Per le Good News di oggi voglio parlarti di un dentista. Un dentista buono molto speciale che si chiama Giovanni Valenti e che ogni giovedì nel suo studio a Grosseto l’ingresso è libero ed i suoi piccoli pazienti non pagano.
Il dentista buono che cura gratis i bambini in difficoltà
L’idea, come racconta lui stesso, gli è venuta insieme alla moglie, sua assistente alla poltrona.
“Con Letizia abbiamo deciso che non era più possibile vedere tanta sofferenza nel nostro lavoro. Incontrare bambini con la bocca devastata e sentirci chiedere da mamme disperate se potevano pagare un’otturazione cinque euro al mese. Così ci siamo inventati questa forma di volontariato. Lavorare gratis per un giorno alla settimana e farci carico delle spese per i bambini delle famiglie che non ce la fanno”.
La maggior parte dei pazienti che stanno approfittando di questa lodevolissima iniziativa sono di origine straniera. Ma ci sono anche genitori italiani colpiti dalla crisi che altrimenti non riuscirebbero a coprire le spese dentistiche per i loro figli e non possono attendere i lunghissimi tempi di attesa delle strutture pubbliche.
Il medico toscano sta restituendo il sorriso a tanti bambini e alle loro famiglie. La voce si sta spargendo e le richieste arrivano anche da altre regioni. Probabilmente bisognerà dedicare anche altre ore alle cure gratuite. Valenti si augura che il suo gesto di solidarietà sia preso come esempio perché sono sempre di più i genitori che non possono permettersi di pagare estrazioni, otturazioni o devitalizzazioni per i loro figli. Anche una carie non è certo un problema che può essere trascurato.
Eppure alcuni colleghi hanno avuto il coraggio di criticare questa iniziativa definendo il dentista solo “un buon samaritano”. Ma le benedizioni e la gioia dei pazienti contano più di qualunque polemica. Per fortuna c’è chi ha già aderito all’appello del dentista buono e sta contribuendo a questo progetto inviando kit medici o mettendosi a disposizione per quelle che sono le proprie possibilità e competenze.
Fa davvero tanto piacere e conforta il fatto di sapere che ci sono ancora persone che considerano certe professioni una missione e non rimangono indifferenti davanti al disagio altrui.
Fonte: Corriere.it.
(A cura di Mariapaola Ramaglia)