Roma, 17 ottobre 2019
Una maestra di sostegno 36enne è indagata con l’accusa di maltrattamenti su una bambina disabile in una suola elementare di Roma. A denunciarla sono stati i compagni di classe dell’alunna.
Caso di maltrattamenti su una bambina disabile in una scuola elementare di Roma
A denunciare i fatti sono i coraggiosissimi bambini di una quinta elementare di Roma che per difendere la propria compagna disabile sono intervenuti raccontando, sia ai propri genitori che alle altre insegnanti, cosa accadeva in classe ogni giorno. Insulti, percosse ed umiliazioni avvenivano sia davanti ai compagni che quando la maestra faceva lezione da sola com la bambina.
“La maestra picchia la nostra compagna“
I bambini non hanno avuto dubbi quando vedono la maestra di sostegno picchiare la compagna disabile di 10 anni. Stava facendo qualcosa che non si può e non si deve fare. “La maestra picchia la nostra compagna” e ancora “Quando sono sole in classe le dà i pugni. Va protetta, è meno fortunata di noi“. Sulla base di questi racconti sono partite le segnalazioni su cui adesso la Procura di Roma indaga per maltrattamenti su una bambina disabile dalla sua maestra di sostegno. La donna risulta così iscritta sul registro degli indagati del Tribunale di Roma.
La maestra viene spostata ma lavora ancora nella scuola
A valle dei racconti dei bambini la Dirigente Scolastica decide di spostare in via precauzionale la maestra di sostegno dall’allieva oggetto di abusi e vessazioni. La donna però risulta ancora impiegata regolarmente e stipendiata nella scuola.
Il PM richiede la misura cautelare ma il GIP la nega
Ravvedendo gravi indizi di colpevolezza il PM Stefano Pizza, a capo delle indagini, chiede di poter notificare all’insegnante una misura cautelare. L’ordinanza solitamente è richiesta dal Pubblico Ministero e successivamente approvata dal Giudice per le Indagini Preliminari per evitare che l’eventuale indagata possa reiterare il reato, fuggire o inquinare le prove. In questo caso però il Giudice, pur ravvisando la gravità delle condotte, non ritiene necessaria la misura interdittiva. Il Pubblico Ministero, in disaccordo sulla posizione del GIP, decide di fare ricorso al Tribunale del Riesame che adesso dovrà prendere una decisione in merito.
La maestra nega ogni addebito
Interrogata in merito alle accuse l’insegnante nega ogni addebito. Le colleghe dell’indagata hanno deciso di scrivere una lettera agli inquirenti nella quale si stringevano ai bambini approvando la loro decisione.
Le audizioni protette dei bambini
Secondo la ricostruzione le indagini avviate dai Carabinieri della quarta sezione del Nucleo Investigativo di Roma, avrebbero previsto anche l’audizione protetta di 6 dei piccoli bambini coraggiosi che hanno denunciato. Gli alunni avrebbero raccontato faticosamente ma in maniera coerente e precisa che la maestra picchiava e offendeva la compagna. Raccontando poi tutto quello che succedeva sia in classe che nella mensa della scuola o nei corridoi. I racconti dei bambini si sono svolti con tutte le precauzioni previste per l’audizione protetta davanti al Pubblico Ministero Stefano Pizza.
“L’insegnante si comporta male con tutti, anche con noi. Ma ****** è stata meno fortunata di noi per questo deve essere più rispettata, quella maestra dovrebbe proteggerla e invece è cattiva. Le tira pugni sulle mani, calci. Certi giorni ******* si tocca le gambe in continuazione per il male delle botte“.
L’insegnante di sostegno sapeva di fare qualcosa di orribile e infatti lo faceva di nascosto
Il fatto che probabilmente la maestra fosse cosciente di star tenendo un comportamento non corretto emerge da uno dei racconti raccolti durante l’audizione dei minori.
“La maestra – dice un bambino piangendo – lo fa quando è sicura che le altre insegnanti non la vedano. A volte, quando sono loro due da sole nella classe, sentiamo le urla. La insulta, la umilia. Le dà gli schiaffi se non si lava bene le mani. La spinge per terra. Lei è nostra amica, ci vuole bene e noi vogliamo bene a lei e quello che le succede non è giusto“.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.