Noli (SV), 11 Ottobre 2012
Rosemma Testa, maestra nell’Istituto De Ferrari è stata accusata di aver avuto comportamenti poco ortodossi nei confronti dei piccoli allievi della Scuola Materna in cui è impiegata. Secondo le ricostruzioni i maltrattamenti nella scuola elementare di Noli, in provincia di Savona, sarebbero avvenuti tra il 2007 ed il 2010.
Tutta la vicenda sul caso di maltrattamenti nella scuola elementare di Noli
Le indagini
Le indagini per i maltrattamenti nella scuola elementare di Noli sono partite in seguito a tre denunce. Effettuate da altrettanti genitori e si erano avvalse anche di microcamere che avrebbero ripreso gli atteggiamenti oggetto poi di indagine.
Rossana Testa, difesa dall’avvocato Dominique Bonagura, ha sempre sostenuto strenuamente la sua innocenza sia durante il processo di primo grado che durante l’appello.
“Calci e ginocchiate? Assolutamente no. – ha dichiarato Rosemma Testa durante la sua testimonianza dell’Udienza del 25 Giugno 2013 – Non è mai successo che li tirassi sono gesti che possono fare male ai bambini. Sono 25 anni che insegno all’asilo e non ho mai avuto procedimenti disciplinari a parte questo che mi vede qui oggi”
Il Processo di Primo Grado
Durante il lungo corso del processo di primo grado molte sono state le testimonianze richieste dalla difesa a favore dell’insegnante. Tutti i genitori chiamati a testimoniare a favore della donna hanno dichiarato di escludere categoricamente che potesse aver fatto male ai loro figli che ancora le correvano incontro per strada.
Nelle varie udienze però non sono mancati attimi di tensione quando per esempio alcuni dei testimoni che inizialmente pareva avessero raccontato di aver sentito dire o di aver visto gli “episodi poco ortodossi” hanno di fatto cominciato a negare la cosa ritrattando più o meno fortemente le dichiarazioni.
Le varie testimonianze
La mamma di un piccolo che era tornato a casa con un graffio sul viso interrogata relativamente all’episodio ha dichiarato:
“Mio figlio aveva problemi con il cibo e non buttava giù quello che mangiava oppure lo faceva senza masticare. Avevamo paura che potesse soffocare durante i pasti. Un giorno è arrivato a casa dall’asilo con un segno sulla guancia, ma la maestra ci ha spiegato che aveva dovuto fargli sputare un boccone per forza perché lo stava buttando giù intero”.
Su questo episodio anche la maestra era stata sentita dichiarando: “Non è mai successo. Venivano invogliati a mangiare assaggiando il cibo. Quando non lo buttavano giù a volte li portavamo in cucina dove c’era una finestra sul giardino e si vedevano i gatti: distraendosi alla fine deglutivano. Quando tornavano dagli altri bimbi a volte invitavamo i compagni a fare un applauso perché avevano buttato giù il pasto”
“Mio figlio – ha invece raccontato un altro dei testimoni – non ha mai avuto problemi. Giravano voci proveniente da altre mamme che parlavano di schiaffi verso alcuni bimbi durante il pranzo, ma mio figlio non mi ha mai detto nulla di simile”.
Una delle testimonianze che invece ha destato maggiore scalpore è stata quella della cuoca dell’istituto. La quale inizialmente in fase di SIT (sommarie informazioni testimoniali) in questura pare avesse raccontato una serie di fatti e circostanze ma che successivamente al banco dei testimoni, nonostante il PM le riportasse alla memoria le sue originali dichiarazioni ha detto:
“Venivano ripresi i bimbi che si comportavano male. Li chiamava ‘besughi’ oppure ‘schiocchini’ ma non li insultava. Se tenevano il cibo in bocca gli premeva le guance, ma con delicatezza, per farli deglutire. Non ho mai assistito a castighi troppo severi”.
Anche la Segretaria dell’asilo, in servizio dal 1991 ha detto: “Venivano mandati lì (seduti davanti ad un poster di “Pinocchio” in castigo n.d.r.) a fare il cosidetto ‘esame di coscienza’: passavano qualche minuto lì a riflettere per poi tornare in gruppo”.
La condanna
La maestra, che tutt’ora lavora in una Scuola di Calice Ligure, è stata condannata in primo grado a 8 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Dopodiché assolta in appello perché “il fatto non sussiste”.
Si attende l’eventuale ricorso in cassazione o il passaggio della sentenza in giudicato.
La vicenda giudiziaria
2007-2010
Periodo nel quale sarebbero avvenuti gli episodi oggetto d’indagine. Indagini a seguito di tre esposti presentati da altrettanti genitori.
11 Ottobre 2012
Udienza Preliminare al Tribunale di Savona. Il GUP Donatella Aschero decide di rinviare a giudizio la maestra.
21 Febbraio 2013
Udienza. L’Avvocato della difesa presenta un’eccezione per chiedere l’inutilizzabilità dei video. La domanda è stata rigettata. Ascoltati i primi testimoni tra i quali il Maresciallo Roberto Milano che aveva raccolto le prime denunce dei genitori e le prime testimonianze in questura.
“Dai video sono emerse delle cose interessanti dal punto di vista investigativo. Si vedono immagini nelle quali la maestra afferra per i capelli i bambini e li trascina per diversi metri prima di metterli in castigo”. Il testimone ha definito quello dell’insegnante come un “atteggiamento ostile e non professionale” che lasciava i bimbi “impietriti”.
2 Maggio 2013
Ascoltati alcuni testimoni della difesa durante l’udienza.
11 Giugno 2013
In aula una serie di testimoni ha dichiarato di essere stato precedentemente frainteso e di non aver mai detto che la maestra era stata vista in atteggiamenti violenti. Gli animi in aula si sono molto scaldati soprattutto a seguito delle numerose eccezioni della difesa alle domande dell’accusa.
25 Giugno 2013
Al banco dei testimoni l’imputata che ribadisce a gran voce la sua innocenza. In aula sono stati ascoltati anche altri testimoni della difesa: un’ex collega ed alcuni genitori i quali hanno tutti confermato di non aver mai avuto modo di assistere a situazioni spiacevoli con l’insegnante. Dominique Bonagura, difensore della maestra, ha anche precisato che l’insegnante era benvoluta da tutti e che aveva fatto una visita alla Caserma dei Carabinieri coi bimbi.
10 Ottobre 2013
Al banco dei testimoni sono stati ascoltati altri genitori proposti dalla difesa. Tutti i genitori interpellati a favore dell’imputata hanno dichiarato di escludere che i propri figli abbiano potuto aver visto o subito metodi poco ortodossi da parte della donna. I genitori, alle domande del legale difensore della donna, hanno raccontato che i figli le corrono incontro quando la vedono.
10 Aprile 2014
Visione delle video registrazioni.
4 Novembre 2014
Sentenza di primo grado. Il PM chiede una pena di 8 mesi. L’avvocato della difesa Bonagura prosegue per oltre un’ora con la sua arringa difensiva. Il Giudice Marco Canepa, dopo essersi ritirato in camera di consiglio però decide per la colpevolezza dell’imputata: Rosemma Testa viene condannata ad 8 mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena.
10 Novembre 2015
Sentenza di Secondo Grado. La Corte di Appello assolve la maestra “perché il fatto non sussiste“. Si attendono motivazioni della sentenza ed eventuale appello in Cassazione. L’insegnante, che non è mai stata rimossa dall’incarico, attualmente insegna a Calice Ligure.