Legnano (Milano), 17 Settembre 2021
Una maestra di 43 anni è interdetta dalla professione per 1 anno. Oltre 20 i bambini maltrattati in un asilo paritario di Legnano, a Milano, tutti di età inferiore ai 6 anni.
Caso di bambini maltrattati in un asilo di Legnano
Le indagini partono nella primavera 2021 a valle delle denunce di 5 famiglie che si sono rivolte a La Via dei Colori dopo aver notato i classici campanelli di allarme dei maltrattamenti infrastrutturali sui loro figli. Secondo le indiscrezioni dalle indagini sarebbero emersi oltre 30 episodi di violenza in appena 15 giorni di intercettazioni ambientali. I bambini maltrattati in un asilo di Legnano risultano oltre 20, tutti di età inferiore ai 6 anni.
Bambini maltrattati a scuola: le famiglie intuivano che qualcosa non andava
La gran parte delle storie di cui ci occupiamo raccontano di cambiamenti riscontrati nei bambini e avvisaglie sotto stimate dai genitori. Non certo per colpa ma perché i segnali di disagio, come diciamo sempre, possono essere presenti per mille motivi e per questo spesso occorrono mesi, se non anni, affinché i genitori possano fare il famoso “due più due”.
Questo caso non è diverso dagli altri. Infatti secondo la ricostruzione dei fatti i primi cambiamenti nei piccoli risalgono all’anno scolastico 2018-2019. Solo nel 2021 però, rivolgendosi a La Via dei Colori e assistiti dai nostri professionisti, i genitori sono riusciti a comprendere la fondatezza dei propri dubbi e a sporgere la denuncia che ha portato poi al fermo dell’insegnante.
Le dichiarazioni dei genitori
“Già alla fine del 2018 avevo notato che qualcosa non andava” racconta una delle mamme coinvolte.
“Mio figlio non raccontava ma non era più lui: tratteneva la cacca come se avesse paura di farla. Ne avevo anche parlato con la pediatra che però, pur riconoscendo un probabile problema psicologico, non mi sapeva aiutare a capirne l’origine. Ne parlai quindi in estrema trasparenza prima con la maestra e poi anche con altri membri del personale ma la risposta era sempre la medesima: non dovevo preoccuparmi perché il primo anno erano comportamenti normali.
Eppure qualcosa continuava a non tornarmi. Quando eravamo a tavola mio figlio non voleva più avere né il piatto né il bicchiere pieno, dovevo rabboccare cibo e acqua poco per volta se non volevo che esplodesse in attacchi di pianto e rabbia apparentemente immotivati. E poi c’erano gli incubi notturni, il suo mutismo su tutto quello che riguardava la scuola, il vomito al mattino e il suo continuo nervosismo. Mi sono interrogata per mesi mettendomi anche in discussione, cercando di capire, ma solo quando ho scoperto che altre mamme stavano vivendo le stesse cose che stavo vivendo io, tutto all’improvviso ha avuto un senso. Un terribile senso di colpa per non aver capito tutto prima.”
I segnali si fraintendono e sottostimano perché “mai avrei creduto“
“Il mio bimbo fin dalla nascita è stato un bimbo solare, gioioso e socievole – racconta un’altra delle mamme – All’improvviso, nell’Ottobre 2020 era invece diventato aggressivo e nervoso.”
“Mio figlio ha iniziato a dare sberle e calci a chiunque gli fosse vicino. La sera non voleva andare a letto e dormire ma anche quando sfinito si addormentava, veniva svegliato poco dopo da incubi che lo terrorizzavano.
Ogni mattina mi chiedeva come prima cosa se doveva andare a scuola. Arrivati davanti al portone iniziava a piangere e così accadeva ogni giorno. Mi erano arrivate voci già prima del lock down 2020 ma come avrei fatto a immaginare che una cosa così terribile in un periodo così confuso?
