Piacenza, 25 Maggio 2017
Due educatrici arrestate in flagranza di reato con l’accusa di maltrattamenti nell’asilo nido La Farnesiana. Le piccole vittime, al momento 4 accertate sulle 12 presenti, avrebbero tutte un’età compresa tra i 12 e i 20 mesi. Le insegnanti, 53 e 31 anni, sono state condotte in carcere. Le indagini erano partite nell’aprile 2017 a seguito della denuncia di un’altra insegnante stanca di assistere ai soprusi sui piccoli.
Maltrattamenti all’asilo nido La Farnesiana: due educatrici arrestate in flagranza di reato
La denuncia di una collega
Le indagini partono ad Aprile 2017, a seguito della denuncia di un’insegnante. Lo dichiarano il Colonnello Corrado Scatarretico e il Capitano Stefano Bezzeccheri. La donna, stanca di assistere a episodi gravissimi, e conscia della responsabilità che in quanto pubblico ufficiale ricopre, decide di fare un esposto contro le colleghe. Il suo coraggio permette di salvare tutti i piccolissimi bimbi coinvolti. Spesso invece, secondo quanto rilevato dal nostro Osservatorio, la paura delle possibili ripercussioni (specialmente lavorative) frena le insegnanti – obbligate per legge alla denuncia – nel procedere.
L’arresto in flagranza di reato
Nel primo pomeriggio del 25 Maggio 2017, due pattuglie dei Carabinieri giungono di fronte all’asilo. I militari entrano e prelevano le due donne per condurle nella caserma di Piacenza Levante. Poi le donne vengono condotte nel Carcere delle Novate, come esecuzione di una misura cautelare. Nonostante il riserbo calato immediatamente sull’intera vicenda, pare che l’arresto sia avvenuto in flagranza di reato a seguito delle immagini riprese dalle telecamere nascoste.
Misura cautelare: dal carcere all’obbligo di firma
Il 29 maggio 2017 il Giudice per le Indagini Preliminari Giuseppe Bersani conduce gli interrogatori di garanzia: arresti convalidati ma misura cautelare attenuata. Per le due donne, detenute per 4 giorni nel carcere delle Novate, è predisposto l’obbligo di firma.
L’Avvocato Alibrandi, difensore della maestra 53enne, a margine dell’interrogatorio dichiara: “Confidavamo in una misura non gravosa in virtù delle sfumate esigenze cautelari e probabilmente la decisione del giudice ha questa motivazione”. La donna si avvale della facoltà di non rispondere. “Quattro giorni di detenzione hanno provato molto la nostra assistita“, conclude Alibrandi. “Spiegherà la sua posizione in futuro, a mente più serena”.
La violenza assistita
Quattro risultano le parti offese rilevate dal PM. In realtà anche i bimbi che non hanno subito maltrattamenti “agiti” presentano danni psicologici importanti. La “violenza assistita” risulta, negli oltre 700 casi presi in esame da LVdC, la causa di un danno assolutamente non trascurabile. Nel caso del Nido Mazzanti a Conselice, il Perito del Tribunale (CTU) neuropsichiatra infantile Maria Zirilli, rilevò come le conseguenze riportate dai bambini fossero “paragonabili a quelle sperimentate in situazioni di guerra“.
Educatrici violente in modo grave e gratuito
La Procura, in una nota trasmessa agli organi di stampa, definisce il comportamento quotidiano tenuto dalle due educatrici come “violento e non giustificato“. Gli inquirenti dichiarano che “i maltrattamenti avvenivano in particolare durante il riposo pomeridiano, dopo che i bambini avevano pranzato. Nelle immagini si vede uno di questi che viene preso e lanciato a faccia in giù nel lettino“.
Scene molto simili erano state rese note nel caso Cip Ciop di Pistoia gestito sempre dalla Nostra associazione.
“Se ci vedessero fare così, ci arresterebbero”
Questa una delle frasi emerse nelle intercettazioni ambientali. Le due insegnanti quindi sarebbero state perfettamente consapevoli di tenere un comportamento penalmente rilevante.
I Pubblici Ministeri Roberto Fontana e Antonio Colonna confermano infatti che “le immagini danno conto di modi di agire molto gravi e violenti, ben lontani anche da un semplice abuso di mezzi di correzione.”
E ancora: “Sono maltrattamenti fisici e verbali. Ed è ancora più grave che si tratti di condotte messe in atto senza motivo, o senza alcun elemento primario da correggere“.
Ipotizzati anche maltrattamenti di origine razzista
In uno degli episodi emersi, anche un plausibile fondo razzista nei comportamenti.
