Osimo (AN), 17 marzo 2017
Caso di maltrattamenti all’asilo Borgo Amico di Osimo, in provincia di Ancona. La maestra finita sotto inchiesta è Lorena Palmieri accusata di aver maltrattato i suoi piccoli allievi di 3 e 4 anni.
Caso di maltrattamenti all’asilo Borgo Amico di Osimo
I fatti risalgono al periodo tra la fine del 2011 e la primavera del 2012.
“Quando mio figlio tornava a casa dall’asilo manifestava comportamenti strani. Se qualcuno ad esempio lo sgridava iniziava ad urlare e si graffiava in faccia! A volte faceva resistenza e giunti davanti l’asilo, riconosciuto il posto, non voleva entrare…”.
Queste le parole di una delle mamme insospettite dal comportamento dei bambini. Alcune di loro si sono confrontate sia con l’insegnante che con la dirigenza scolastica ma senza alcun successo.
Il nostro consiglio: evitare di rivolgersi a Dirigente e Scuola
Sollevata la questione, sia la maestra, residente a Numana e prossima al pensionamento, sia alcune colleghe negano qualunque circostanza. Pare che il Dirigente Scolastico, Fabio Radicioni, informato dalla mamma dei suoi sospetti, abbia sempre negato fermamente che il bambino potesse subire qualunque forma di maltrattamento: “Racconti fantasiosi, non preoccupatevi“. Tuttavia trasferisce la donna in un’altra struttura. Secondo l’esperienza del nostro Osservatorio sulle Relazioni educative e di cura, capita spesso che i Dirigenti scolastici davanti a possibili notizie di reato, anziché procedere con una denuncia come previsto dalla legge, trasferiscano l’insegnante accusato. La donna, comunque, ha impugnato il Provvedimento dinanzi al Tribunale del Lavoro.
L’avvio delle indagini e l’accusa
Qualche tempo dopo sono alcune colleghe a segnalare i maltrattamenti all’asilo Borgo Amico adottati dalla maestra. Così i genitori vengono a conoscenza di quanto accadeva in aula e, difesi dall’Avvocato Fabrizio Naspi di Ancona, avviano l’inchiesta. Il Fascicolo d’indagine viene aperto nel Giugno 2016. Secondo la ricostruzione dei fatti Laura Palmieri sarebbe rea di maltrattamenti sia fisici che verbali. Avrebbe insultato i bambini con parolacce ed improperi come “Sei matto” e “Sei un delinquente“.
Il processo
La prima udienza sul caso di maltrattamenti all’asilo Borgo Amico di Osimo si svolge nei primi giorni di Marzo 2017. Nel processo, davanti al Tribunale di Ancona, la donna è difesa dall’Avvocato Ennio Tomassoni. Durante le audizioni una delle due mamme racconta di come col tempo era riuscita a mettere in fila i campanelli di allarme. Il difensore della maestra sottolinea il passato “candido” dell’insegnante e l’assenza di precedenti portando in aula alcune colleghe.
La condanna con pena sospesa
Il 31 Maggio 2018 la donna viene condannata a otto mesi di reclusione con pena sospesa. Il reato è derubricato da maltrattamenti ad abuso dei mezzi di correzione. La sentenza è firmata dal giudice Alberto Pallucchini.
La reazione dei genitori
“Condannata a otto mesi ma non farai neanche un giorno. Non importa. Io volevo solo sentire la parola colpevole. Colpevole di aver strattonato, sculacciato, sbattuto la testa sul tavolino, preso la corda intimando di legarli. Di aver chiamato due bambini di quattro anni delinquenti, voi e i vostri genitori che dovrebbero andare in galera – così scrive una madre su Facebook – Queste colpe però ce le hanno anche le altre maestre che non mi hanno mai detto niente anche se sapevano tutto e che anzi mi dicevano che ero matta io. E poi ci sei tu, il preside, che per salvaguardare il buon nome della scuola sapeva tutto ma ha fatto in modo di mettere tutto a tacere“.
Dopo di lei, sono in molti a commentare condannando il comportamento del dirigente.
