Un ombrello. È protezione, riparo. Non c’è ombrello senza pioggia, non c’è conforto senza tristezza. Un ombrello chiuso può essere un bastone, un ombrello rotto può essere un buffone. Ma con la fantasia, un ombrello rosso può essere l’inizio di un viaggio.
L’ombrello rosso del viaggiatore
Un libro senza parole
Accade così nel silent book “L’ombrello rosso” di Ingrid e Dieter Schubert (Lemniscaat). Ma come si fa a leggere ai bambini un libro senza parole? Per esempio, facendolo leggere a loro. Che in tema di immagini sono lettori più attenti di noi. E questo albo è un tesoro ricchissimo di dettagli. Nella prima scena c’è un cane, un cagnolino nero e un ombrello rosso, chiuso, poggiato sul tronco di un albero. La storia prende il via grazie alla curiosità del cane. Cosa si potrà mai fare con questo ombrello? A suggerire la risposta è il vento. Un vento forte che porta via foglie e viaggiatore.
Un ombrello per viaggiare. E per tornare.
Esplorerà la savana e le nevi, i fondali del mare e il tuffo da una balena. Incontrerà nemici col volto dei coccodrilli e amici col volto delle scimmie. E allora l’ombrello potrà essere mongolfiera, barca, slittino. Per volare verso nuove avventure, navigare nelle difficoltà, scivolare in un abbraccio. Potrà capovolgersi, essere trafitto persino. Il viaggiatore volerà comunque, volerà affidandosi al vento. Per tornare a casa. E a chi lo desidera, a chi ne ha bisogno, offrire il suo ombrello.
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