Milano zona Maciachini, 28 Marzo 2017
Schiaffi, spinte, strattoni e “striature rosse sul collo“. Questi alcuni dei maltrattamenti all’asilo comunale di zona Maciachini a Milano per i quali sono indagate una maestra e una Dirigente comunale accusata di favoreggiamento. Le piccole vittime avrebbero età compresa tra i 3 ed i 6 anni.
Caso di maltrattamenti all’asilo comunale di zona Maciachini a Milano
Le indagini sono partite nel Febbraio 2016 grazie ad un’insegnante dello stesso asilo. La maestra, stanca di assistere ai comportamenti tremendi della collega, aveva segnalato il tutto al Dirigente del Settore infanzia del Comune. Il giorno stesso l’esposto era stato girato all’Unità tutela donne e minori della Polizia.
Il fascicolo di indagine è stato capitanato dal Comandante Antonio Barbato e coordinato dal Pubblico Ministero Gianfranco Gallo. Purtroppo be presto nella scuola sono cominciate a girare indiscrezioni a riguardo.
Indiscrezioni ed insabbiamenti
Secondo la ricostruzione dei fatti si era parlato di “episodi sconvenienti” durante una riunione del consiglio di istituto. L’insegnante, preavvertita dalle voci di corridoio, si era messa in malattia. Tuttavia, già prima del suo mese di assenza, le telecamere nascoste avevano registrato due settimane di schiaffi e maltrattamenti all’interno dell’asilo comunale. Il Comune, che inizialmente pareva avesse contribuito alla tutela dei bambini tenendo la maestra lontana dall’insegnamento, il 30 Marzo 2017 si è invece scoperto a sua volta indagato. Avrebbe tentato di insabbiare i comportamenti della maestra.
La Maestra Orco viene valutata “idonea all’insegnamento”
Nel mese di Ottobre 2016, il referto medico richiesto dal Comune, dichiara la maestra “IDONEA ALL’INSEGNAMENTO”. Ci domandiamo con apprensione quale possa essere stato il metodo “diagnostico” che ha rilevato idonea una persona solita a dare schiaffi nella scuola dove lavorava.
I dirigenti comunali, a valle di questo responso, decidono quindi di rimandare la donna a lavoro ma cambiandole scuola. La donna riceve però un ruolo di supporto in modo che non si debba mai trovare sola con i bambini in classe. Nel frattempo la Procura è riuscita a chiudere l’indagine che ha portato al rinvio a giudizio per la donna e al suo conseguente allontanamento dalla scuola.
Le accuse e il rinvio a giudizio
Il 28 Marzo 2017 il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) emette il rinvio a giudizio. La maestra viene sospesa per un anno in attesa di giudizio. L’accusa è quella di maltrattamenti (572 c.p.), lesioni personali e abuso di mezzi di correzione (571 c.p.) a danno degli alunni.
Non solo schiaffi
Tra le scene registrate dalle telecamere nascoste appare un bambino durante una crisi di pianto. Il piccolo è a terra, disperato, quando la maestra gli sale sopra “a cavalcioni” urlandogli nelle orecchie. Per fortuna le indagini erano già in corso da alcuni giorni e questo ha permesso agli investigatori di fermare prontamente lo scempio. Secondo quanto emerso sui giornali la donna «Strattonava violentemente per un braccio e colpiva con un schiaffo» un bambino. Altri bambini sembra venissero trascinati per i piedi sul pavimento, afferrati per un braccio e sollevati da terra. E ancora un altro bambino piccolissimo “strattonato e poi trascinato per il cappuccio, gesto che gli causava due striature rosse sul collo“.
Indagini parallele e il ruolo della Dirigente
La Dirigenza Comunale era parsa attiva fin da subito. Sembra infatti che ci fossero delle indagini parallele. Da una parte la Polizia Giudiziaria con indagini “Ufficiali” ed intercettazioni ambientali. Dall’altra i responsabili comunali impegnati per tenere la maestra lontana dai bambini.
Difatti la donna era rimasta in classe solo due settimane, il tempo strettamente necessario ad accertare il reato, per poi mettersi in malattia per un mese. Tornata ad Aprile 2016, era stata prontamente messa dal Comune in un ufficio amministrativo. Fin qui tutto lasciava pensare ad un pronto (e penalmente corretto) comportamento del Comune.
L’accusa di favoreggiamento per la Dirigente Comunale
Il 30 Marzo 2017 si scopre che il Pubblico Magistrato ha iscritto la Dirigente Comunale responsabile alla Scuola per aver tentato di insabbiare tutto. L’accusa è di favoreggiamento. La sua posizione sarebbe stata talmente delicata da indurre il Pubblico Ministero a richiedere addirittura un provvedimento cautelare, rigettato però dal Giudice per le Indagini Preliminari.
La storia della donna raccolta dai dirigenti scolastici
L’Amministrazione scolastica pare si sia limitata ad “arginare” il problema relegando la donna in un ufficio. I dirigenti fanno poi partire un’indagine interna attraverso la quale riescono a scoprire che la donna aveva avuto problemi in famiglia nel periodo precedente alle indagini. Questo, sempre secondo le indiscrezioni raccontate da altre educatrici, l’aveva portata ad avere problemi di alcolismo. Il Comune decide così di richiedere un accertamento sanitario per valutare l’idoneità al lavoro. Nel frattempo la donna alterna momenti di lavoro a momenti di assenza per malattia fino all’estate del 2016.
Il clima di omertà tende a coprire gli schiaffi nella scuola
Un altro comune denominatore assai triste di questo tipo di vicende, di cui fa parte anche questo caso di maltrattamenti all’asilo comunale di zona Maciachini, è sempre il clima di omertà che le circonda.
Secondo gli inquirenti e le indiscrezioni dei giornali alcune maestre avrebbero addirittura mentito alla Polizia Giudiziaria. Le intercettazioni ambientali e telefoniche hanno però remato a loro sfavore smentendo le false testimonianze ed i loro inviti a non parlare.
Il Comune è responsabile civile
Il 16 dicembre 2017 si ha notizia che il giudice Paola Braggion ha accolto la richiesta dell’avvocato Silvia Belloni, difensore di undici famiglie coinvolte: il Comune di Milano è responsabile civile. Dunque, in caso di condanna delle due donne, dovrà rispondere risarcendo il danno alle parti offese.
La vicenda in breve
- Febbraio 2016: Inizio indagini e telecamere che registrano i maltrattamenti all’asilo comunale di zona Maciachini a Milano.
- Marzo 2016: La maestra insospettita dalle voci si mette in malattia.
- Aprile 2016: La donna torna al lavoro ma la Dirigenza Comunale la mette in ufficio chiedendo parallelamente una visita per valutare l’idoneità.
- Ottobre 2016: La maestra viene valutata “idonea all’insegnamento” e viene rimandata in un asilo ma solo come supporto e quindi in costante compresenza.
- 27 Marzo 2017: Notifica del Rinvio a Giudizio per la donna e misura cautelare di massima sospensione dall’insegnamento per 12 mesi.
- 30 Marzo 2017: Il Pubblico Ministero indaga per favoreggiamento la funzionaria comunale responsabile della scuola e chiede per lei una misura restrittiva. Il GIP non autorizza l’ordinanza cautelare per la dirigente.
- 17 Dicembre 2017: Il giudice Paola Braggion dispone la citazione del Comune come responsabile civile.
Ad oggi non si sa ancora come sia andata a finire la vicenda.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.