Campli (TE), 6 Luglio 2019
Una maestra di 62 anni è stata sospesa per 6 mesi con l’accusa di maltrattamenti all’asilo di Sant’Onofrio a Campli, in provincia di Teramo. Pizzicotti, schiaffi e tirate d’orecchie sarebbero stati all’ordine del giorno su almeno 12 bambini di 5 e 6 anni. L.R.
Caso di maltrattamenti all’asilo di Sant’Onofrio a Campli
Le prime segnalazioni parlano di metodi “eccessivamente energici” da parte della maestra nei confronti dei suoi piccoli allievi. Da qui partono le indagini, svolte dalla Polizia postale di Teramo, che si avvalgono anche di telecamere ed intercettazioni ambientali. Purtroppo i video confermerebbero i dubbi relativi ai maltrattamenti nell’asilo di Sant’Onofrio a Campli. Calci nel sedere, matite tirate in testa, pizzicotti, schiaffi alla nuca e al viso e spintoni. Questo il clima di terrore al quale sarebbero stati costretti per mesi i bambini che riportano anche diverse ecchimosi.
Minacce, schiaffi e strattoni ai bambini dell’asilo
Le telecamere riprendono per circa un mese ma i maltrattamenti si sarebbero consumati nell’arco di un anno: dal 23 Marzo 2018 al 27 Aprile 2019. Dai video emergono almeno una trentina di episodi consistiti sia in violenze fisiche “con strattonamenti, trascinamenti, spintoni, schiaffi al volto, pizzicotti sulle guance, tirate d’orecchio, colpi alla testa anche con oggetti“, sia in violenze psicologiche “redarguendoli con urla ed espressioni umilianti nonchè sottoponendoli o minacciando di sottoporli a punizioni mortificanti“.
La donna però, oltre a colpire gli alunni in più occasioni, li avrebbe anche apostrofati con espressioni quali “sei un bambino che non capisce niente“, “gli animali non stanno qua dentro… stanno nel pollaio“. E ancora “la smetti.. mo’ te spacche la teste” o “se non la smetti ti lego“.
In una caso “afferrava un bimbo per un braccio, lo sollevava dalla sedia e accompagnandolo verso la porta gli dava una pedata al sedere; poco dopo le redarguiva dandogli uno schiaffo; successivamente lo colpiva in testa con un libro, lo afferrava per un braccio e lo trascinava vicino ad una sedia“.
Maestra sospesa
I primi di Luglio 2019 il PM Greta Aloisi chiede ed ottiene dal Gip Roberto Veneziano l’emissione della misura cautelare per la donna. La maestra è sospesa dal pubblico servizio per sei mesi. Interrogata sui fatti la donna prova a giustificare i suoi metodi e nega ogni addebito rispetto ai maltrattamenti all’asilo di Sant’Onofrio a Campli.
Il Pubblico Ministero richiede di indagare sulla Dirigente Scolastica
Il Pubblico Ministero vuole vederci più chiaro anche sul resto del personale scolastico che pare sapesse dei comportamenti dell’indagata. Per questo motivo nel Settembre 2019 chiede di poter prorogare le indagini e verificare se chi era in dovere di intervenire per fermare il reato e denunciarlo abbia invece preferito non farlo.
Il PM ha quindi deciso di contestare alla dirigente scolastica il reato di concorso in maltrattamenti e a dichiarare che sarebbe intenzionata a chiudere in breve le indagini in modo da formulare al più presto il capo di imputazione per poi richiedere il rinvio a giudizio e andare a processo. Non è escluso che nel frattempo il registro degli indagati non venga ulteriormente integrato.
La dirigente non avrebbe denunciato i maltrattamenti
Roberto Veneziano, GIP del Tribunale di Teramo, avrebbe richiesto un supplemento di indagini che secondo quanto dichiarato dal giornale online EmmeElle.it, ha portato all’ampliamento degli indagati presi in esame.
La dirigente scolastica risulterebbe stata iscritta nel registro degli indagati in quanto, nonostante avesse avuto in più occasioni segnalazioni in merito ai comportamenti dell’insegnante, e nonostante il suo obbligo di denuncia in quanto pubblico ufficiale, avrebbe taciuto. L’omessa denuncia da parte di un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio infatti, oltre ad essere un reato di per sé, può configurare l’ulteriore reato del concorso omissivo di colpa come nel caso di Alba Alberti nel processo di Conselice.
La condanna di primo grado
Il 1 Luglio 2021 la maestra Licia Romani, ormai in pensione, viene condannata ad 1 anno e 4 mesi, con rito abbreviato, dal Gup Lorenzo Prudenzano. Nel Giugno 2021 il PM Greta Aloisi aveva chiesto una condanna a 3 anni e 6 mesi. Cinque i genitori che si sono costituiti parte civile nel processo per i loro figli.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti presunti o documentati.