Como, 11 settembre 2017
Il caso di maltrattamenti in un asilo di Como è partito da una guancia arrossata. Un bambino di quattro anni ha riferito ai genitori che era stata la maestra e che non era la prima volta. Il papà ha denunciato e la polizia ha piazzato le telecamere nascoste nella struttura. Ora la maestra della una scuola materna è indagata per maltrattamenti e lesioni.
Caso di maltrattamenti in un asilo comprensorio di Como
Un giorno il bambino è tornato a casa con la guancia rossa ed il genitore si è presentato in Procura allegando il referto medico del Pronto Soccorso che conferma la presenza di “iperemia cutanea acuta” compatibile con uno schiaffo. Gli inquirenti avviano le intercettazioni al fine di scoprire gli eventuali maltrattamenti nell’asilo. Come non finiremo mai di ricordare, i segnali fisici sono fra i primi campanelli di allarme che possono ricondurre a maltrattamenti infrastrutturali.
Punizioni, strattoni ed urla
E così che per un mese e mezzo, tra la fine di Aprile ed i primi di Giugno 2017, viene registrato quanto accadeva in aula. La maestra avrebbe preso per le orecchie alcuni bambini, li avrebbe strattonati e trascinati con violenza per un braccio oltre che sgridati in modo umiliante. Alcuni sarebbero stati costretti a stare con la testa sul banco mentre ad altri sarebbero stati negati i biscotti per punizione.
La chiusura delle indagini
Nel Settembre 2017 il Pubblico Ministero chiude formalmente le indagini notificando alla maestra, e al difensore d’ufficio, l’Acip per i reati di maltrattamenti e lesioni. La donna ha venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogata, chiarire la sua posizione ed evitare che il magistrato possa chiedere il processo a suo carico.
La testimonianza delle mamme
La donna, A.T., 42 anni, è rinviata a giudizio. Nell’udienza del 12 Aprile 2019 testimoniano alcune mamme: “All’inizio aveva voglia di andare a scuola, poi piangeva e si buttava a terra perché non voleva andare. Ho cercato di chiedergli i motivi, ma non mi diceva nulla. Ne avevamo parlato con maestre anche nel corso di una pizzata, volevo capire perché il bambino reagiva in quel modo, ma non ho mai avuto risposte“.
Un’altra mamma racconta di quando ha visto i video in Questura: “Quattro bambini seduti con lei al centro, mio figlio si sporge e lei urla… Attorno c’era il caos. Non le ho mai detto nulla: ho scelto di non parlare alla maestra e fare in modo che le cose andassero per conto loro. So che altri genitori erano molto contenti di lei, davano per scontato che fosse dalle parte del giusto. Noi invece venivamo guardate quasi male perché avevamo chiamato la Questura“.
La condanna
Il 15 Ottobre 2021 il Tribunale di Como ha condannato la maestra ad un anno e dieci mesi di carcere con sospensione condizionale della pena a patto che si sottoponga ad un percorso formativo della durata di 12 mesi. La decisione è stata presa dal giudice monocratico Cristiana Caruso che ha anche disposto una provvisionale immediatamente esigibile da 7mila euro a favore di una delle due parti civili. Quella che secondo l’accusa aveva subito i maltrattamenti più gravi.
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