Non tutti hanno la fortuna di amare il proprio lavoro. Io si. E la fortuna vuole che di azienda in azienda io abbia sempre trovato il mio spazio. Uno spazio piacevole e soddisfacente in cui impegnarmi e portare avanti la mia passione lavorativa. Dal 2010 per un caso fortunato sono approdata in un’azienda di Energia: Repower. Qui mi occupo dei sistemi informatici come Application Manager dell’area Trading. Il lavoro è impegnativo ed in questi anni ho dovuto faticare molto per riuscire a fare quello che mi chiedevano. Ma le fatiche per fortuna, a volte, vengono ricompensate. Non sto parlando di soldi, di uno stipendio più alto o di promozioni. Oggi voglio parlare di orgoglio. Quell’orgoglio che mi fa sentire fiera di far parte della famiglia di questa azienda per la nascita di un progetto che ha portato alla realizzazione della Locanda alla Mano.
Locanda alla Mano: un progetto promosso dalla Cooperativa Sociale ConTè
Questa storia ha inizio un paio d’anni fa. Quando, durante un viaggio in auto, Fabio Bocchiola chiede a Martina, ragazza ventenne con la sindrome di Down: “come va il lavoro?”. Martina, un pò affranta e sconsolata racconta come il suo impiego sia per lei noioso e malpagato. Fabio, che io conosco e stimo come uomo d’affari, ma che conosco anche per il suo impegno e la sua tenacia, decide di realizzare qualcosa che possa far sorridere la sua amica quando racconta del suo lavoro.
Ecco quindi, che da un progetto promosso dalla Cooperativa Sociale ConTè, con il patrocinio di Expò e del Comune di Milano, ha preso vita l’idea e la realizzazione della “Locanda alla Mano” che parteciperà all’evento dell’Estate Sforzesca.
Ma di che cosa si tratta esattamente?
Cibo, design e solidarietà
Cibo:
Un punto di ristoro che rimarrà aperto fino a fine Settembre. Sette giorni su sette dalle 10 alle 20, nel cuore di Milano, in piazza del Cannone, al Parco Sempione a due passi dal castello Sforzesco. L’offerta di cibo e bevande vuole essere lontano dai normali circuiti commerciali quindi qui non troverai certo panini e bibite di grandi marchi. Il cibo servito saranno prevalentemente tramezzini realizzati con materie prime a filiera controllata e certificata Bio. Arricchiti da essenze, verdure e frutta per offrire una dieta corretta e bilanciata.
Design:
Uno spazio realizzato dallo Studio Italo Rota che ha come simbolo una grande mano in acciaio rosa con un duplice significato: offrire una mano a ragazzi svantaggiati per aiutarli a trovare una collocazione in ambito lavorativo e dare importanza alla genuinità dei rapporti interpersonali.
Solidarietà:
Ecco il nodo cruciale. All’interno della Locanda lavoreranno otto ragazzi con disabilità, i veri protagonisti del progetto.
Il lavoro, nell’ottica dell’AGPD (Associazione Genitori e Persone con sindrome di Down) collaboratore dell’iniziativa, è parte importante di un un progetto di vita autonoma e indipendente che consente alla persona con sindrome di Down di inserirsi nella società fin dalla tenera età in modo inclusivo. Tramite un lavoro soddisfacente e gratificante potrà così aspirare ad avere una vita di qualità.
A questi ragazzi non viene offerto un lavoro qualsiasi che li tenga impegnati “in qualche modo” ma un lavoro che ne segua e assecondi inclinazioni e passioni.
Ecco quindi che finalmente, dopo tanto parlare di maltrattamenti e strutture inadeguate, ci troviamo a parlare di una cooperativa che aiuta questi ragazzi attivamente e concretamente.
Questo è un meraviglioso esempio di collaborazione tra pubblico e privato, tra associazioni e aziende, ma soprattutto tra persone che riescono a dare vita ad un’esperienza emozionante, gratificante, utile e di crescita sociale, e che mi fanno essere orgogliosa di far parte, nel mio piccolo, di qualcosa di veramente bello.
Grazie di cuore da parte mia e da parte de La Via dei Colori.
(A cura di Loredana Costi)