alimentazione inadeguata, condizioni igienico-sanitarie terribili, eccessiva sedazione e somministrazione di farmaci scaduti. Inoltre gli anziani che non stavano tranquilli venivano picchiati anche nelle parti intime. Ad occuparsi di loro c’erano soltanto due operatori.
Il precedente nella stessa struttura
Un altro elemento che emerge è la carenza di personale. Gli operatori non venivano pagati e per questo c’era un continuo turn over. A gestire la struttura è una donna, M.L.B., di 57 anni già indagata nel 2001 per lo stesso reato nella stessa struttura che ha solo cambiato nome. Durante le perquisizioni in casa della donna vengono anche ritrovati otto fucili e quattro pistole.
Gli arresti e le altre misure cautelari
Su richiesta del PM Paolo Gengarelli il Gip Vinicio Cantarini dispone le ordinanze cautelari: la struttura viene posta sotto sequestro preventivo, la titolare arrestata e condotta in carcere, mentre ai domiciliari finisce un infermiere foggiano. Altri cinque operatori socio-sanitari vengono raggiunti dall’ordine di presentazione all’autorità giudiziaria.
Le accuse
Agli indagati sono contestati i reati di maltrattamenti fisici e psicologici, abbandono di persone inferme, lesioni e percosse, falsità ideologica in certificati e cartelle cliniche, esercizio abusivo della professione sanitaria di infermiere. E ancora, mancata somministrazione delle terapie farmacologiche previste dai piani terapeutici dei pazienti e massiccia somministrazione di medicinali a base di benzodiazepine o molecole similari.
Le intercettazioni e gli episodi di violenza
Le conversazioni intercettate all’interno della struttura come “Se suoni il campanello ti spezzo le gambe” e “Se suoni, spacco il campanello e te lo ficco in gola” lasciano poco spazio alla fantasia. Almeno 100 gli episodi di violenza che sarebbero stati registrati tra anziani caduti e lasciati a terra per ore, tenuti fra lenzuola sporche di urine e feci e calci nei testicoli.
I tentativi di fuga dei pazienti
Pare che molti anziani tentassero la fuga e qualcuno sarebbe stato ritrovato a vagare confuso per il paese. Un etilista invece andava al bar a bere ed il barista avvisava la casa di riposo perché andasse a riprenderlo. Una donna vagava per la struttura con la foto dei parenti morti chiedendo di fare la stessa fine.
Il racconto del medico
Il medico che seguiva i pazienti ha provato a lottare per queste persone trovando un muro di silenzio. Si dimette nel Maggio 2018 e va dai Carabinieri ed in Procura a denunciare i fatti. Racconta delle fughe, di un anziano che aveva trovato a scavalcare la ringhiera, uno con le piaghe alle caviglie che non c’erano la settimana precedente e dunque per sette giorni almeno non era stato mai spostato. Racconta di anziani disidratati ed altri in stato soporoso. Quando l’uomo si dimette la titolare cambia la serratura del suo ufficio.
Il racconto della cuoca
A distanza di qualche giorno dagli arresti parla una donna che è stata la cuoca per tre mesi prima che si dimettesse anche lei: “La domenica avevo quattro polli per sfamare 40 persone – racconta ai giornalisti del Resto del Carlino – C’erano giorni che non sapevo cosa dare loro da mangiare, ho visto gente deperire. Non c’era niente per garantire agli anziani elementi sani ed equilibrati, il menù dettato dall’Ausl non veniva mai rispettato. Che fossero diabetici o avessero altri problemi. ‘Dagli meno pasta e meno pane’ mi diceva la Bulli. Per non parlare dei quintali di pane raffermo, badilate di pane secco che non riuscivano a masticare perché molti di loro non hanno nemmeno i denti“.
E ancora la cuoca racconta: “Capitava anche in piena estate che il frigorifero fosse spento dalla sera prima, la carne era verde. Io dicevo ‘buttiamo via tutto e andiamo a fare la spesa’. Ma lei rispondeva ‘no, fai con quella’. Stessa cosa con la verdura. Il mangiare era sempre centellinato. A mezzogiorno era anche peggio: Li imbottivano di psicofarmaci, a quei poveretti gli cadeva la testa sul piatto“.
Il trasferimento degli anziani
Dopo il blitz gli anziani ospiti vittime dei maltrattamenti nella casa di riposo La Collina sono stati trasferiti in un’altra struttura di Rimini. Una donna è invece ricoverata in ospedale in condizioni stabili.
Altri casi nella provincia
Avvenuto a pochi giorni di distanza ricordiamo il caso di maltrattamenti nella casa di cura Villa Franca.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.