Belluno, 27 Maggio 2016
Una maestra è indagata con l’accusa di maltrattamenti nell’asilo Adelaide Cairoli di Belluno su almeno 3 alunni della scuola in cui insegna. I bambini hanno tutti un’età compresa tra i 3 ed i 5 anni. Il Dirigente della struttura, a seguito dei fatti scoperti, avrebbe assegnato la maestra ad altre mansioni.
Tutta la vicenda sul caso di maltrattamenti nell’asilo Adelaide Cairoli
I fatti risalgono al periodo compreso tra Settembre 2015 e Gennaio 2016. I primi a segnalare sono stati i genitori perché i bambini non volevano più andare a scuola e parlvano della maestra “cattiva”, di urla e schiaffi. Il Dirigente decide di affiancare alla donna una collega in modo che non sia più sola in classe. A Gennaio la collega racconta di aver visto l’insegnante tirare per le codine una bambina. Il Dirigente le cambia mansioni, la donna viene spostata in biblioteca. Intanto la vicenda sfocia nel penale.
L’audizione dei minori
La procura svolge le audizioni protette dei bambini per accertare l’eventuale danno riportato a seguito dei maltrattamenti nell’asilo Adelaide Cairoli. I piccoli confermerebbero i dubbi iniziali dei genitori. Sono otto le parti offese.
Maestra a processo, il racconto della collega
Nel Febbraio 2017 la maestra viene rinviata a giudizio. Due famiglie si costituiscono parte civile. Il Ministero dell’Istruzione è presente in Tribunale come responsabile civile.
Il 24 Aprile 2018 in aula parla la maestra che affiancava l’imputata: “Dovevo essere la sua ombra, questo mi era stato raccomandato. La mattina del 21 gennaio di due anni fa, tra le 10.30 e le 11, alcuni bambini stavano giocando in quella che chiamiamo cucinetta. La maestra ha preso una bimba per le codine dei lunghi capelli con entrambe le mani, sollevandola a mezzo metro da terra e inveendo contro di lei. Poi l’ha rimessa a terra con forza, facendole male a un piedino“. Il racconto della donna continua, come si legge sul Corriere delle Alpi: “Ho chiesto alla collega se fosse impazzita, mentre la bambina piangeva disperata. L’ho portata via, applicandole del ghiaccio sulla caviglia, prima di avvertire la fiduciaria di quello che era appena successo. È stata quest’ultima a telefonare alla nonna. Un precedente episodio era capitato il 14 gennaio, quando un maschietto, sollevato per un orecchio, le aveva gridato “sei cattiva, mi fai male”. La maestra l’aveva negato, mentre ha dovuto ammettere quello successivo“.
La versione della maestra
Diversa la versione della maestra Francesca Maria Lattarico che in aula, davanti al giudice Angela Feletto, nel Maggio 2018 racconta: “All’inizio la tenevo per i fianchi perché volevo prenderla in braccio ma poi la bambina ha iniziato a dimenarsi e le mani sono scivolate sulla nuca. Volevo proteggerle la testa ma poi la bambina è caduta e si è fatta male al piedino“. Gli avvocati della difesa, Monica Barzon e Mauro Gasperin, portano in Tribunale una bambola per permettere alla donna di fare una dimostrazione dell’accaduto. Il giudice nega questa possibilità. Il Pubblico Ministero Sandra Rossi e gli avvocati di parte civile, Daniele Tormen e Sandra Constantini, chiedono spiegazioni di altri episodi. Lei risponde che si trattava solo di un metodo educativo ispirato alla token economy e ai sistemi di rinforzo: “I bambini mi temevano per le piccole regole che avevo imposto“. Prossima udienza, il 12 Luglio 2018.
La condanna in prima grado
Nel Luglio 2018 la maestra Francesca Maria Lattarico viene condannata ad un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa). Il giudice non ha creduto al suo metodo di insegnamento condannandola per maltrattamenti nell’asilo Adelaide Cairoli.
La sentenza d’Appello
La Corte d’Appello di Venezia derubrica il reato da maltrattamenti ad abuso di mezzi di correzione e da un anno a 4 mesi di pena si passa a quattro mesi. Per la Corte d’Appello quello della maestra era un metodo educativo anche se magari non adeguato ad una classe tanto numerosa quanto vivace.
La condanna definitiva
La maestra accusata di maltrattamenti nell’asilo Adelaide Cairoli di Belluno è stata condannata a 4 mesi per abuso di mezzi di correzione più risarcimento danni. Il ricorso presentato dalla donna contro la sentenza d’Appello è stato giudicato inammissibile dalla Corte di Cassazione. Quindi, oltre le spese processuali, da pagare c’è anche una sanzione di 3.000 euro.
La vicenda giudiziaria in breve
- Settembre/Gennaio 2015: Periodo di osservazione dei fatti.
- 11 Febbraio 2017: Maestra rinviata a giudizio.
- 24 Aprile 2018: Deposizione della collega dell’imputata.
- 4 Maggio 2018: La maestra si difende: solo un metodo educativo.
- 13 Luglio 2018: La maestra viene condannata ad un anno e quattro mesi di reclusione pena sospesa.
- 29 Settembre 2020: La Corte di Cassazione giudica inammissibile il ricorso presentato dalla maestra e conferma la sia la pena che il risarcimento danni più una sanzione di 3.000 euro.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.