Castelnovo di Isola (VI), 28 Novembre 2013
Un bambino sputa in faccia alla maestra durante un litigio e lei ricambia invitando gli altri alunni a fare lo stesso. E’ successo a Vicenza dove Cristina Canevarollo, insegnante nella Scuola Elementare ‘Andrea Palladio’, rischia di essere indagata per abuso di mezzi di correzione nei confronti di un allievo. A segnalare il tutto è stata la madre del bambino che ha sporto denuncia contro l’insegnate. Spetterà adesso alla magistratura ricostruire i fatti. Il P.M. Cristina Gava dovrà decidere come procedere negli accertamenti e raccogliere il maggior numero di testimonianze possibili al fine di capire cosa sia realmente avvenuto prima, durante e dopo i fatti denunciati alla Procura.
Tutta la vicenda sul caso del bambino che sputa alla maestra e lei fa altrettanto
Un episodio sconcertante del quale si sta occupando il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensorio “Galileo Galilei” attraverso un’indagine interna. Il piccolo, che da quanto appreso sarebbe problematico a scuola, avrebbe sputato dopo un rimprovero in classe.
“È difficile giudicare“, spiegano i genitori degli altri alunni, “Bisognerebbe conoscere bene come sono andate le cose“. Nonostante la maggior parte delle persone conosca la maestra Canevarollo come un’educatrice molto stimata ed incapace di un gesto tanto grave sembrano tutti unanimi nel chiedere che si faccia chiarezza sugli episodi. Infatti qualunque sia il contesto dell’episodio e per quanto si possa assolutamente condannare il comportamento del bambino questo non toglie che l’atteggiamento della maestra, qualora fosse confermato, sarebbe davvero increscioso.
La ricostruzione dei fatti
Durante la ricostruzione dei fatti è emerso che il bambino aveva sputato a terra in palestra e per fargli capire la gravità e la maleducazione dell’atto la maestra ha messo i 22 compagni in fila a fare lo stesso gesto verso di lui. Agli inquirenti la donna ha dichiarato che era un gioco a valenza educativa e che in realtà nessun altro bambino aveva sputato veramente. Tesi che ha convinto il pubblico ministero Paolo Fietta tanto da richiederne l’archiviazione ma il gip Massimo Gerace ha invece accolto l’opposizione chiedendo l’imputazione coatta.
La sentenza
Nel processo con rito abbreviato del 16 Ottobre 2018 la maestra è stata condannata ad un mese e 10 giorni di carcere (pena sospesa perché incensurata) più tre mesi di sospensione dall’insegnamento e 10mila euro di risarcimento alla famiglia del bambino. Il gip di Vicenza ha accolto le tesi della procura e secondo il tribunale è colpevole di abuso di mezzi di correzione.
L’Avv. Anna Zanini, difensore della famiglia del bambino dichiara: «È una sentenza corretta, qui non c’era un gesto con intenti educativi ma una punizione, tanto che il pubblico ministero Angelo Parisi aveva chiesto tre mesi di carcere. Si tenga presente che il bambino vittima della vicenda in quei mesi attraversava un periodo molto brutto in casa. E il piccolo, forse, manifestava con quei comportamenti il suo malessere».
Sempre a Vicenza è successo un altro caso molto simile nel 2016.
Come sempre La Via dei Colori Onlus ha provveduto a mettersi a completa disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte per comprendere la verità. Chiunque avesse bisogno di un sostegno legale o psicologico specializzato in casi dubbi o accertati di maltrattamenti, può contattarci attraverso il nostro Numero Verde 800-98.48.71 oppure scrivendo alla mail associazionelaviadeicolori@gmail.com.