Grosseto, 18 Aprile 2016
Molestie sessuali dal suo fisioterapista. Per questo Sofia Mangiarotti si rivolge a Le Iene. Per smascherare con una telecamera nascosta il terapeuta che usava manovre ambigue e teneva la paziente a seno nudo.
Tutta la vicenda sul caso di molestie sessuali dal fisioterapista di Grosseto
Le sedute a seno nudo
Sofia Mangiarotti, 48 anni, ex insegnante originaria di Cremona, vive a Grosseto. A causa di una patologia autoimmune soffre di forti dolori, soprattutto alla schiena. Per questo nel 2005 si reca da un fisioterapista della città. Subito l’uomo la tiene a seno nudo per tutta la seduta e le scopre i glutei abbassando gli slip nonostante la donna indossi i leggins. Dopo qualche seduta si spinge oltre.
Dal trattamento alla molestia sessuale: il video de Le Iene
Inizia così ad adottare manovre ambigue. Poggia tutto il suo corpo e spesso i suoi genitali nella mano della paziente. La donna si sottopone a circa 5 trattamenti l’anno fino al giorno in cui lui mette la mano sui genitali della signora. Sofia smette di frequentare lo studio ma, pensando che possa fare lo stesso con altre pazienti, prova a chiedere aiuto a un avvocato e a un Centro Antiviolenza. In molti le dicono che il processo sarebbe difficile senza un video e che sarebbe la parola di lei contro quella di lui. Così decide di rivolgersi alla trasmissione Mediaset. Si reca di nuovo dal fisioterapista ma stavolta una telecamera nascosta de Le Iene riprende tutto. Due sedute da un’ora, una in luglio e una in settembre 2015. Il servizio va in onda il 17 aprile 2016.
Altre denunce
Tra il 17 e il 19 aprile la signora viene contattata da altre donne che ritengono di aver subito molestie sessuali dal medesimo fisioterapista. Sofia prova a denunciare ma sono passati sette mesi dall’ultimo fatto avvenuto e la legge lo consente solo entro i sei mesi. Fanno denuncia altre donne e due querele vengono presentate l’11 e il 19 Maggio 2016. Una delle due querelanti nel Marzo 2018 si rivolge a La Via dei Colori ed assume la sua difesa l’Avv. Giulio Canobbio.
Il patteggiamento
Il 10 Aprile 2018 Antonio Giuseppe Malatesta patteggia la pena di un anno e quattro mesi di reclusione. La pena base di cinque anni è ridotta per via delle attenuanti e del rito speciale. Il Gip di Grosseto, Marco Bilisari, parla di un “disegno criminoso”. Leggi il comunicato con le dichiarazioni delle donne.
La difesa: Nessuna responsabilità, patteggiamento solo per evitare stress
La difesa, sostenuta dagli Avv. Carlo Valle e Alessandro D’Amato, chiarisce che “Malatesta ha fatto questa scelta al solo fine di evitare lo stress insopportabile di un lungo dibattimento ricordando che l’esordio del procedimento ha avuto origine da specifici scoop mediatici, essendo quindi assai ragionevole ritenere che inevitabilmente sarebbe stato accompagnato, nella sua fase giudiziale evolutiva, da altrettanti contrappunti mediatici“. “Segnaliamo – dicono i legali – che l’indagato ha sempre contestato decisamente ogni responsabilità“.
La vicenda giudiziaria
- 2005: Sofia Mangiarotti inizia le sedute dal fisioterapista Antonio Malatesta.
- 17 Aprile 2016: Servizio de Le Iene.
- Febbraio 2018: Sofia si rivolge a La Via dei Colori.
- Marzo 2018: Una delle donne coinvolte nel processo penale si rivolge a La Via dei Colori.
- 10 Aprile 2018: Patteggiamento.