Durante uno dei pranzi, un’insegnante avrebbe avvisato un bimbo non italiano di fare attenzione alla minestra troppo calda. In questa occasione una delle due educatrici del nido La Farnesiana arrestate sarebbe intervenuta dicendo: “Lui può anche bruciarsi“, avendo quindi, a detta dei magistrati, una condotta quasi razzista.
Le immagini confermano comportamenti sconcertanti e continuativi
Il Colonnello Corrado Scatarretico e il Capitano Stefano Bezzeccheri, che coordinano le indagini, raccontano di scene raccapriccianti, come quella di “un bambino che viene alzato dal lettino per una caviglia a testa in giù“. I maltrattamenti fisici e psicologici sono inoltre ulteriormente aggravati dalla tenerissima età dei bimbi (massimo 20 mesi). Schiaffi, offese (“Cretino”, “deficiente“), vessazioni e minacce: “Ti apro la testa in due“.
La Farnesiana garantisce la continuazione del servizio
Secondo una nota della Dirigenza Scolastica del nido, diffusa da Piacenza Sera, il servizio dell’asilo nido non verrà sospeso. Il Nido La Farnesiana comunica di aver sospeso le due educatrici arrestate e di averle sostituite con personale qualificato per il ruolo. Si mette inoltre a disposizione, per fornire alle famiglie, il supporto informativo necessario riguardo alla vicenda. L’Asilo, sito in Via Farnesiana, 25 a Piacenza, risulterebbe in gestione al Consorzio Farnesiana, costituito dalle Cooperative Coopselios, Unicoop e L’Orto Botanico.
Il Comune si costituirà parte lesa
Paolo Dosi, sindaco di Piacenza, dichiara che “il Comune di Piacenza è parte lesa in questa vicenda e per questo confidiamo in un’azione degli organi inquirenti quanto più rapida e approfondita possibile. È un vero fulmine a ciel sereno, privo del benché minimo campanello di allarme, sia in termini di segnalazioni delle famiglie, che di risultanza dei costanti monitoraggi“. Il primo cittadino sottolinea che il servizio, attivo dal 2011, aveva sempre raccolto la soddisfazione delle famiglie piacentine e dei bimbi. Nella nota diffusa aggiunge che “le cooperative che lo gestiscono hanno una consolidata reputazione nella comunità piacentina gestendo numerosi servizi alla persona e occupando centinaia di lavoratori“.
La Regione: un episodio agghiacciante
Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare, esprime a nome di tutta la Giunta “grande sconcerto e grande dolore nei confronti dei piccoli colpiti e delle loro famiglie“.
“I maltrattamenti di cui siamo venuti a conoscenza oggi nei confronti di bambini piccolissimi, assolutamente indifesi e impossibilitati ad esprimersi con le parole – aggiunge Elisabetta Gualmini – sono un episodio gravissimo, orrendo, agghiacciante“. “Se i fatti di cui per ora abbiamo notizia verranno confermati – termina infinite la vicepresidente – auspico che vi siano condanne rapide e durissime e conseguenze adeguate nei confronti di chi ha perpetrato i maltrattamenti”.
La solitudine di chi denuncia
Spesso chi denuncia si sente solo. In effetti, gli inquirenti dichiarano che durante una riunione, a una collega che aveva contestato i comportamenti delle donne, sarebbe stato risposto che, in quanto più giovane, doveva adattarsi al loro metodo.
L’età non conferma la regola
L’esperienza in oltre 100 processi seguiti dall’associazione mostra che l’età può essere una variabile importante ma non sufficiente a giustificare (o prevedere) tali comportamenti.
In questo caso infatti le due educatrici arrestate hanno 31 e 53 anni ovvero età assolutamente idonee a insegnare.
La richiesta di incidente probatorio
Nel febbraio 2018 l’Avv. Canobbio presenta al PM richiesta di incidente probatorio. Fondamentale accogliere le perizie sulle lesioni dei bambini maltrattati al nido La Farnesiana, di certo superiori ai 40 giorni.
Nessuna manomissione ai video
L’incidente probatorio relativo alle intercettazioni si svolge il 26 Febbraio 2019, dinanzi al Gip Stefania Di Rienzo. Nessuna manomissione nelle registrazioni per cui video e audio vengono sincronizzati, la visione in aula è prevista a maggio. Ci si avvia alla conclusione delle indagini. Intanto una mamma viene intervista da Enrica Majo per Tv7. Guarda il video.
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La Via dei Colori Onlus è già in contatto con alcune delle famiglie coinvolte. La nostra associazione resta comunque a completa disposizione delle Forze dell’Ordine e delle altre famiglie. Chiunque abbia bisogno può contattarci attraverso il nostro Numero Verde 800-98.48.71 oppure scrivendo a sos@laviadeicolori.org. Dal 2010, La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di abusi presunti o documentati.