Nepi (VT), 27 Gennaio 2017
Un’insegnante quarantenne è stata accusata di maltrattamenti all’asilo “Alessandro Stradella” di Nepi, in provincia di Viterbo. Le indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Paola Conti, risalgono al Dicembre 2016.
Caso di maltrattamenti all’asilo Alessandro Stradella di Nepi
A far partire le indagini, nel Dicembre 2016, sono state le denunce di alcuni genitori. Avevano notato che i bambini rientravano a casa con le orecchie arrossate ed erano diventati lamentosi e violenti. Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo di Civita Castellana, si sono avvalse delle intercettazioni ambientali e sono durate una decina di giorni.
I comportamenti dell’insegnante
Dal riscontro con i video la situazione appare immediatamente inquietante. Le immagini riprenderebbero l’insegnante che intimorisce i bambini gridando e minacciandoli, alzando le mani e promettendogli schiaffi e botte. Sempre secondo le indiscrezioni, l’insegnante parrebbe solita mettere i bambini in punizione faccia al muro negandogli anche di andare in bagno e portandoli così a farsi la pipì addosso. Calci nel sedere, tirate di orecchio e scappellotti erano solo alcuni dei maltrattamenti quotidiani che avvenivano all’asilo Alessandro Stradella. Oltre a frasi quali “Se non la smetti ti picchio”, “Se fai il cattivo ti lego alla sedia”.
I filmati delle telecamere nascoste hanno anche mostrato come una delle minacce più utilizzate per tenere buoni gli alunni fosse “1,2,3… schiaffo“. Mentre una volta aveva preferito legarli alla sedia e prenderli a calci. Ecco cosa, inevitabilmente, aveva causato il “cambiamento negativo” negli atteggiamenti dei bambini.
La sospensione
Visionati i filmati ed ascoltate le intercettazioni ambientali il Gip ha interrogato l’insegnante calabrese. La donna ha risposto a tutte le domande per chiarire la sua posizione ma il giudice ha comunque disposto la sospensione dall’insegnamento.
Il giudizio immediato: maltrattamenti e abbandono di minore
Richiesto dal sostituto procuratore Paola Conti, il 9 Febbraio 2018, prende il via il giudizio immediato. Davanti al giudice Gaetano Mautone sono sette le famiglie costituitesi parte civile. In udienza emerge che la maestra Silvia Palma deve rispondere non solo di maltrattamenti all’asilo Alessandro Stradella ma anche di abbandono di minore (art.591 c.p.). Il giudice dispone la trascrizione delle intercettazioni ambientali ed il giudizio è rinviato a Marzo 2018.
La maestra torna a lavorare
A distanza di un anno dalla misura interdittiva, il giudice Gaetano Mautone accoglie la richiesta dell’imputata, difesa dagli avv. Michele Rizzo e Vania Serena Oliverio. Il 9 Marzo 2018 la donna può tornare a lavorare. Si torna in aula ad Aprile per affidare l’incarico al perito e ascoltare i primi testimoni dell’accusa.
La testimonianza delle mamme
A Marzo 2019 parlano le mamme dei bambini vittime di violenza. “Non sono riuscita a guardare i video per più di cinque minuti“, afferma una di loro. Nei video, bambini che si difendono portando le mani alla nuca, schiaffi, umiliazioni e minacce: “Ti lego alla sedia e ti vengo a prendere a calci nel sedere”, “Vi sbatto dentro a calci. Uno, due e basta”. Secondo la difesa, si trattava di una classe numerosa e difficile da gestire: “Una classe particolarmente vivace, più maschi che femmine, 14 contro 12, c’erano problemi a mantenere l’ordine, anche un bambino che aveva bisogno di attenzioni particolari, serviva il sostegno“.
I testi in favore della maestra
Nel Luglio 2019 parla l’ultimo testimone dell’accusa: una mamma racconta dei comportamenti anomali del bambino, come “farsi la pipì sotto di giorno, e lamentava forti mal di testa all’uscita da scuola”. Poi tocca ai testimoni della difesa. Parla una bidella: “Le porte delle classi erano sempre aperte ma non la vidi mai alzare un dito sui bambini“. In favore dell’imputata anche una collega che giura di non averla mai sentita dire parolacce.
Senza lavorare ma con lo stipendio
“La signora Palma ora è tornata a casa sua, a Cetraro in provincia di Cosenza. Dove non lavora ma continua a percepire lo stipendio“, spiega l’avv. Michele Rizzo. La conclusione dell’istruttoria è prevista con l’udienza del 14 Gennaio 2020.
La condanna di primo grado
Il 27 Aprile 2021 il giudice Gaetano Mautone condanna in primo grado l’insegnante Silvia Palma ad un anno, undici mesi e quindici giorni di carcere più l’obbligo di risarcire in sede civile le parti offese. Secondo le motivazioni del giudice i bambini vivevano in un clima di terrore laddove “per le scuole dell’infanzia non è previsto alcun tipo di punizioni per i bambini e l’uso di sanzioni corporali da parte dell’insegnante è espressamente vietato“. La donna ha potuto beneficiare della sospensione condizionale della pena grazie alle attenuanti della totale inesperienza, visto che era il suo primo incarico, e per la mancanza di sostegno didattico.
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