Trani, 25 Settembre 2013
Denunciata una maestra elementare. Un bambino di 6 anni appena iscritto alla prima classe elementare sarebbe stato maltrattato dall’insegnante fin dal primo giorno di scuola. E’ accaduto nella scuola elementare Papa Giovanni XXIII di Trani. A denunciare l’insegnante al commissariato di Polizia di Trani è stata la mamma che ha evidenziato l’atteggiamento violento della maestra nei confronti del figlio.
Denunciata maestra della scuola elementare Papa Giovanni XXIII per maltrattamenti
L’insegnante, stando alla denuncia della madre del bambino, lo avrebbe schiaffeggiato e rincorso fuori dalla classe per trascinarlo sulle scale e infine sbattuto sul banco. In più gli sarebbe stato impedito di bere l’acqua durante le lezioni e la ricreazione. Fatto che avrebbe accertato sul luogo la nonna del bambino. Immediata la decisione dei genitori di far cambiare scuola al bambino. La mamma ha prima denunciato pubblicamente l’accaduto con un post su Facebook sulla pagina Tranispia e poi al Commissariato.
L’insegnante, nella sua controdenuncia in Procura, ha chiamato in causa la nonna del bambino negando le accuse nei suoi confronti e riferendo di aver subito dalla donna “insulti, intimidazioni e minacce in presenza di alunni, genitori e docenti“.
La vicenda è poi finita in tribunale ribaltata con la mamma del bambino imputata e l’insegnante costituita parte civile.
Infatti, secondo quanto aveva richiesto il PM Cosima Greco, per quel post su Facebook la mamma del bambino ha rischiato ben sei mesi di reclusione per diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti dell’insegnante.
Novembre 2019
Il giudice del Tribunale di Trani, Sara Pedone, ha deciso che la mamma 31enne di Trani incensurata, pur beneficiando della pena sospesa e della non menzione nel casellario giudiziale, dovrà pagare 2000 euro di multa oltre le spese processuali, il risarcimento dei danni patiti alla costituita parte civile, una provvisionale di 3000 euro in favore della parte civile, rifusione delle spese di costituzione e rappresentanza di parte civile per altri 3420 euro.
Secondo il giudice la documentazione agli atti conferma pienamente la versione dei fatti per come ricostruita dalla persona offesa.
«Tutte le condotte di cui era stata accusata la persona offesa, in realtà, non si erano mai verificate – si legge nella sentenza – ma, considerato il carattere del bambino altamente problematico, potevano essere frutto della fantasia dei racconti dello stesso propalati al rientro a casa».
Secondo il giudice, la maestra «è stata estremamente precisa e lineare nel suo racconto, senza mostrare sentimenti personali di astio e rancore nei confronti dell’imputata».
(A cura di Benedetta Maffia)