Il primo giorno arriva ogni anno. Quanti primi giorni ci sono per le nostre maestre meravigliose. Quante “prime volte”, “primi abbracci” e poi quanti “piccoli uomini” che varcano la soglia della classe impauriti dal primo giorno di una nuova avventura per poi lasciarle qualche anno dopo cresciuti e con tante cose da ricordare? La vita della maestra è piena di prime volte perché ogni anno non è mai uguale al precedente e la maestra Giovanna ci ha regalato un bellissimo racconto per la nostra rubrica M come Maestra che ci parla della sua personalissima esperienza.
Il racconto testimonianza della maestra Giovanna sul suo 39° primo giorno di scuola
“Trentanove volte. Questo è il mio trentanovesimo anno di insegnamento. Per trentanove volte sono entrata a scuola aspettando che arrivassero, per trentanove volte ho accolto i miei piccoli con l’entusiasmo del mio primo giorno, per trentanove anni ho guardato negli occhi le mamme, i papà, i nonni che dovevano lasciare i più piccini per la prima volta, quelli che stavano appena uscendo dal nido confortevole e sicuro che è la propria casa nella quale i punti di riferimento sono certi e amorevoli.
Ho visto in quegli sguardi il timore, l’incertezza, lo smarrimento, lo stupore ma anche l’attesa di una parola di conforto, di rassicurazione che tutto sarebbe andato bene, che i loro tesori più preziosi sarebbero stati in buone mani.”
Il primo giorno è un giorno di speranza e di attesa
“Questi sono i giorni della speranza e dell’attesa, in questi giorni si gettano i primi semi di tutte quelle piantine che un giorno diventeranno alberi rigogliosi che daranno i loro frutti. Sta a noi creare il terreno fertile affinchè le radici possano trovare il nutrimento per il cuore e la mente di quei giovani virgulti.
Un giorno, una di noi disse che la vita a scuola è come una caccia al tesoro, un tesoro che arricchisce la nostra professionalità, un tesoro che, con l’entusiasmo che ci trasmettono i nostri alunni, scopriamo giorno dopo giorno.”
Alla scuola spetta un compito meraviglioso e arduo
“E’ per questo che abbiamo il dovere di comprendere ogni sfumatura nelle parole dette e non dette, nei gesti più eclatanti e in quelli appena percepibili dei nostri alunni.
Ognuno di loro racchiude un patrimonio incommensurabile di potenzialità intellettive ed emotive, ognuno di loro va accolto e curato come se fosse l’unico per noi.
Questo periodo è il più importante perché in questi giorni ogni piccolino inizia a seguire il sentiero della vita “fuori dal guscio”, un percorso entusiasmante perché ogni esperienza è una scoperta nuova e un nuovo apprendimento, più pregevole se fatto assieme agli altri.“
Famiglia e scuola uniti per il benessere dei bambini
“Le famiglie e la scuola, affinchè questo viaggio prosegua rispettando l’armonico sviluppo dei bambini, devono adoperarsi per collaborare con unico obiettivo comune: il benessere di ognuno di loro.
Finchè potrò cercherò, tra le pieghe del passato e ogni spunto che verrà dal presente, la materia che compone l’emozione di trasmettere cose nuove senza la quale nessun insegnante potrà mai dire di compiere il suo lavoro con dignità.
Porterò con me, come ogni anno, la mia valigia magica (le maestre ne hanno sempre una molto grande e segreta, speciale…). In questa valigia c’è quello che siamo state, che siamo e che potremmo diventare. Ognuna di noi ne ha una tutta sua, ma quello che conta è saperne condividere il contenuto con le altre maestre perché solo assieme, in armonia e in accordo potremo sempre dire: QUESTA E’ LA NOSTRA SCUOLA.“
Grazie alla maestra Giovanna per questa bellissima testimonianza.
(A cura di Rossella Legnaro)