Quasi non ci scandalizziamo più quando sentiamo le notizie sulle stragi che alcune persone disturbate compiono nelle scuole Americane. Infondo li è normale possedere un’arma già nella prima infanzia. Tanti sono stati i morti durante gli attentati alle scuole e sarebbero certamente aumentati se quel maledetto 15 dicembre del 2013, quando il giovane Adam Lanza aprì il fuoco e uccise 26 persone tra cui 20 bambini, prima di togliersi la vita a Newtown alcune maestre coraggiose non avessero agito con prontezza.
Le maestre coraggiose di Newton
Tra queste maestre coraggiose ricordiamo l’insegnante di musica Maryrose Kristopik.
“Lui continuava a battere contro la porta per farsi aprire. Io cercavo di calmare i bimbi recitando loro alcune preghiere, dicendo che li amavo. Dicendo solo che c’era una persona cattiva nella scuola, senza altri dettagli“.
Bambini di nove e dieci anni che adesso le devono la vita. Solo dopo che nella scuola non si erano più sentiti i colpi del killer Maryrose aveva lasciato uscire i suoi piccoli allievi.
Come lei anche Kaitlin Roig che aveva barricato i suoi bambini di prima elementare nel bagno della classe e chiuso la porta a chiave.
“Mi chiedevano di uscire. Ma dicevano anche che non volevano morire, che volevano fare Natale. Io cercavo di essere positiva: avrete Natale. Tranquilli“.
E infine Dawn Hochsprung che era in riunione con altri insegnanti. Un incontro di routine prima dell’inizio delle lezioni. Ha sentito gli spari e le urla ma invece di ripararsi ha avuto la prontezza di accendere il megafono per dare l’allarme prima di uscire nel corridoio ed affrontare il killer.
Il tema della diffusione delle armi in America è un grave problema. Troppo radicato nella loro cultura, troppo legato alle lobby impegnate in una vera e propria campagna pro armi. A nulla sono valse le parole del presidente Barack Obama e dei genitori di una delle vittime per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Il Senato americano ha comunque bocciato l’intesa bipartisan sull’estensione dei controlli sui compratori delle armi nonostante il forte sostegno popolare alla proposta.
(A cura di Arianna Pand)