Fiumicino (RM), 27 Marzo 2017
Alle 14:30 del 27 Marzo 2017 un’insegnante 63enne è stata arrestata con la terribile accusa di maltrattamenti all’asilo comunale Lo Scarabocchio di Fiumicino, in provincia di Roma. L’ordinanza di misura cautelare disposta dalla Procura è quella degli arresti domiciliari.
Caso di maltrattamenti all’asilo Lo Scarabocchio di Fiumicino
Le indagini sono partite a fine 2016 in seguito alle denunce fatte da alcuni genitori e gli inquirenti si sono avvalsi anche delle intercettazioni ambientali.
Il 27 Marzo 2017 Giovanna Censi è stata arrestata dagli agenti che le hanno notificato l’ordinanza di misura cautelare disposta dalla Procura della Repubblica di Roma. La donna è stata subito condotta agli arresti domiciliari.
Il comune conferma la notizia di maltrattamenti all’asilo Lo Scarabocchio
Il Comune di Fiumicino fin da subito ha confermato l’arresto con una nota nel quale, secondo Roma Today, dichiarano: “Si apprende che l’Autorità Giudiziaria è intervenuta con un provvedimento di arresto per una maestra di una scuola materna comunale di Fiumicino. Dalle prime informazioni sembrerebbe si siano verificati episodi di maltrattamento nei confronti di minori. Il Comune di Fiumicino sta seguendo con grande attenzione questa vicenda e le delicate implicazioni che questa comporta. Verranno assunte tutte le decisioni utili, in primo luogo, per la tutela e la salvaguardia dei nostri bambini“.
Davanti alla scuola l’incredulità dei genitori
Come in ogni storia di cui ci siamo occupati i genitori stentano a credere alle loro orecchie.
“Lo abbiamo appreso ieri sera, ma non sappiamo nulla di più, siamo sorpresi“. Questo quanto hanno dichiarato i genitori all’Ansa il giorno dopo l’arresto della maestra per i maltrattamenti all’asilo Lo Scarabocchio.
Davanti alla scuola gruppetti di genitori in preda ad ansia e dubbi atroci cercano di fuggire dai molti giornalisti e, quando parlano, rilasciano pareri discordanti.
“I nostri figli sono stati con quella maestra 4 anni – dicono alcune mamme ai giornalisti di Civonline – mai avuto problemi, i bambini erano affezionati a lei. Non ci possiamo credere, speriamo si chiarisca tutto“. E ancora: “Mia figlia è stata con la maestra accusata tre anni e le e’ rimasta affezionata. Era molto brava ed affettuosa. Tra l’altro didatticamente e’ sempre stata’ molto valida“.
Chi sa deve denunciare e chiedere giustizia
Altri genitori invece si sbottonano un pò di più e dichiarano: “Sappiamo solo che giravano delle voci di lamentele e giravano voci di screzi tra maestre, ma nulla di concreto“.
Ciò che però accomuna tutti è la voglia di verità e giustizia: “Se quanto accaduto è vero – dice un’altra mamma ai giornalisti dell’Ansa – hanno fatto bene le mamme a denunciare e sono da stimare“.
“Li picchiavo per educarli”
Le intercettazioni ambientali confermerebbero i dubbi sui maltrattamenti avvenuti nella scuola d’infanzia. Ceffoni, strattonanti e tirate di capelli sarebbero stati all’ordine del giorno. Ma l’insegnante non ammette alcuna colpa. Infatti durante l’interrogatorio di garanzia la donna si è dichiarata innocente senza alcun pentimento. “Li picchiavo per educarli” è stata la confessione choc fornita agli agenti del commissariato, giustificandosi davanti agli inquirenti con un “Qualche ceffone ogni tanto fa bene, così imparano a vivere“.
La maestra indagata non ha quindi ammesso le accuse giustificando i suoi gesti – a parer suo corretti nonostante le accuse – come metodi educativi. La donna non ha però esitato a contestare la scarsa attenzione di colleghe ed istituzioni verso il pericolo di burnout troppo spesso sottovalutato.
La richiesta di rito abbreviato
La maestra indagata per il reato di maltrattamenti (572 cp) all’asilo Lo Scarabocchio di Fiumicino chiede ed ottiene di poter essere processata con Rito Abbreviato. Il GUP (Giudice per l’udienza preliminare) ha infatti concesso alla donna il rito chiesto dai suoi difensori. L’insegnante con questa scelta otterrà quindi uno sconto sulla pena come previsto dalla legge. Il Giudice ha inoltre stabilito risarcimenti pecuniari per le famiglie delle piccole vittime. Anche il Comune di Fiumicino, costituitosi come spesso accade Parte Civile nel processo, ha ottenuto un risarcimento di 2.000 euro.
La condanna in primo grado
Nel Settembre 2019 Giovanna Censi viene condannata in primo grado ad 1 anno e 10 mesi. Il reato contestato è quello di maltrattamenti aggravati dalla minore età dei bambini. Il difensore delle parti offese, Sebastiano Russo, si è detto soddisfatto della pena sebbene notevolmente inferiore rispetto ad altre ottenute per cause analoghe.
“Abbiamo ottenuto giustizia – ha dichiarato l’Avv. Russo ai giornalisti de Il Faro Online – ma siamo sconcertati dal fatto che non una parola di scuse, non un pentimento è giunto dalla maestra. Niente, nemmeno lo stress, giustifica il fatto di mettere le mani addosso ad un bambino; e il fatto che oggi, a distanza di tempo, non ci siano parole di ravvedimento ha fatto molto male alle famiglie”.
I genitori delusi parlano a Le Iene
“Non sembra, ma è il massimo della pena per maltrattamenti aggravati” dice Grazia – una delle mamme coinvolte – ai microfoni delle Iene. Questo a noi però sembra davvero visto che in casi assolutamente analoghi, con giuste strategie processuali e richiedendo l’aggravamento del reato attraverso specifiche consulenze di parte, si sono ottenute (sempre con Rito Abbreviato) anche sentenze di 6 anni e 4 mesi come nel caso del Cip Ciop che hanno portato le imputate a finire in carcere. O come nel caso dell’Asilo Mazzanti dove le pene hanno comunque superato i 3 anni.
La Corte di Appello
Nel Marzo 2021 la maestra Giovanna Censi è stata condannata in Appello a scontare un anno e quattro mesi di reclusione. La sentenza è stata ridotta rispetto a quella in primo grado grazie ad una recente pronuncia della Cassazione che ha fatto cadere l’aggravante dell’aver commesso i maltrattamenti alla presenza di altri minori.
L’avvocato di parte civile, Sebastiano Russo, il giorno dopo la sentenza ha così commentato: “Siamo soddisfatti da un punto di vista processuale, tuttavia la vittoria di ieri ha comunque per noi un sapore amaro, data la consapevolezza dei traumi inflitti a dei bambini di poco più di 4 anni“.
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