Vimercate (MB), 25 Gennaio 2013
Quarantadue anni per ricostruirsi un’altra identità. Non sono bastati però i capelli bianchi, il grembiule azzurro e la disponibilità e gentilezza a salvare il bidello che molestò cinque bambine nei bagni della Scuola Elementare Emanuele Filiberto di Vimercate, in provincia di Monza e della Brianza, in cui lavorava da otto anni. Entrava nei bagni femminili, adescava le bambine, le aspettava davanti ai lavandini e le palpeggiava ripetutamente nelle parti intime. Amelio Congiu, 65 anni, di origini sarde, sposato e pregiudicato, è stato arrestato in flagranza di reato.
Tutta la vicenda sul caso del bidello che molestò cinque bambine nei bagni della scuola
Secondo la ricostruzione dei fatti le indagini, coordinate dal PM Alessandro Pepè della procura di Monza, sarebbero scattate in seguito alle confidenze di una bambina alla maestra. La piccola avrebbe raccontato all’insegnante di essere stata molestata nei bagni. I racconti sarebbero stati confermati anche da una compagna di classe che avrebbe visto tutto. L’ insegnante e la dirigente scolastica, Rosetta Di Mauro, chiamano i carabinieri. I militari installano delle microtelecamere nei bagni che permettono di cogliere in flagranza il pedofilo. Congiu dovrà rispondere, oltre alla violenza sessuale aggravata, anche dell’accusa di falso ideologico per aver presentato un’autocertificazione falsificata con lo scopo di essere assunto. Le vittime, tutte tra i 6 e i 10 anni, sarebbero cinque. La prima udienza è fissata per il 28 di marzo. Nel processo i genitori delle piccole vittime si sono costituiti parti civile contro il bidello.
La vicenda giudiziaria
1971
Amelio Congiu viene condannato per violenza sessuale ai danni di una bambina di 12 anni in una chiesa della Calabria. Dopo aver scontato la pena emigra al Nord.
2005
L’uomo abbandona il lavoro di muratore e viene assunto nella scuola di Vimercate esibendo una falsa attestazione sulle proprie condanne penali.
25 gennaio 2013
Una bambina di quinta elementare racconta alla maestra le attenzioni particolari subite per mano del bidello pochi minuti prima in bagno. L’ insegnante e la dirigente scolastica chiamano i carabinieri che installano le microcamere.
4 febbraio 2013
Poco prima delle 13:00 Congiu entra in azione ignaro delle telecamere. Il bidello viene arrestato dai carabinieri del capitano Marco D’Aleo in flagranza di reato per violenza sessuale aggravata nei confronti di minori. Oltre alla violenza sessuale dovrà rispondere anche dell’accusa di falso ideologico per aver presentato un’autocertificazione falsificata nella speranza di essere assunto. Le perquisizioni domiciliari hanno poi portato al sequestro di un computer e alcuni supporti informatici che saranno sottoposti a perizia.
7 febbraio 2013
Il sindaco Paolo Brambilla garantisce sostegno legale e psicologico. “Se necessario il Comune metterà a disposizione tutto ciò che è nelle sue possibilità in termini di assistenza e tutela. Questa notizia mi riempie di rabbia e sgomento, sentimenti che condivido con l’Amministrazione e con tutta la città. Confido ora in un veloce ed efficace intervento della magistratura. Vanno ringraziati procura e carabinieri per il loro intervento tempestivo e risolutivo”.
28 giugno 2013
Dopo quasi quattro mesi di carcere l’uomo ottiene gli arresti domiciliari nella sua casa di Vimercate. Indagini concluse. Ascoltate le testimonianze di dieci bambine che inchioderebbero il bidello pedofilo.
20 gennaio 2014
Il giudice delle indagini preliminari Giovanni Gerosa ha deciso per il processo rinviando a giudizio Congiu con l’accusa di violenza sessuale aggravata e rigettando la richiesta della difesa di una perizia psichiatrica e un processo con il rito abbreviato (con sconto della pena e porte chiuse).
(A cura di Benedetta Maffia)