Roma, 7 Settembre 2018
Insulti e maltrattamenti all’asilo nido Papero Giallo di Roma. Con queste accuse cinque insegnanti sono indagate per le violenze commesse su bambini tra i 18 ed i 32 mesi. “Ho paura, non voglio andare a scuola perché la maestra mi da le tò tò“. Con questa affermazione una bambina di due anni e mezzo fa partire le indagini.
Caso di maltrattamenti all’asilo nido Papero Giallo di Roma
Sono i bambini dell’asilo nido, sito in via Fiume Giallo all’Eur, a far partire l’operazione intera. “Papà la maestra mi ha chiuso in una stanza buia, mi sono spaventata. Non voglio più andare all’asilo“. Botte e stanze buie si susseguono nei racconti dei bambini che, come spesso accade in questi casi, come primo segnale manifestano il rifiuto di andare a scuola. Nel Gennaio 2018 i sospetti si fanno pesanti.
Le indagini
Le indagini, svolte dai carabinieri della Compagnia Roma-Eur, coordinate dal Procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal PM Stefania Stefanìa, partono dopo la denuncia di una famiglia e durano otto mesi. Le telecamere nascoste rivelerebbero bambini schiaffeggiati sulle mani, sul sedere e sulla testa, strattonati per i capelli e trascinati dai polsi. Gli inquirenti dichiarano che “Maltrattavano abitualmente i minori con vessazioni psicologiche e fisiche altamente mortificanti“.
Gli insulti
Pesantissimi anche gli insulti che emergerebbero dalle intercettazioni audio: “Sei un idiota, veramente un idiota“; “Hai la stessa faccia di ca… di tua mamma“; “Testa de caz.. sei proprio come tua nonna“. E ancora: “Così fate una bella coppia, una bella coppia di co…oni“.
Cinque persone coinvolte
Sono cinque le donne iscritte sul registro degli indagati per i maltrattamenti all’asilo nido Papero Giallo di Roma. Hanno tutte un’età compresa tra i 51 ed i 65 anni. Clementina Forleo, GIP di Roma, dispone la misura cautelare: sospensione dall’insegnamento e divieto di avvicinamento alle abitazioni ed ai luoghi frequentati dai bambini. Nelle 23 pagine di ordinanza cautelativa si contestano non solo condotte maltrattanti e continuative ma anche condotte omissive.
Le condotte omissive
Dirigenti scolastici, insegnanti e assistenti scolastici sono per legge pubblici ufficiali (i primi due) e operatori di pubblico servizio. Questo li obbliga alla denuncia in caso di qualsiasi notizia di reato. Spesso invece tacciono. In questo caso vi sarebbe anche una donna che consiglia alle colleghe “di lasciare i piccoli con le magliette sollevate al di sopra dell’ombelico così da ammalarsi e non poter andare all’asilo“.
Maestre licenziate dal Comune
Nel Dicembre 2018 il Comune di Roma licenzia in tronco le maestre “senza preavviso” per le condotte “gravissime“. Il Campidoglio contesta infatti comportamenti “diseducativi, improntati all’aggressività fisica e alla scurrilità verbale“. Atteggiamenti “contrari ai principi educativi che devono essere attuati negli asili nido e anche alle leggi che regolano i rapporti di lavoro all’interno della Pubblica amministrazione“.
La conclusione delle indagini
Il 3 Maggio 2019 viene notificato l’Avviso di conclusione indagini preliminari (Acip). Cinque maestre sono ufficialmente indagate, più la funzionaria comunale dei Servizi educativi scolastici che non aveva agito nonostante le ripetute segnalazioni.
L’inerzia della dirigente
Nel Novembre 2019 arrivano le richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura. Sono sei: per le cinque insegnanti e per Alessandra Patriarca, dirigente dell’asilo nonché funzionaria comunale dei Servizi educativi scolastici del IX Municipio che sarebbe responsabile di omessa denuncia. A lei infatti sarebbero arrivate ripetute segnalazioni da parte dei genitori e della rappresentante d’istituto, comprensive di dettagli quali bernoccoli e rimproveri subiti dai bambini. L’inerzia che ora le fa rischiare un processo sarebbe durata due anni, dal 2016 al 2018.
Le prime condanne
Il 28 Ottobre 2021 il giudice Alessandro Arturi condanna tre maestre: I.S., S.A. e I.S. ad 1 anno e 4 mesi di reclusione con rito abbreviato. A pesare nella condanna è stata la totale – si legge nella sentenza – “indifferenza espressa tanto con gesti e commenti derisori e volgari, quanto con una spropositata severità, fonte di inutile mortificazione“. Inizialmente erano state chieste pene più severe: per I.S. e S.A. 3 anni e 8 mesi, per I.S. 3 anni e 4 mesi. Le altre due educatrici rimaste hanno scelto di affrontare il processo ordinario e quindi sono state rinviate a giudizio. Infine la funzionaria comunale dovrà invece rispondere di omessa denuncia.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.