E’ facile immaginare un paziente che entra in clinica e sa di dover passare un lungo periodo di degenza non “sprizzi gioia” da tutti i pori. Ma prova a pensare un pò più a fondo a ciò che una lunga degenza significa per un bambino. Visite continue, esami, terapie… Il tutto in un ambiente che, per quanto ultimamente gli ospedali stiano cercando di migliorare, ha il sapore di qualcosa di asettico, chiuso e “anomalo” rispetto alla vita che fino a poco tempo prima quello stesso bambino assaporava. Per questo nella Good News di oggi voglio parlarti di come le strutture ospedaliere iniziano a rendere la degenza dei nostri bambini il più normale possibile con l’attività didattica volta a mantenere la continuità dell’istruzione.
L’attività didattica negli ospedali
Cosa rende la vita di un bambino “normale”? L’affetto delle persone care, la naturale gioia di vivere, le relazioni con i coetanei, l’entusiasmo della scoperta…
Un bambino che entra in ospedale e deve rimanere lì per un periodo considerevole viene privato della normalità e della quotidianità. Una quotidianità di cui fa parte anche la scuola.
Un bambino costretto ad assentarsi per un lungo periodo al rientro dovrà affrontare un nuovo pesante ostacolo. Il reinserimento in un gruppo di lavoro che, nel frattempo, è andato avanti.
Sulla base di questo pensiero, dagli anni novanta, è iniziato un processo di progressivo inserimento all’interno delle strutture ospedaliere di programmi rivolti a garantire un’attività didattica agli alunni ricoverati delle scuole materne, elementari e medie.
Inizialmente rivolta ad alunni delle scuole materne, elementari e medie, negli ultimi tempi, con l’innalzamento dell’età dell’obbligo scolastico, si è estesa questa possibilità anche agli studenti delle scuole superiori. Garantendo e promuovendo così l’attività didattica degli alunni lungodegenti, dei ricoverati per tempi brevi o in Day Hospital. Portando avanti l’istruzione domiciliare per alunni che abbiano impedimenti alla frequenza scolastica per periodi superiori ai 30 giorni per motivi di salute.
Sicuramente la reazione dei bambini non sarà di immediata gioia a questa notizia (avere una scusa per non studiare piace a tutti), ma l’importanza della continuità scolastica in un processo di inclusione e di reinserimento post degenza è un elemento fondamentale che ci sentiamo di supportare e che siamo felici di poter condividere.
(A cura di Loredana Costi)