Capo di Ponte (BS), Marzo 2012
E’ il 19 Marzo 2012 quando viene arrestata Antonella Capozzo. Insegnante 55enne, sposata e con due figli, accusata di maltrattamenti nella scuola elementare Pietro da Cemmo a Capo di Ponte dove era anche la rappresentante sindacale d’Istituto. La donna, difesa dagli Avv. Ennio Buffoli e Luisella Savoldi, venne arrestata dopo che le microcamere piazzate tra i banchi dalla Procura l’hanno immortalata mentre schiaffeggiava un alunno sorpreso a sbadigliare senza la mano davanti alla bocca.
Tutta la vicenda sul caso di maltrattamenti nella scuola Pietro da Cemmo
Le indagini
L’indagine nacque per le denunce presentate ai carabinieri da alcuni genitori preoccupati perché i propri piccoli non volevano più frequentare la scuola. Tramite le indagini che hanno richiesto anche le videoriprese effettuate tramite le microcamere che i carabinieri della compagnia di Breno avevano installato in classe si sono potuti riscontrare i fatti effettivamente gravi. Per gli inquirenti infatti l’imputata esercitava “metodi violenti inammissibili“. Proprio in seguito alle immagini che venivano visionate in diretta dagli investigatori si è deciso d’intervenire e procedere all’arresto dell’insegnante. In udienza, ascoltati colleghi, vicepreside e bidella, nessuno ha fatto riferimento alle presunte violenze. L’unico dettaglio riferito dai colleghi di lavoro è stato un tono di voce alto e squillante ben udibile perché la donna pare insegnasse sempre con la porta aperta.
Nelle immagini in mano al sostituto procuratore ci sarebbe spazio per scappellotti, tirate d’orecchi e di capelli. La telecamera avrebbe immortalato quaderni in volo e urla evidenti anche senza audio. Destinatari delle attenzioni della maestra quattro suoi alunni in particolare tra i più vivaci. Fatto che però non giustifica assolutamente il comportamento dell’insegnante.
La vicenda giudiziaria
19 Marzo 2012
Antonella Capozzo viene arrestata dopo che le microcamere l’hanno immortalata verificando la realtà dei maltrattamenti nella scuola elementare Pietro da Cemmo.
25 Giugno 2013
Ascoltata dal giudice Giovanni Pagliuca la donna ha ammesso la mano “pesante”. Ma ha giustificato ogni contestazione motivata dalle immagini delle telecamere.
27 Giugno 2013
Udienza nel corso della quale sono stati sentiti alcuni testimoni portati dalla difesa rappresentata dagli avvocati Ennio Buffoli e Luisella Savoldi.
Una maestra ha dichiarato di non aver mai sentito i bambini piangere. Ne tanto meno mai sentito di schiaffi e urla. Ha inoltre riposto che gli alunni quest’anno hanno avuto lo stesso rendimento dell’anno scorso.
Una bidella ha detto di «non averla mai vista schiaffeggiare bambini» e di «considerarla una buona maestra».
Un’altra maestra ha riferito di non aver mai sentito di alunni che andavano malvolentieri a scuola quando c’era la collega. Aggiungendo di non aver mai neanche sentito parlare di schiaffi dati dalla maestra. «Si sentiva la voce ma la maestra era famosa per averla alta».
L’ex vicepreside dell’istituto comprensivo, ora in pensione, ha detto di non aver mai raccolto alcun tipo di lamentela sulla maestra. Se ve ne fossero state, afferma, gliele avrebbero riportate.
Interrogata sui fatti la maestra accusata di maltrattamenti nella scuola elementare Pietro da Cemmo ha dichiarato di non aver mai voluto maltrattare od offendere alcun alunno. Ha ammesso d’aver strappato i fogli dei quaderni dei bambini ma d’averlo fatto perché lo riteneva giusto da un punto di vista didattico. In quanto agli scappellotti ha ammesso d’averne dati ma non per fare male o per umiliare. Era per stimolare gli alunni a stare più attenti, oppure in alcuni casi, una sorta di «riconoscimento» delle loro capacità intellettive. All’insegnante, che ad oggi risulta in libertà, è stato concesso di vedere al computer le immagini degli episodi contestati e ripresi dalle telecamere.
14 Ottobre 2013
Udienza nella quale devono essere sentiti gli ultimi testimoni ed il consulente della difesa con successiva discussione delle parti.
21 Gennaio 2014
Il PM Ambrogio Cassiani richiede quattro anni di carcere per maltrattamenti ai danni degli allievi. I genitori di quattro bambini, tutelati dall’Avv. Marco Agosti, si sono allineati alla richiesta di condanna e hanno espresso istanza di risarcimento. La difesa dell’insegnante invece ha sollecitato un’assoluzione «perché il fatto non costituisce reato». L’Avv. Ennio Buffoli a tutela della sua cliente ha affermato:
«Non c’è prova di una condotta volta a offendere, maltrattare o umiliare e quegli schiaffi, che la mia assistita non ha mai negato, erano solo espressione di uno stile educativo severo e forse datato, ma esercitato in assoluta buona fede».
25 Febbraio 2014
Il gup Giovanni Pagliuca ha emesso verdetto di condanna in primo grado a 12 mesi di reclusione.
5 Dicembre 2014
Nessun maltrattamento ma abuso di mezzi di correzione e percosse. Ridimensionate le accuse alla maestra dopo la condanna in primo grado ad un anno. La prima sezione penale della corte d’appello ha così riformulato la pena riducendola a quattro mesi. Ha accolto la linea difensiva secondo la quale mancava l’elemento soggettivo del reato, ovvero l’intenzione di fare del male.