La difesa del Dirigente
“Sono stato dato in pasto agli utenti su Facebook che hanno offeso la mia persona e ciò ha dell’incredibile per diversi motivi” risponde il Dirigente Fabio Radicioni, convocando la stampa. “Innanzitutto i genitori dei due bambini non sono mai venuti da me a rappresentare le loro preoccupazioni eppure la mamma del bambino, che poi ha cambiato scuola, nel post sostiene che io abbia voluto insabbiare tutto per salvaguardare il nome della scuola. È stata un’altra mamma, esterna ai fatti, ad avvertirmi di quello che avveniva. Era la primavera del 2011. Mi sono subito attivato e ho parlato con la collega di sezione dell’insegnante Palmieri. Non potevo accettare quello che stava succedendo. Una volta a colloquio con lei ho notato l’agitazione fortissima, mi diceva che era in difficoltà a gestire due bimbi vivaci fuori dalla norma. In quella sede non dissi niente, invitai tutti a collaborare. Poi mi chiamò dicendomi “Mi dica che mi crede”. Dovevo fare accertamenti ma già la mia iniziativa ha bloccato ogni sua altra reazione nei confronti dei bambini“. Radicioni racconta poi del trasferimento e dice: “Sono convinto che il buon nome di una scuola si difende con la trasparenza. In pratica siamo stati attaccati nonostante abbiamo fatto emergere la verità“. L’uomo pensa di querelare per diffamazione.
La replica: il Dirigente sapeva e mentiva
Ben presto arriva la replica dei genitori tramite il loro difensore, l’Avv. Fabrizio Naspi. Questi raccontano dell’incontro col Dirigente il 5 Giugno 2012. Incontro nel quale egli negò qualunque violenza e accusò i genitori di “mettersi in testa cose strane”. “Radicioni mentiva, sapendo di mentire, ai genitori del bambino vittima delle violenze, addirittura negando ogni accadimento e così pregiudicando loro di conoscere la verità e di conseguenza agire a difesa e tutela del minore. Infatti soltanto due anni più tardi i genitori miei assistiti venivano a conoscenza dei maltrattamenti a seguito della denuncia presentata dal Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale delle Marche (e non dal giudice, e tantomeno da Radicioni) in data 12.7.2013 con un ritardo di oltre un anno dai fatti. Non è dato comprendere per quale oscura ragione il Radicioni, una volta appresi e accertati i fatti di reato al termine di un’istruttoria interna dallo stesso avviata, non ha ritenuto di sporgere denuncia alla Procura nei confronti della maestra!?“. Se Radicioni denuncerà per diffamazione loro risponderanno con una contro-querela per calunnia.
La difesa della maestra: In 40 anni mai nessuna critica
Mentre genitori e Dirigente si contendono la verità a suon di botta e risposta interviene la maestra condannata. Lorena Palmieri parla tramite il suo avvocato Ennio Tommassoni: “La mia cliente ricorrerà in appello affinché anche l’ipotesi di aver abusato di mezzi di disciplina venga esclusa, come già quella di aver posto in essere maltrattamenti verso i fanciulli. Palmieri svolge l’attività di maestra da quarant’anni e nessuno ha mai mosso alcuna critica nei suoi confronti sul suo ruolo di educatrice“. A giustificare i comportamenti, una situazione “ingestibile” per la presenza di due bambini che “sferravano calci, lanciavano bicchieri, posate, banchi verso i compagni e mettevano in opera anche atti autolesionistici“.
L’appello e il reintegro
A fine Marzo 2019 la donna viene reintegrata. Questo per effetto di un’impugnazione della sospensione dinanzi alla sezione Lavoro del tribunale. Il provvedimento aveva dei vizi di forma. La maestra può rientrare a scuola, proprio nei giorni in cui la Corte di Appello conferma la condanna ad otto mesi, pena sospesa e risarcimento delle parti civili.
Condanna confermata in Cassazione
A Gennaio 2020 la condanna diviene definitiva. La Corte di Cassazione, con sentenza numero 4.798, conferma le decisioni di I e II grado rendendo la sentenza esecutiva.
La quantificazione del danno subito dalle famiglie è rinviata alla sede civile.
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