Per molto tempo ho pensato che fosse solo un rifiuto della scuola abbastanza naturale quando si sta bene a casa con la mamma ma col tempo anche la mia seconda figlia ha iniziato a raccontare e allora non ho avuto più dubbi.
Dopo aver chiamato l’associazione ed essermi confrontata con altri genitori, ho capito che purtroppo non era solo un incubo ma stava davvero succedendo. Scegliere di far denuncia è stata la scelta più difficile ma anche, credo, la migliore che io abbia fatto.”
“Mamma devo mangiare tutto, altrimenti la maestra si arrabbia forte“
“Già nel 2019 avevo notato dei grandi disagi in mia figlia – ci racconta una terza mamma che ci ha chiesto aiuto – non faceva colazione al mattino come se avesse paura anche di sedersi a tavola. Un giorno mi disse: ‘Mamma devo mangiare tutto, altrimenti la maestra si arrabbia FORTE‘. Se a tavola non finiva tutto cominciava a piangere dicendo ‘Piatto pulito, piatto pulito!!!‘.
Ogni mattina era un pianto infinito, mi si attaccava al collo e mi diceva: ‘Mamma io ti voglio!’ e io non capivo questo suo improvviso attaccamento morboso nei miei confronti e che non aveva mai avuto.
Decisi di confrontarmi con altre mamme e scoprii anche altri bambini avevano disagi importanti.
A fine 2019 pensammo fosse giusto parlarne col personale scolastico ma ci fecero credere che eravamo noi esagerate. Ci dissero ‘Non dovete credere e dar peso a tutto quello che dicono i bambini: siete troppo apprensive e loro lo sentono‘.
Non so neanche più quante volte mi sono sentita stupida ed esagerata. E invece mia figlia aveva ragione, ci sono stati bimbi maltrattati a scuola e adesso non so darmi pace per aver aspettato tanto a denunciare.”
Maestra sospesa in via cautelativa
Il 17 Settembre 2021 la donna è stata raggiunta da un’ordinanza di misura cautelare interdittiva per 12 mesi con l’accusa di aver maltrattato i bambini in un asilo di Legnano. L’insegnante non potrà quindi esercitare la professione di educatrice né all’interno di strutture scolastiche, né attraverso la libera professione svolgendo lavori che implichino cura e/o l’insegnamento nei confronti di minori.
La richiesta del Pubblico Ministero Flavia Salvatore è stata fortemente voluta nonostante nel mese di Giugno 2021 la donna fosse stata licenziata dopo 20 anni di carriera apparentemente senza macchia. Infatti la Dirigente della scuola pare avesse ricevuto numerose lamentele sull’insegnante che, con l’apertura del nuovo anno scolastico, avrebbe potuto cercare di entrare a lavorare in una nuova scuola.
La maestra si avvale della facoltà di non rispondere
L’insegnante denunciata per maltrattamenti è stata ascoltata dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Luisa Bovitutti, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
La chiusura delle indagini
Nel Gennaio 2022 si sono chiuse le indagini sul caso dei bambini maltrattati in un asilo paritario di Legnano. Il PM Flavia Salvatore ha chiesto il rinvio a giudizio dell’insegnante accusata. Richiesta invece l’archiviazione per la dirigente scolastica alla quale si sono opposte le famiglie assistite da La Via dei Colori.
Tempi record per rinvio a giudizio e fissazione dell’Udienza Preliminare
Il 24 Febbraio 2022 la PM chiede il rinvio a giudizio dell’imputata. Il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) fissa la data per l’udienza al 30 Giugno 2022.
Il tempo di attesa durante le indagini e i tempi che intercorrono tra un’udienza e l’altra sono uno dei fattori che influisce maggiormente sullo stress e sulla fatica delle famiglie coinvolte. Per questo motivo teniamo a far notare quanto questo processo, nell’esperienza della nostra associazione, abbia avuto, contrariamente a quanto accade di solito, tempi che potremmo definire “da record”. Infatti per i non addetti ai lavori i tempi di questo processo possono apparire normali o addirittura lenti. Per noi però, che ogni giorno ci districhiamo in udienze rinviate anche di anno in anno, vedere che dal deposito dell’esposto all’Udienza Preliminare sia passato poco più di un anno è davvero un’eccezione e un sollievo.
