L’11 febbraio 2016 a Napoli è stato inaugurato un ristorante in un ex opificio, Il Poggio. Un polo enogastronomico che vedrà collaborare 50 giovani segnalati dai servizi sociali e giovani con sindrome di Down. Oltre ad immigrati e ad un detenuto in affidamento. Al suo interno vi sarà anche una Scuola di formazione su cucina e dell’enogastronomia. Non solo un ristorante, ma un progetto sociale nato dalla sinergia di Gesco, Fondazione Con il Sud e Fondazione Vodafone. Una Good News che non potevamo certo non presentarti.
Il Poggio: polo enogastronomico luogo di arricchimento e condivisione
Questo ristorante vuole rappresentare un punto di riferimento per giovani e famiglie in un quartiere quasi completamente privo di luoghi di aggregazione e di ritrovo. Si può mangiare a prezzi contenuti e stare insieme, partecipare a mostre, presentazioni di libri, convegni e concerti.
Il Polo funziona come “market del cucinato” ed ospita una Scuola di formazione dedicata alle professioni della cucina e dell’enogastronomia come quelle di cake designer, sommelier, operatore del servizio bar, mâitre.
Un’iniziativa che nasce dalla necessità di creare in una zona periferica della città luoghi di incontro per giovani e famiglie che possano diventare veri e propri punti di riferimento territoriali per la cultura, il tempo libero e l’informazione. Oltre che per gustare pietanze di qualità.
Vengono utilizzati i prodotti provenienti dagli Orti sociali cittadini mentre tutti i materiali utilizzati saranno riciclabili al 100% od organici, quindi compostabili, per mantenere alta l’attenzione al territorio, alle produzioni locali e al basso impatto ambientale.
Nel nuovo polo enogastronomico sarà forte anche la cultura antispreco. Infatti è disponibile la “doggy bag“, una confezione riciclabile che da la possibilità al cliente di portare a casa ciò che non ha consumato.
Il Poggio è accessibile a tutti, compresi i bambini e le persone disabili o con limitata autonomia motoria, ed è aperto anche di notte.
And last but not least un progetto che mira alla riqualificazione urbana. Intatti il polo enogastronomico sorge su una superficie dove un tempo vi era un capannone industriale abbandonato.
(A cura di Claudia Cimato)