Genova, 26 Marzo 2013
Era giugno 2010 quando tre maestre finirono iscritte nel registro degli indagati per maltrattamenti (572 c.p.) nell’asilo San Gottardo di Genova. Poi gli iscritti salirono a sette di cui cinque furono condannate in primo grado con Rito Abbreviato. Le altre due con Rito Ordinario per Abuso dei Mezzi di Correzione (571 c.p.). Tutte assolte in appello.
Tutta la vicenda sul caso di maltrattamenti nell’asilo San Gottardo di Genova
Le immagini senza audio
Le indagini erano partite a seguito degli esposti presentati da una mamma e da una nonna di due bimbi. Con l’ipotesi di maltrattamenti i Carabinieri avevano installato quattro microcamere nascoste all’interno della scuola. Le immagini avevano ripreso diversi episodi sospetti. Strattonamenti, schiaffi, in un caso si erano registrati calci ai bimbi fra i 3 e i 5 anni. In alcune immagini, visionate in aula durante la prima udienza, si sono visti piccoli trascinati per l’orecchio. E ancora bimbi lasciati senza scarpe e senza calze per impedire, secondo l’accusa, di muoversi. I video non erano però supportati dalle intercettazioni audio.
La sentenza di primo grado
Cinque maestre scelsero il rito abbreviato, poi condannate. Per le altre due si svolse il rito ordinario. Per tutte il reato fu presto derubricato da maltrattamenti (572 c.p.) ad abuso dei mezzi di correzione (571 c.p.). Le immagini di una ventina di episodi incriminati non erano però supportate dagli audio ed era dunque difficile contestualizzare i rimproveri e i comportamenti delle educatrici. Lidia Rossi, P.C. e Annamaria Arata furono condannate a due mesi e 20 giorni di reclusione. Patrizia Anna Rossi e Clara Orrù, rispettivamente due mesi e un mese. Rito ordinario per Maria Rondinella e Rosaria Giovannelli, condannate in primo grado, a conclusione dell’inchiesta coordinata dal PM Stefano Puppo.
Assolte in appello: la sentenza di secondo grado
Le maestre sono state tutte assolte in appello. “Accuse insussistenti” secondo la sentenza della Corte d’Appello di Genova che ha scagionato le sette maestre difese dagli avvocati Maurizio Mascia, Gennaro Velle, Luca Rinaldi, Andrea Vernazza, Guido Colella e Caterina Ronco. La maggior parte degli episodi contestati ruotava attorno a una porta guasta. Secondo la difesa, dunque, i rimproveri bruschi erano dovuti all’intento di tutelare i bambini e impedire che andassero in strada. Nelle motivazioni della sentenza di secondo grado sono state citate due sentenze della Corte di Cassazione in cui l’esito però era stato diverso.
La citazione dei casi Cip Ciop e Rignano Flaminio
Nella difesa in appello sono stati citati altri due casi di maltrattamenti: il Cip Ciop di Pistoia (caso che ha dato vita a La Via dei Colori) e il caso di abusi all’asilo di Rignano Flaminio. Il primo, che ha visto la condanna in via definitiva proprio a Genova, è stato citato perché in quel caso la Cassazione avrebbe stabilito che rimproveri “energici” sono ammessi purché l’obiettivo non sia umiliare il bambino. La seconda sentenza della Cassazione è stata citata invece perché in alcuni casi i bambini potrebbero parlare per suggestione.
La Via dei Colori a disposizione delle famiglie
Curioso per noi constatare che ci sia stata assoluzione sulla base di sentenze che riguardano due tra i casi più gravi noti al nostro Osservatorio sulle relazioni educative e di cura. Per chiarire la vicenda attendiamo la sentenza definitiva della Corte di Cassazione. Intanto restiamo a disposizione delle famiglie coinvolte.
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La Via dei Colori Onlus è a completa disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte in questo ennesimo tragico evento. Chiunque avesse bisogno può contattarci attraverso il nostro Numero Verde 800-98.48.71 oppure scrivendo alla mail associazionelaviadeicolori@gmail.com. Dal 2010, La Via dei Colori offre consulenza tecnica ed informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di abusi presunti o documentati.