Podenzano (PC), 29 Novembre 2019
Tre maestre, tra cui una suora, sono indagate per maltrattamenti all’asilo privato “San Giovanni Bosco”, sito nella frazione di San Polo di Podenzano, in provincia di Piacenza.
Caso di maltrattamenti all’asilo San Giovanni Bosco di Podenzano
Le indagini partono a seguito della denuncia di una mamma alla caserma locale. Gli accertamenti, condotti dai carabinieri della Stazione di San Giorgio, guidati dal luogotenente Marco Dubrovich e coordinati dal procuratore Matteo Centini, si avvalgono anche di intercettazioni ambientali che avrebbero confermato i dubbi iniziali. Inoltre ulteriori controlli e sopralluoghi effettuati dai Carabinieri del NIL (ispettorato del lavoro) e del NAS avrebbero permesso ai militari di riscontrare anche numerose irregolarità amministrative.
Il comportamento delle maestre
Dalle registrazioni audio e video emerge che le tre maestre non avrebbero solo compiuto maltrattamenti fisici ma anche minacce con frasi terribili come “Se continuate così vi fucilo“, “Vi meno“, “Ti faccio sanguinare“, “Vi faccio mangiare la carta igienica” e “Vi faccio bere l’acqua del water“.
Le registrazioni effettuate per 14 giorni, e visionate anche dai genitori dei piccoli, mostrano quindi “non solo qualche atto violento isolato e decontestualizzato ma una sistematicità maltrattante che ha creato un clima non idoneo a bambini di quell’età“.
Tre maestre agli arresti domiciliari
A fine Novembre 2019 tre donne vengono raggiunte dalla misura cautelare agli arresti domiciliari. L’ordinanza è sottoscritta dal Giudice per le Indagini Preliminari Luca Milani a valle di un delicatissimo lavoro condotto dai carabinieri della stazione di San Giorgio Piacentino.
Il primo cittadino si dice “esterrefatto ed incredulo”
Il sindaco di Podenzano, Alessandro Piva, venuto a conoscenza dei fatti, poco prima di un’intervista, si dice “esterrefatto e incredulo“. Poi aggiunge che “Ci sono delle indagini in corso e mi auguro che accertino che non è successo niente di grave a danno dei bambini. Qualora siano stati commessi dei reati questi vanno perseguiti, a maggior ragione visto che sarebbero a carico di minori“.
L’interrogatorio di garanzia: le indagate negano i maltrattamenti sui bambini
Durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice le tre maestre negano fermamente di aver compiuto o di esser state a conoscenza di episodi di maltrattamenti all’asilo San Giovanni Bosco di Podenzano.
Gli indagati passano da 3 a 4
Nel Dicembre 2019 le persone iscritte ufficialmente nel registro degli indagati risultano quattro. Due insegnanti, una suora e il parroco della frazione San Polo di Podenzano. Don Franco Sagliani sarebbe stato a conoscenza dei fatti e, pur avendo l’obbligo di denunciarli, avrebbe invece taciuto.
Attenuate le misure cautelari
Per le due insegnanti, Annalisa Paraboschi ed Enrichetta Rossi, e la direttrice Suor Silvana Paluello, il Giudice per le Indagini Preliminari dispone la revoca della misura cautelare ai domiciliari attenuandola ad interdizione dall’esercizio della professione.
La procura mette a tacere la faida tra colpevolisti ed innocentisti: i video e gli audio non sono fatti opinabili
Come spesso accade in casi di questo tipo la popolazione si divide tra colpevolisti ed innocentisti. Stavolta però la Procura è intervenuta per mettere a tacere ogni dubbio. Infatti il sostituto procuratore Matteo Centini dichiara sul quotidiano La Libertà che “i video e gli audio non sono opinioni ma prove di maltrattamenti reiterati in una quotidianità diventata sistematica e quindi lesiva nei confronti sia dei minori che l’hanno subita sia di coloro che hanno solo assistito. Alla procura e ai carabinieri non interessano i dibattiti colpevolistici o le opinioni, a noi compete il codice penale. Non c’è stata un’aggressione a una comunità per preconcetto ma un accertamento della verità realizzato con un approccio laico“.
Matteo Centini si schiera apertamente dalla parte dei bambini
“Non stiamo parlando di violenze inaudite – dichiara ancora Matteo Centini a La Libertà – ma di una serie di comportamenti fisici e verbali imposti ai minori che sono l’unica parte lesa della vicenda. Se è vero come è vero che nessuno tocchi Caino, non è possibile però continuare a bastonare Abele. Se non fossero stati minori ma adulti ci si sarebbe riservati di sporgere querela, allora perché un bambino di tre anni deve subire questi attacchi?“.
E continua sottolineando che “Le maestre non sono al servizio dei genitori e anche se questi avvallassero un approccio fisico di educazione, le educatrici non sono autorizzate a metterlo in pratica in quanto sono invece tenute alla cura, alla protezione e all’educazione dei bambini che vengono loro affidati. Anche chi non ha subito maltrattamenti fisici ha visto quanto accadeva, ha respirato il clima di violenza e lo ha introiettato e può pensare che quello è il metodo che dovrà usare anche da grande introiettando un meccanismo che non è sano ma lesivo a lungo andare. Questo noi contestiamo“.
La chiusura delle indagini e il processo
Nel giugno 2020 sono chiuse le indagini e nel Settembre 2021 le tre imputate sono a processo con rito ordinario.
Altri casi nella provincia
La provincia piacentina purtroppo non è nuova a casi di questo genere. Ricordiamo infatti il caso di maltrattamenti all’asilo nido La Farnesiana ed il caso della scuola Vittorino da Feltre.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.