Ci sono scuole ordinarie dove gli insegnanti arrivano al lavoro ed accolgono i loro alunni che poco alla volta fanno l’ingresso accompagnati dai propri genitori. Svolgono i loro compiti fino alla fine dell’orario stabilito e poi si dedicano alla loro vita privata. Poi ci sono strutture in Italia, come ad esempio quelle in cui lavorano gli insegnanti a Palermo, che invece fanno acqua da tutte le parti e dove il lavoro non è sempre così lineare. A reggerne le sorti sono spesso gli insegnanti, i presidi e i bidelli sempre in trincea.
Gli insegnanti a Palermo sono eroi quotidiani
Qualche tempo fa proprio in quelle scuole dove lavorano insegnanti a Palermo si è iniziata la caccia al docente fannullone ed impreparato. Quello che promuove masse di ragazzi ignoranti che nei test internazionali ci fanno fare delle figuracce.
Ma qual’è la reale situazione della scuola palermitana? Sono proprio gli insegnanti a raccontarcela, altro che fannulloni.
Insegnante di scuola elementare
«Fare scuola in certi contesti è sempre un superlavoro, basterebbe entrare in una delle nostre classi per comprenderlo», esordisce Gemma Insalaco, insegnante della scuola elementare Turrisi Colonna in pieno centro storico. «Restare a scuola oltre l’orario è una cosa del tutto normale perché spesso solo l’insegnante riesce a risolvere certe situazioni». Racconta e aggiunge: «Alcuni bambini stranieri lavorano di notte e la mattina si addormentano in classe». Ma come si fa a insegnare in queste condizioni? «Si usa il dialetto, se è il caso, e ci si inventa tutto il possibile per interessare i bambini. In parecchi casi io e le mie colleghe paghiamo la refezione ai bambini compriamo vestiti, occhiali e da mangiare».
Maestra di scuola materna
Roberta Vannelli è maestra di scuola materna nel circolo didattico Cesare Abba all’Acquasanta. «Si sa – dice – che le scuole non dispongono di molti fondi e nelle sezioni di scuola dell´infanzia di materiale ne occorre». Per ovviare all´inconveniente ogni anno chiede alle famiglie bottoni, piccole bottiglie, pezzi di stoffa, scatole, tappi, nastri. «In questo modo e a costo zero i bambini comprendono che alcuni oggetti – spiega – si possono riutilizzare e abbiamo a disposizione una quantità enorme di materiali». Da diversi anni, all’Abba, le maestre non accettano regali per Natale o Pasqua. «Abbiamo detto ai genitori che, se proprio ci tengono, possono fare un regalo alla classe». E ogni anno la scuola si arricchisce di uno scivolo, di un televisore o di un videoregistratore.
Professore di inglese
Ferruccio Drago, professore di Inglese racconta. «In classe avevamo diversi ragazzini provenienti da case-famiglia. Uno in particolare scappava dalla classe e bisognava fermarlo perché non uscisse dalla scuola». In alcuni quartieri quello del prof è un lavoro anche fisico. «Per molti che parlano soltanto in dialetto, non possono comprare i libri di testo, quei ragazzi hanno tantissimi problemi – dice Drago – non è facile pensare a studiare. Credo che se la scuola a Palermo continua ad andare avanti è per merito di tantissimi docenti che fanno più di quello che viene loro richiesto. Altro che fannulloni».
Preside
Anche il preside che guida la scuola a Ustica è un eroe. «Risiedo a Ustica – spiega il 54enne Massimo Leonardo palermitano, preside dell´istituto comprensivo dell´isola – e nel fine settimana, mare permettendo, torno a casa». Guidare una scuola dove ogni anno cambia la maggior parte degli insegnanti (quasi tutti precari) e buona parte del personale di segreteria non è facile… A Ustica collegarsi ad internet è un´avventura. «Per il lavoro che a Palermo svolgo in un´ora a Ustica passa mezza giornata». E la richiesta di attivare l´inglese al liceo scientifico, dove si studia soltanto il francese, non è stata soddisfatta. Ma nella scuola ci sono anche i precari, che coprono migliaia di cattedre, come Davide Messineo, 38 anni, sposato e con una figlia da anni fa la spola tra Enna, San Cataldo e Mazara del Vallo.
Ma non solo loro. E’ eroe anche il bidello che monta sul vespino in cerca degli alunni che devono sostenere gli esami di licenza elementare. Oppure la bidella che prima di andare a casa cucina la pasta per i piccoli che a casa non troverebbero nulla da mangiare. Perfino il dottore dà una mano. «Il mio oculista – racconta la maestra della Turrisi Colonna – ormai da anni visita gratuitamente i miei alunni».
Fonte: Palermo Repubblica.
(A cura di Arianna Pand)