La proficua e ottima collaborazione di tutte le parti
Questo processo evidenzia ulteriori aspetti assolutamente non scontati e che hanno contribuito all’ottima riuscita del percorso giudiziario. La collaborazione tra Procura, Polizia Giudiziaria e difensore delle famiglie denuncianti ha contribuito all’esito positivo delle indagini. In questo caso, più che mai prima d’ora, il dialogo tra le parti in gioco nella delicata fase investigativa ha evitato pericolose fughe di notizie nonostante le numerose famiglie coinvolte a partire dal deposito dell’esposto.
Le costituzioni di parte civile
All’Udienza Preliminare, pur essendo contemplate ben 24 famiglie quali parti offese, come spesso accade solo 13 famiglie si sono costituite parte civile chiedendo giustizia. Non solo per i loro figli e figlie, ma anche per tutti gli altri bambini della classe che hanno subito maltrattamenti e vessazioni.
Otto le famiglie seguite dalla nostra Associazione fin dal deposito del primissimo esposto che ha poi dato il via alle indagini. Le parti civili seguite da La Via dei Colori in questo processo sono state quindi complessivamente 25. Ovvero 8 mamme, 8 papà e 9 bambini.
Come d’uopo le famiglie assistite dall’Associazione – in base ai noti dettami della Corte di Cassazione – partecipano al procedimento in qualità di genitori danneggiati in proprio oltreché esercenti la responsabilità sui minorenni. Nonostante l’opposizione della difesa dell’imputata, il Gip ha correttamente ammesso le costituzioni dei genitori in proprio.
Un accordo di patteggiamento accurato e che dovrebbe diventare un esempio
Nella maggior parte dei casi per maltrattamento infrastrutturale gestiti dall’Associazione dal 2010, le Procure non hanno mostrato interesse e sensibilità per il danno subito dalle famiglie. Raramente la concessione di un patteggiamento è subordinata a un’offerta risarcitoria da parte delle imputate e spesso le pene non rendono giustizia al numero di persone offese coinvolte. Spesso oltre 40, tenendo conto del numero medio di minori per classe e dei loro genitori.
Questo caso però è stato completamente diverso e ci teniamo a dare risalto a quanto accaduto.
La Dott.ssa Salvatore è stata una P.M. dotata di enorme sensibilità che non ha mai interrotto il dialogo con il difensore delle persone offese. La PM ha inoltre mantenuto costantemente la sofferenza dei bambini coinvolti al centro del proprio operato nel corso di tutto il procedimento. Questo ha permesso di arrivare alla definizione mediante un patteggiamento che finalmente ha tenuto conto sia del danno subito dalle famiglie sia dell’importanza di evitare che soggetti condannati per tale tipo di reato possano essere reimpiegati immediatamente in altre strutture.
L’applicazione dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici, ovvero la misura accessoria applicata all’imputata in questa sentenza, è stata possibile solo grazie a una quantificazione della pena superiore ai tre anni di reclusione fortemente voluta dalla PM.
Unico neo del procedimento è stato la liquidazione delle spese legali. Davvero svilente nei confronti del lavoro svolto dai difensori delle persone offese, nonché minimamente adeguato.
Le famiglie avrebbero avuto il diritto di ottenere un rimborso decisamente superiore tenendo conto lo sforzo profuso in sede di indagini. Infatti la maggior parte delle parti civili supportate dalla nostra Associazione hanno integrato il quadro delle indagini con querele, memorie, documenti e consulenze tecniche che hanno contribuito in maniera decisiva alla ricostruzione dei fatti.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.