Farra d’Isonzo (GO), 09 Febbraio 2017
Nella giornata del 9 Febbraio 2017 i Carabinieri del Nucleo Operativo di Gradisca hanno notificato la misura cautelare di sospensione dall’esercizio per sei mesi ad una maestra. L’accusa è quella di maltrattamenti nella scuola elementare Riccardo Pitteri di Farra d’Isonzo in provincia di Gorizia. La Misura Cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Gorizia su disposizione del Pubblico Ministero Ilaria Iozzi. Il difensore della donna, Avv. Dario Obizzi, ha dichiarato che richiederà la revoca della misura interdittiva al Tribunale del Riesame.
Caso di maltrattamenti nella scuola elementare Riccardo Pitteri di Farra d’Isonzo
Secondo la ricostruzione dei fatti le indagini sono partite in seguito ai racconti che alcune madri hanno fatto ai militari. Le famiglie hanno segnalato l’abitudine della donna a vessare i bambini durante le ore di insegnamento in classe tanto da ricreare un clima negativo pieno di mortificazioni e minacce. Oltre che di atti violenti come schiaffi, umiliazioni, urla e colpi alla nuca. I dubbi dei genitori sono cominciati quando i bambini hanno manifestato un “cambiamento negativo” diventando taciturni, ansiosi e con umore altalenante che li faceva supplicare di non essere portati a scuola.
I ripetuti episodi di maltrattamenti che avvenivano nella scuola elementare Riccardo Pitteri sono stati documentati dai carabinieri grazie all’utilizzo di telecamere nascoste poste all’interno dell’aula scolastica. Le registrazioni hanno portato all’imputazione della maestra accusandola di maltrattamenti continuati nei confronti dei minori che le erano stati affidati “per ragioni di educazione, istruzione e vigilanza (come recita l’articolo 572 del Codice penale) aggravati dal fatto di aver commesso il reato contestato “con abuso di poteri e con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione”.
19 delle 22 famiglie “assolvono” la maestra
Per la maggior parte delle famiglie non conta che ci siano state delle indagini. Non importa neanche che la ricostruzione dei fatti prodotta dagli inquirenti abbia portato il Pubblico Ministero a chiedere una misura interdittiva. Diciannove delle 22 famiglie sono fermi nella loro convinzione che la maestra NON PUO’ essere responsabile e continuano a credere in lei. A questo punto solo un eventuale processo potrà far realmente luce sui fatti svelando a tutti quale possa essere la verità.
La revoca dell’ordinanza di sospensione e il rinvio a giudizio
All’inizio di Marzo 2017 il Tribunale del Riesame ha revocato la misura cautelare emessa dal Gip. A fine dello stesso mese il sostituto procuratore della Repubblica Andrea Maltomini ha chiesto il rinvio a giudizio dell’insegnante. Richiesta cui ha fatto seguito la fissazione dell’udienza preliminare al 3 Luglio 2018.
Anche Eleonora Carletti, Dirigente della struttura, attende di leggere le motivazioni che hanno portato il Tribunale del Riesame a sospendere la misura cautelare. «Per ora ho allertato l’Ufficio scolastico regionale, ma senza il provvedimento è difficile prendere decisioni. Visto che c’è un procedimento in corso, vedremo come potrà essere integrata l’insegnante. Presumo che per ora resterà la supplente nominata. Poi vedremo che mansione e ruolo dare all’insegnante sospesa. Molti sarebbero contenti di riaverla in classe, ma non sarebbe opportuno».
L’udienza preliminare
Durante l’udienza preliminare del 3 Luglio 2018 solo 2 delle 22 famiglie si sono costituite parte civile al processo e come legali rappresentanti dei figli hanno chiesto un risarcimento di 30mila euro ciascuna. Inoltre hanno chiesto di chiamare in giudizio il Ministero dell’Istruzione ritenendolo responsabile per la condotta della maestra indagata. Il Miur, a sua volta, non si è costituito parte civile ritenendo evidentemente insussistenti i presupposti. Il Gup ha rinviato la prossima udienza al 9 Ottobre 2018.
La vicenda in breve
- 9 Febbraio 2017: Notificata la misura cautelare per l’insegnante.
- 9 Marzo 2017: Il Riesame ha revocato l’ordinanza di sospensione di sei mesi emessa dal Gip ma la maestra non tornerà in classe perché già sostituita con una supplente.
- 26 Marzo 2018: Il sostituto procuratore della Repubblica Andrea Maltomini ha chiesto il rinvio a giudizio dell’insegnante.
- 3 Luglio 2018: Udienza preliminare fissata dal Tribunale di Gorizia. 2 famiglie si sono costituite parte civile al processo ed hanno chiesto un risarcimento di 30mila euro ciascuna. Inoltre hanno chiesto di chiamare in giudizio il Ministero dell’Istruzione.
La Via dei Colori Onlus è a disposizione delle Forze dell’Ordine e delle famiglie coinvolte. Chiunque abbia bisogno può contattarci al Numero Verde 800-98.48.71 o scrivendo a: sos@laviadeicolori.org. La Via dei Colori offre consulenza tecnica e informativa gratuita. A tutti i soci offriamo sostegno legale e psicologico specializzato in caso di maltrattamenti infrastrutturali presunti o documentati.