Venafro (IS), 18 Gennaio 2019
Due maestre sono state sospese per maltrattamenti nella scuola d’infanzia statale Camelot di Venafro, in provincia di Isernia. I bambini venivano costretti a picchiarsi tra loro, minacciati, picchiati e presi a schiaffi.
Caso di maltrattamenti alla scuola d’infanzia Camelot di Venafro
Le indagini sono partite dalla denuncia di alcuni genitori dopo l’aver notato comportamenti anomali nei propri figli. Coordinata dal procuratore Carlo Fucci e diretta dal sostituto Maria Carmela Andricciola, l’operazione “Lasciateli giocare” viene condotta dalla Squadra mobile di Isernia. Quest’ultima installa sistemi di audio e video sorveglianza nascosti e da lì emergono i maltrattamenti alla scuola d’infanzia Camelot, Istituto Don Giulio Testa, a Venafro.
I comportamenti delle maestre
Nelle immagini si vedono bambini presi a schiaffi e sculacciati, messi in punizione faccia al muro e costretti poi a picchiarsi fra loro. Negli audio urla e frasi come: “Vai dal preside“, “Sei un animale“, “Tiragli i capelli, più forte, ancora, non gli hai fatto niente, lui ti ha fatto male“. E minacce come: “Questa testa te la svito“, mentre ad una bambina la maestra dice: “Mo’ ti faccio una faccia di schiaffi” solo perché ha sbagliato colore nel disegno. “Ti faccio uscire il sangue così te lo ricordi“, “Se metti il pennello là sopra sei morto“. In totale, circa 150 episodi di violenza registrati in soli venti giorni.
Maestre sospese
Su ordinanza cautelare del Gip Arlen Picano, le due maestre, di 49 e 58 anni, vengono sospese dall’esercizio dell’insegnamento.
Infranto il patto educativo
“Episodi di questo genere vanno a infrangere il patto educativo con le famiglie e l’essenza stessa della nostra missione di educatori – commenta Anna Paola Sabatini, Ufficio scolastico regionale – Siamo vicini innanzitutto ai bambini, alle famiglie, alla comunità, al dirigente scolastico e a tutti gli operatori della scuola e sosterremo tutte quelle azioni che saranno necessarie a tutelare i nostri piccoli alunni“. Intanto la dirigente della scuola fa sapere che le maestre verranno presto sostituite. Partito anche un procedimento disciplinare che potrebbe portare al licenziamento.
Il difensore di una maestra
“Gogna pubblica ingiusta“. Così l’Avv. Gianni Perrotta, difensore della maestra di 49 anni, definisce il clamore suscitato dalla diffusione di alcuni video dei maltrattamenti. “Ho visto un’eccessiva spettacolarizzazione – dice il legale – Queste donne sono entrambe madri di famiglia e, a seguito della gogna pubblica di ieri, mi risulta che abbiano già ricevuto minacce, vere o presunte”. “Ritengo che mostrare in tv atti processuali in fase di indagine preliminare sia un’esagerazione. Gli organi inquirenti dovrebbero riflettere sulle norme giuridiche di questa fase che è a tutela della persona sottoposta a procedimento“.
Le maestre non vengono riammesse
Per decisione del Gip, Arlen Picano, le maestre non sono riammesse in servizio. Il giudice infatti rigetta l’istanza di revoca della misura cautelare considerando che il quadro indiziario sia immutato e anche le esigenze cautelari. Infatti le indagate si sono avvalse della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia.
Indagini chiuse
Nell’Aprile 2019 arriva l’Avviso di Conclusione Indagini Preliminari (Acip). Non risultano ulteriori persone coinvolte nel caso oltre le due maestre sospese. La Procura di Isernia sembra intenzionata a chiedere il rinvio a giudizio davanti al Gip. Il processo dovrebbe svolgersi con rito ordinario.
Rinvio della prima udienza preliminare
La prima udienza preliminare, fissata per l’8 Ottobre 2019, viene rinviata per indisponibilità di una delle due indagate. Davanti al Gup tredici genitori, assistiti dall’Avv. Messere, richiedono di costituirsi parte civile. I genitori, secondo quanto riportato dalla testata Quotidiano Molise, chiamano a rispondere dei fatti criminosi non solo le maestre indagate ma anche il ministro della Pubblica Istruzione. Secondo la difesa delle famiglie egli risponderebbe come responsabile “amministrativo” avendo permesso alle insegnanti di compiere i maltrattamenti.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.